dicembre 27, 2011

Le cronache di "Ho preso un cane!" #1

- Non ne posso più, son tre notti che non dormo perché piange, quindi mi devo alzare, dargli il latte e la scatoletta, pulire il piscio che nel frattempo ha lasciato ovunque in giro per casa, fargli venti minuti di carezze finché non si addormenta...
- E quando ricomincia la scuola come fai?
- Mi ammazzo.
- Vai in maternità, no?

dicembre 13, 2011

Scegliete uno dei seguenti ennunciati e spiegate(me)lo.

- Dal fisso, non riesco a commentare i blog. Posso accedere a blogger e tutto il resto, ma una volta entrata in un blog, mi dice che non sono loggata e, per quanto io provi e riprovi, non riesco a convincerlo che sono loggata eccome.
- Ultimamente non ho un cazzo voglia di fare niente, tant'è che domani sono interrogata di letteratura latina, sabato ho un compito d'italiano e uno di fisica e lunedì quello di storia dell'arte (più interrogazione di italiano) e sono qui a scrivere mentre fumo e bevo caffè, senza avere, naturalmente, la più pallida idea di cosa minchia sia la letteratura latina (e tutto il resto, eh, non è che io sia preparata di qualcosa).
- Tutti continuano a ripetere che tra due settimane è Natale ed io continuo ad avere una faccia un po' stralunata e sono fermamente convinta che abbia ancora da arrivare il venticinque novembre. Il che spiegherebbe perché me la sto prendendo tanto comoda anzi che andare a studiare quel cornone di Giulio Cesare, che anzi che scrivere il De Bello Gallico avrebbe potuto, non so, trombare con qualche bella galla (?).
- Sono più misantropa del solito. Sarà il Natale? Sarà il ciclo? Avrò le mie buone ragioni?
- Sto iniziando a drogarmi di the alla vaniglia.
- Continuo a prendere nove di tutte le materie senza studiare un'emerita sega.


Tipo compito in classe, sì.

novembre 23, 2011

Sono stanca, basta.
Non ne ho più voglia, non voglio più dovermi alzare ogni mattina col pensiero di dovermi rompere il cazzo tutto il giorno come tutti i giorni, non voglio tornare a casa la sera e dover urlare e poi sentirmi in colpa e poi piangere e poi pensare ma andatevene a fanculo ho fatto bene e poi piangere di nuovo e andare a scuola con gli occhi gonfi e incazzarmi di nuovo e piangere ancora, non voglio fumare venti sigarette al giorno perché ormai va così, quando son nervosa accendo una sigaretta e se non passa ne fumo un'altra così sto meglio, ma poi m'innervosisco di nuovo e andiamo, tanto i polmoni a cosa servono?
Basta, sono stanca, non ho voglia di fare niente, uccidetemi nel sonno e facciamola finita, tanto ormai che gli esseri umani mi stanno praticamente tutti sul cazzo è appurato, e allora basta, o vado a vivere in una spelonca circondata da bestie tipo Biancaneve ma senza nani a cui dover lavare le mutande o m'addormento stanotte e non mi sveglio più.

novembre 18, 2011

Vi prego, uccidetemi.

Sto studiando da centotrentotto ore filate (da domenica mattina, in pratica) senza pause più lunghe dei tre minuti necessari per fumare una Chesterfield -no, neanche per dormire- e credo di non aver mai pensato a buttarmi giù dalla finestra del quinto piano più di così.
- che vabbè, okay che così facendo mi son guadagnata una pagina di diario (so che sembra strano, ma io il giorno dopo già non mi ricordo più com'è andata l'interrogazione -e neanche d'essere stata interrogata-, perciò me le segno) che recita testualmente storia 9, filosofia 8, inglese scritto 10 orale 9, latino 9, fisica 8, italiano "Non me lo ricordo perché l'ho scritto solo sull'agenda, ma era più di otto" (cit.), ma 'sti cazzi.

E poi ho pure finito i minuti/messaggi/mail sul cellulare per colpa di quel rincoglionito di G. che di smetterla di tormentarmi proprio non ne vuol sapere, così fino a domani alle sette il mio Blackberry è sostanzialmente inutile, e come se non bastasse il mio computer è rotto di nuovo, ergo devo approfittare delle pause sigaretta quando mamma non è in casa per usare il fisso, e a un certo punto fava.

Ah, tra l'altro il mio compagno di classe idiota m'ha fatto male alla mano monca per quella cacchio di tendinite, e a lui dedico un caloroso "Vaffanculo, a te, a mamm't e a sor't. E se non hai 'na sorella, AL TUO CANE/GATTO/CRICETO/FOTTESEGA".
Oh.

novembre 07, 2011

La gente sta male.

- Tu ti chiamavi Marika, vero?
- Sì, ma ora preferisco Ugo.

novembre 05, 2011

Scoperte del giorno.

- Le Diana blu sanno di gomma.
- Se ti viene l'influenza, la scuola chiama tua mamma per chiederle se sa che sei a casa. (no, io quando sto per morire vado a nascondermi lontano come i cani...)
- Se faccio i compiti a mia sorella, lei smette di picchiarmi per un paio di giorni. Credo che le farò i temi più spesso.
- Storia dell'arte mi fa cagare. Questo lo sapevo già ma è meglio ribadire il concetto.
- So a memoria i primi cinque capitol(on)i di letteratura senza averli letti più di una/due volte. Sono più stupita di voi, sappiatelo.
- Nessuno crede al fatto che io sia Shrek - ma santiddio, un po' di fiducia.
- Il mio gatto è obeso da circa tre/quattro mesi ed io me ne sono accorta solo ora che s'è sdraiato e lì per lì l'ho scambiato per un tappeto nuovo.
- A mia mamma se io ho finito le sigarette e non posso andarmele a comprare non gliene frega un cazzo, ma lei quando è a metà pacchetto va subito a far rifornimento - 'sta zoccola.
- Quando non ho tempo voglio scrivere e quando ce l'ho non ho ispirazione. Benedetto Murphy.
- Mi fanno schifo le Macine. (no comment)
- Ho fatto una verifica di storia dell'arte sui kouroi e le korai in cui ho preso otto. (... che cazzo sono i kouroi e le korai?)
- Su Tumblr mi segue una quindicina di persone in più dall'ultima volta che ho controllato. Da dove cazzo sono spuntati?
- In mancanza d'altro, fumo anche le Diana blu.


Ho scoperto più cose stamattina che in tutta la mia vita.

novembre 04, 2011

Keep calm.

La prossima è l'ultima puntata prima di una pausa fino al cinque gennaio?
Cioè, niente The Vampire Diaries per due mesi?
...
MA STIAMO SCHERZANDO?! IO CHE CAZZO FACCIO IN DUE MESI?! CHE SENSO AVRA' LA MIA VITA PER DUE MESI?
MI PRENDETE PER IL CULO?!

Ora piango.

novembre 03, 2011

Questa è una cosa seria.


Ho deciso di fare questo post dopo una lunga riflessione.
Mi pare giusto nei vostri confronti che voi sappiate chi c'è dietro tutto questo e che abbiate la possibilità di vedere la mia faccia.
Pertanto, questa è la mia foto.


Ecco fatto.




(No, scusate, è la febbre. Comunque ci somiglio davvero, eh!)

novembre 02, 2011

Cit. 16

Alzarmi presto mi dà la possibilità di odiare il prossimo prima, meglio e di più.

( nonmenefregauncazzo su Tumblr. )

Piccolo riassunto.

Allora, domenica sono andata al Lucca Comics e, tornata a casa, nonostante le gambe morte e il freddo becco, ero content(issim)a. Ho dato il Pikachu obeso a mia sorella e non ho cenato, ho fumato una sigaretta - okay, dai, va bene, un po' più di una - e sono andata a letto. Stranamente, ho dormito.
Lunedì mattina mi sono svegliata con il mal di gola e senza voce. Vabbè, pazienza. Ho messo il tutore e sono andata a scuola a far niente, perché la verifica di storia dell'arte me la fa fare anzi orale sabato e gli altri professori non hanno spiegato perché eravamo in undici. Uscita da scuola, mi è tornata la voce, cosa che m'ha reso molto contenta finché non ha iniziato a gocciolarmi il naso. Anzi senza voce che con 'sto tono da trans congolese, ma vabbè.
Non ho dormito, e ieri mattina, oltre al raffreddore, avevo 'na tosse che continua a spaventare la mia calopsite ogni volta. Babbo ha commentato con un "Vai, fuma, fuma" e l'ho mandato a cagare - Ba vai a cagahe, per intenderci.
Ieri sera ho ricominciato a sentire un leggero dolorino alla gola, usato come pretesto per non mangiare in tutto il giorno, e stamattina ho provato ad alzarmi per andare a scuola, ma barcollavo tremendamente. Mia mamma m'ha detto "Oh, devo andare a controllare se c'è ancora la vodka?" ed al mio tentativo di risponderle che non è ganza mi sono accorta che, puf!, la voce da congolese era sparita. O meglio, per essere precisi, la voce era sparita punto. Mi sono misurata la febbre ed essendo a trentotto e sette sono rimasta a casa.

Ora, io dal dottore non ci vado, ché di farmi dire di nuovo da quel vecchio rincoglionito che dovrei andare un po' a Lourdes non ne ho voglia. Ho preso la Tachipirina e tanti saluti.
Detto questo, che cazzo faccio a casa da sola?
Mi annoio, 'orco mondo.

ottobre 31, 2011

Corso rapido. #1

A tutti quelli che, come mia madre, sono daltonici nel senso di altamente rincoglioniti:
il verde scuro scuro, tipo oliva per intenderci, è VERDE, non marrone.

E porca di quella troia.

ottobre 27, 2011

Caro professor N.,
lei oggi avrebbe dovuto interrogarmi per un paio di ottimi motivi.
Il primo è, ovviamente, che avevo studiato. Ci sono stata fino all'una di notte, quasi, mi sono preparata tutti gli schemini nonostante il disagio che mi crea scrivere con il tutore e so perfettamente ciò che è successo in Europa (e anche in Asia, sì) tra il 400 e il 1100 circa.
Il secondo motivo è che sono tra gli ultimi sei digraziati che ogni giorno ripassa le sue materie perché ancora non sono stati interrogati, e tre di questi sei oggi non erano preparati. Io sì. Mi pare logico che spettasse a me, no?
Dal momento che c'è sempre un terzo motivo, di norma, le espongo anche questo: ieri ho rinunciato a scrivere una cosa che mi gira miracolosamente in testa da giorni per passare la giornata su quell'orribile libro che ignora l'esistenza dei sinonimi di 'donde', e lo infila, pertanto, non appena ha occasione - ogni riga e mezzo circa.
Ora, lei mi deve spiegare perché proprio stamattina che io ero preparatissima della sua materia che, non si offenda, mi sta pure un po' lì, lei ha deciso di spiegare e non interrogare nessuno.
Perché? Perché mi ha fatto bestemmiare in turco al pensiero di passare un altro pomeriggio a studiare storia, eh? Mi illumini.
Ringrazi che è un così bell'uomo che augurarle di cadere per le scale sarebbe un oltraggio, ma stia attento perché, mi rincresce, un po' di cagarella io, lo confesso, gliel'ho tirata.
Cordiali saluti,
M.

PS: Io sarei quella in prima fila accanto alla finestra. Ci tenevo a precisarlo, dal momento che ogni dieci minuti mi chiede come mi chiamo.

Una mucca dorme supina. Pina muore.

( è da ieri che sto ridendo come 'na scema, giuro. )

ottobre 24, 2011

Questo blog sta diventando (ancora più) orribile, e dal momento che non riesco a scrivere più di due righe ora cambio colori/caratteri/layout e tutta quella roba lì, giusto per illudermi di aver combinato qualcosa.
Tanto tra due minuti mi rompo le palle e mollo tutto lì, ma insomma.

Buonanotte/buongiorno/buonasera a todos.

ottobre 23, 2011

Ciao a tutti,

mi chiamo Marika (l'avevo già scritto o ho sempre scritto M.?), ho diciassette anni e sono un po' tristina, perché il mio gatto è caduto dalla finestra e si è fratturato il bacino, ed io non sono caduta da nessuna parte ma mi dovrei essere fratturata qualcosa dentro, però non importa, ora bevo un caffè, fumo l'ultima sigaretta e vado a letto.
Buonanotte a tutti.


Ah, domenica vado al Lucca Comics, esultate insieme a me, orsù!
- voglio sentire i cori da stadio, possibilmente più forti di quelli che già sento perché la squadra della mia città ha vinto contro la Spezia.

ottobre 16, 2011

Forse è perché ho mangiato cinese.

Stanotte ho sognato che una bambina buttava le mie scarpe preferite in un fiume alto alto e se ne andava, lasciandomi da sola su questo ponte grandissimo a sentirmi troppo piccola, a piangere e a guardare le scarpe scorrere via senza che io potessi far niente.
Non lo so, mi sento molto triste.

( e non sono morta, sono solo senza computer. )

ottobre 03, 2011

Abituarsi a non amarti.
Abituarsi a dimenticarti.
Abituarsi a non pensarti.
Abituarsi a non averti.
Abituarsi.

(cit.)

Cose scritte male. #5

Non è facile scrivere post sensati, soprattutto in situazioni in cui di sensato c'è ben poco.
Oggi tutti mi chiedevano cos'avessi, e sarebbe stato tutto più facile se avessi potuto rispondere "Sto male, ad ogni respiro mi fanno male i polmoni e mi viene continuamente da piangere, sono nervosa e sono triste, e sembra che niente possa farmi stare meglio", e invece rispondevo solo "Niente,  un po' di mal di testa".
Il problema è che io non so gestire le persone, figuriamoci le assenze.

settembre 29, 2011

I cambiamenti non mi piacciono, soprattutto se li trovo in me stessa.

Mi sto scoprendo gelosa, e non poco, di persone, passioni, musica, film. Ho quasi voglia di picchiare a sangue chiunque si avvicini a determinati soggetti, si azzardi a dire che scrive e adora i miei libri preferiti, ascolta le canzoni che ascolto io e così via.
Sento che sono miei, ci sono io dentro, è roba che mi appartiene, c'è un po' della mia anima in ogni canzone che mi piace e sembra che gli altri non abbiano il diritto di sentire proprie tutte queste cose.
Quel che è mio è mio, e il fatto che una volta sentissi di non avere il diritto di avere niente mi disorienta, mi scombussola.
Non mi riconosco più, e la cosa non mi piace, mi fa paura.

settembre 24, 2011

Madri dure di comprendonio e altra merda.

Mamma, per quanto le apparenze dimostrino il contrario, detesto dire "Te l'avevo detto".
Tuttavia, che a me mangiare la carne fa letteralmente venire il vomito, io te l'avevo detto.

E niente, stanotte sono stata male e stamattina niente scuola, così adesso ho preso una pausa dal mio intenso processo di memorizzazione del capitolo di scienze, ché odio perder tempo e mi sto mettendo avanti per lunedì, perché se riesco a studiare come si deve guardo se andare volontaria, così sono a posto fino a novembre circa, dato che sono due interrogazioni a quadrimestre.
Per farsi perdonare (spero), quella santa donna che m'ha partorito m'ha comprato le sigarette. Ma non basterà, cara.

Anyway.
Niente, addio, torno ai tessuti e ai muscoli e alle ossa - che beddo!

settembre 19, 2011

Le sigarette sono aumentate e sono nella merda.

Le persone che prendono così seriamente il 'memento mori' mi stanno simpatiche, al contrario degli ottimisti che a lungo andare mi irritano. Non voglio che mi si dica che andrà tutto bene, preferisco chi mi dice 'La vita è una merda, ma sopravviviamo tutti, purtroppo'; sa meno di bugia ed è più in sintonia sul mio stato d'animo degli ultimi mesi.
Mi trovo pienamente a mio agio con chi canticchia i Beatles e i Queen insieme a me, e ancora di più chi canticchia con me gruppi che nessuno conosce, soprattutto se a bassa voce in modo che continuino a non conoscerli.


Alzi la mano chi si è accorto che il titolo non c'entra un cazzo.

settembre 18, 2011

Please, take me away from here.


Caro te,
da queste parti non è proprio il massimo. Il tempo non è mai uguale per più di dieci minuti, d'estate si soffoca perché c'è un'umidità assurda, la gente non si fa mai gli affari suoi e se esci con un nuovo taglio di capelli hai dieci minuti prima che tutta la città abbia commentato con frasi spesso poco carine.
Però, ecco, se tu ti trasferissi vicino a me, magari in quella casa sul vecchio ponte che cercano di vendere, giusto a due minuti a piedi dal mio portone, forse potremmo farci forza a vicenda e passare le giornate in quel vecchio parco ormai abbandonato a sognare di andarcene da qui, interrogandoci sul nostro futuro, ma al plurale, e a quel punto la domanda non sarebbe più "Cosa farò?", ma "Cosa faremo?"; noi, io e te, tu ed io, insieme, che fa un po' meno paura.

settembre 14, 2011

Karma.

Vorrei dire un paio di cose, posso?
Ovviamente sì.
- Mamma, è inutile che la sera quando sto finendo di ripassare latino mi rompi il cazzo ché 'iniziamo bene!' quando il pomeriggio non ho potuto studiare perché eri tutta un "Mi guardi che fogli sono questi?", "Mi passi le sigarette?", "No, le ho finite, mi dai una delle tue?", "Mi vai fino alla libreria che mi sono dimenticata di chiedere se è arrivato il libro di tua cugina?". Per dire.
- Babbo, hai sposato una donna con un rene solo che va a lavorare sette ore al giorno e torna a casa che non si regge neanche sulle sue gambe, se ti chiede di spostare una sedia la sposti e stai zitto, hai capito? Speriamo.
- Nonna, se ti devo fare una foto a qualsiasi cosa, riesco a fartela anche alle sei del pomeriggio quando torno a casa, non è che mi devi scartavetrare i maroni telefonandomi ogni due minuti, ché non è che finisco prima quello che devo fare se te mi tieni al telefono. Siamo a settembre, alle sei c'è ancora luce, e in ogni caso ho un flash che illumina fino in Puglia.
- Razza d'imbecille che ti fai la stradina di casa mia al buio con i fari spenti agli ottanta orari e rischi quindi di stendermi come un lenzuolo, CHE TI VENISSE UN CAGARONE DA FARTI PASSARE TRE SETTIMANE SUL CESSO E I SUCCESSIVI CINQUE MESI COL BRUCIORE AL BUCO DEL CULO!

A presto.

settembre 13, 2011

Scuola (s.f.)

Luogo in cui adolescenti sfigati si recano ogni mattina eccetto la domenica rovinandosi ogni mattina per nove mesi, capace di rompere il cazzo dopo due giorni.

settembre 11, 2011

I just wanna make you proud - I'm never gonna be good enough for you.

Ciao pa', li hai dieci minuti? Conto di non rubartene di più, promesso, so che sei stanco.
Volevo dirti, per quel che vale, che non ti odio\detesto\quel che ti pare, anzi.
Credo tu sia la persona a cui ho perdonato più cose, fin'ora, ché non si tratta di passare sopra ai malumori di mamma, si tratta di convivere con assenze, silenzi, risposte mancate, urla e sguardi orribili (quelli che ti scuotono dentro, che ti fanno sentire irrimediabilmente sbagliato, come se il più grande errore della tua vita sia stato proprio quello di nascere, come se non esistesse al mondo più ignobile creatura di te) e nonostante tutto, ogni sera, quando torni a casa, sorridere.
Non è facile, te lo garantisco.
Vivere con te vuol dire sentirsi calpestare e non emettere neanche un mugolio di protesta, per non turbare l'equilibrio di te che, davvero, sei capace di demolirmi con una semplice occhiata.
Stasera hai fatto una delle tue solite scenate, quelle che hanno rovinato ogni sacrosanta uscita in famiglia dalla mia nascita ad ora; mamma era arrabbiatissima, io ti guardavo storto e basta.
Non per me, ba', lo sai, te l'ho appena detto, io te le perdono tutte, ma forse (non fraintendermi) a quarant'anni è il caso di crescere. Non puoi far finta d'aver male alla gamba quando vuoi tornare a casa, soprattutto se tornare a casa significa rovinare la serata all'altra tua figlia.
Hai presente quella bambina di dieci anni con i capelli lunghissimi che gira per casa e dorme con me? E' tua figlia, sì. So che per te è un concetto difficile da accettare, ché probabilmente ancora devi realizzare d'essere mio padre, ma di certo non farla mai contenta una volta non la farà certo diventare un'amante di suo padre.
Lei non è come me, lei non te le perdona. Io lo dico per te, in modo che tu possa comportarti di conseguenza. Lei ancora si ricorda di quella volta che voleva fare le montagne russe e tu le hai detto che non ce l'avresti portata perché con una bimba accanto non te le saresti godute, ed aveva tre anni, fa' i tuoi conti. Neanche io dimentico, ma ti perdono, lo sai.
Tutto questo per arrivare a dirti ciò che segue:
Il mio problema è che io cerco nell'altro sesso tutto quello che non sei tu.
Osservo i ragazzi cercandoti e, non appena ti trovo, li catalogo come persone che possono essere, al massimo, amici. Niente di più.
Credo questo derivi dal fatto che ascolto gli sfoghi di mamma da quando andavo all'asilo. So cosa significa essere moglie di un uomo come te e, fondamentalmente, so che nessun altro riuscirà a farsi perdonare con la tua stessa facilità dalla sottoscritta.
Ignoro il male che mi fai, ma sento bruciare fortissimo quando qualcuno cerca d'infliggermi le stesse ferite. Hai in te un sacco di difetti comune al resto del genere umano, ma ho sviluppato una sorta d'intolleranza. Capisci che la cosa risulta un po' problematica.
Ho pensato, stupidamente, una cosa.
Non è che, così, per caso, almeno una volta, senza fretta (magari prima ch'io entri in menopausa), potresti sorridermi? Giusto un po', eh, non chiedo molto.
Mi basta un accenno di sorriso quando entri, un "ciao", un "com'è andata la giornata", un briciolo -bastano davvero due minuti- d'attenzione a ciò che dico.
Così, tanto per darmi un segno che, nonostante tutto, ne vale la pena.

Scusa, forse t'ho rubato troppo tempo.
Buonanotte, a domani. Dormi bene.

settembre 10, 2011

Cara mamma,
la prossima volta che devi urlare che non sopporti tuo marito, urlalo a lui, non a me.
Grazie.

settembre 07, 2011

So why do I feel like it's all just a show?

Non mi risulta molto semplice questa continua sceneggiata della famiglia felice, perché credo che saremmo tutti più felici se non fossimo affatto una famiglia.
E' inutile che ce la stiamo a raccontare, insieme non ci sappiamo stare, non siamo fatti l'uno per l'altra e tutte queste gite e cene all together non fanno altro che farmi venire la nausea.
Io e mio padre non abbiamo un rapporto, mamma e babbo o s'ignorano a vicenda o si scannano, e mia sorella ancora non sa orientarsi in questo circo. Non sappiamo gestire la rabbia, ce la prendiamo con il ragazzo del McDonald's a cui chiedo scusa con lo sguardo, ché alla fine quella che si scusa con tutti sono sempre io, anche (e soprattutto) quando la cafona è mamma.
Ma va bene così, non importa, ormai ho diciassette anni e ad avere una famiglia un po' meno disastrata ho rinunciato da un po'.
Solo, per favore, smettetela di obbligarmi a recitare la parte della figlia perfetta; mi costa già tanto fare l'essere umano.

settembre 05, 2011

La gente che mi cerca solo per comodità mi sta altamente sul cazzo, soprattutto se aggiunge cuoricini e fa di tutto per farmi impietosire.



No, cara, non m'impietosisco più, mi sono rotta il cazzo di te e della tua amica di merda, non ci casco più, e vuoi sapere una bella cosa? Anzi in prima fila con quel demente che mi sta sul culo piuttosto che tua compagna di banco, perché quando io avevo bisogno di te hai smesso di parlarmi ed ora non ho la più pallida intenzione di farti un favore sedendomi accanto a te solo perché non conosci nessun altro.
Non è che non conosci nessun altro, è che non conosci proprio nessuno, perché io e te non siamo amiche, non più. E se sei bocciata non me ne strabatte una beata minchia
Quindi, cortesemente, vaffanculo.
Cia'.


( Fa molto bimbetta di dodici anni che vuole fare la bulla, vero? Immaginavo. )

settembre 02, 2011

Cose scritte male. #4

Ho fatto un sogno bellissimo (strano come sempre, eh; tipo che vedevo una signora per strada con un cane al guinzaglio e le chiedevo se me lo prestava cinque minuti per farci un giro), ma di cui mi vergogno un po'.
Eppure a ripensarci mi viene da sorridere e stamattina non ho ancora fumato.

Caro Blogger,

NO, non la voglio provare la tua interfaccia di merda!
L'ho provata giusto due minuti e mi fa fatto talmente schifo che m'è pure toccato andare a sciacquarmi la bocca.
Con affetto,
M.

agosto 29, 2011

Cit. 15

Mi sono svegliata oggi e stavo affondando come le pietre che hai lanciato, ferita dagli stessi vecchi colpi che mi dai - è più facile ferirmi quando sono giù -, ed ho solo pensato che dovresti sapere che ho tenuto duro quando tu hai lasciato andare, quindi non è troppo tardi per dirlo bene questa volta, perché so di aver detto 'Mi dispiace', ma non era quello che intendevo dire.
Sono abbastanza forte da dire che non voglio prendere quella strada adesso. E' così tipico di te andare via quando il tuo piccolo mondo perfetto sta crollando...
E ho solo pensato che dovresti sapere che ho tenuto duro quando tu hai lasciato andare. Posso essere così sfacciata? Perché tutto questo parlarti di tutto inizia ad invecchiare, perché so che ho detto 'Mi dispiace', ma non era quello che intendevo dire. Quello che volevo veramente dire, con ogni mio singolo respiro, è che non sono l'unica a fare degli errori: pensa solo a tutti quelli che hai fatto tu.





Dedicato a mamma e babbo, con affetto, anche se non leggeranno mai questo blog, anche se si offendono quando chiedo sarcasticamente cosa ci sto a fare io in questa casa, anche se non si preoccupano di me quando mi usano da tramite per i loro litigi, anche se non si fanno problemi a parlarmi male l'uno dell'altro dimenticandosi che sono comunque rispettivamente mio padre e mia madre, anche se mi urlano addosso se dico che potrei ritardare qualche minuto e poi arrivano a casa un'ora dopo di me, anche se quando parlo non mi ascoltano, anche se a loro Daughtry fa cagare.

agosto 25, 2011

Cose scritte male. #3

Mia mamma lava i pettini in lavastoviglie, io gliela svuoto fumando e piangendo senza un particolare motivo, o forse per così tanti motivi che non riesco a sceglierne uno.
Ieri mi ha messo in punizione perché non mangio, oggi la punizione è stata revocata perché non mangio comunque, ed è un bene perché devo andare a comprarmi le sigarette senza farglielo sapere, perché se le dico che devo comprarle di nuovo s'incazza, dato che me le ha comprate ieri sera alle otto.

Il bello è che non posso più neanche dare la colpa al ciclo.

agosto 22, 2011

Di persone che mi registrano con il mio telefono ed altre stramberie.

In pomeriggio come questi in cui smetto per far violenza su me stessa e mi concedo di stare un po' in casa per i cazzi miei (scelti appositamente, nel senso che se non avessi saputo d'aver casa libera non l'avrei fatto), oltre a fumare con i capelli mossi e umidi dalla doccia, rannicchiata sul letto con la maglia di babbo fino a metà coscia e le ginocchia al petto, mi piace rovistare nel mio cellulare e guardare vecchie foto, cancellare un po' di canzoni, ridere con vecchi video e così via.
Ed è appunto in pomeriggi come questo che trovo nel mio Blackberry le registrazioni di Giò che mi fa quando canticchio le canzoni più disparate, da 'Please forgive me' di Bryan Adams a 'La guerra è finita' dei Baustelle, e pure quando mi chiede per favore di leggergli qualcosa, in questo caso una poesia di Neruda.
Ora, caro Giò, se proprio vuoi registrarmi fallo col tuo telefono, ché a me la mia voce fa altamente cagare. Grazie.
Ad ogni modo, volevo elencare un paio di cose che ho scoperto nelle ultime settimane. Così, giusto perché non so scrivere ma queste cose potrebbero cambiare la vita di chi legge come hanno cambiato la mia - seh.

- Non è vero che le Black Devil stomacano se ne fumi troppe. Son tre giorni che fumo solo quelle e il mio stomaco sta benissimo. Mi dà decisamente più fastidio il kebab (e io di kebab ne mangio assai).
- Le reflex sono capaci di far diventare scemo chiunque, compresi i miei conoscenti che si mettono a fotografare le mie unghie azzurre o la mia bocca mentre fumo o le cicche spente o G. mentre mi sistema i capelli (foto tra cui ve n'è una che potrebbe pure sembrare compromettente, dal momento che sembra che stiamo per baciarci, cosa che per inciso non è mai accaduta e non accadrà nell'immediato futuro).
- Ci si può ubriacare con una Heineken. Non lo credevo possibile, dal momento che sgolo litri e litri di vodka e la cosa non compromette la mia lucidità, ma ho assistito al miracolo. Non si finisce mai d'imparare.
- Esistono persone a cui non piacciono i Nirvana. Quando l'ho scoperto ho rischiato di morire, e ci sono andata molto vicina - ma non temere Kurt, io ti amo molto e loro sono solo invidiosi, continua a riposare in pace.
- Spalmare la nutella sulle patatine non è un'idea così disgustosa come sembra, anzi, ve lo consiglio caldamente. Così come vi consiglio di metterci sopra il gelato al fiordilatte.
- Si può resistere quattro giorni con la temperatura sopra i quaranta gradi. Certo, non si è più esseri umani quanto più che altro amebe in fin di vita, ma insomma.
- Non vomito sui giochi del Luna Park che girano veloce eccetera e, anzi, mi garbano da morire. Questa mi ha davvero sconvolto.
- Esistono marshmallows lunghi una cosa come settanta centimetri, e sono buonissimi. Ho fatto una scorta che mi sarebbe dovuta bastare vent'anni e invece è già finita nel giro di due giorni. Pazienza.
- Non sono in grado di fare elenchi perché mi dimentico cosa volevo dire.

agosto 21, 2011

Tanto per la cronaca.

Ora, il prossimo che mi dice che io e G. staremmo bene insieme, perché non mi metto con G., ma dai che G. un po' ti piace, ma guarda come siete carini tu e G., tu e G. sembrate marito e moglie, subirà dalla sottoscritta una tracheotomia con la mia fedele penna nera, quella che ho sempre in borsa, preceduta da calcio nei denti e pugno nello stomaco.
Eccheccazzo.

( no, non sono morta, sì, sono sempre viva, è solo che scrivere mi viene un po' difficile, tutto qui; torno presto, comunque, mi piace assai il mio blog. )

agosto 08, 2011

Cose di cui non frega un cazzo a nessuno - Parte prima.

VENERDI' PARTO.
Così, alla cazzo, neanche sappiamo ancora come cazzo faremo per il mangiare, neanche so bene chi viene, ma chi se ne fotte.
Venerdì me ne vado, respiro aria pura, stacco da questo posto mer(d)aviglioso e cia'.

I dettagli nella prossima puntata, ora son troppo contenta.

agosto 06, 2011

Quando anche guardare una tazza mi fa venire un po' d'ansia.

Ho una serie di precisi ed esatti ricordi per quanto riguarda la mia breve carriera di tifosa calcistica, riassumibili tutti in "Mio padre è un tifoso".
Ricordo bene che ero piccola, andavo all'asilo, e babbo diceva sempre di essere tartassato (è dialetto o esiste?) perché era l'unico in casa a tifare Juventus, dal momento che sebbene mamma fosse milanista e nonno interista, e Milan e Inter non siano proprio best friends forever, erano fortemente compatti e coalizzati nell'affermare che la Juve aveva una splendida squadra. Sì, di arbitri.
Ricordo con altrettanta precisione che nel mio cervello ancora piuttosto ingenuo, iniziai a pensare che se anch'io avessi affermato di tifare bianconero, mi sarei avvicinata un po' (un po', davvero, mi bastava pochissimo) a lui che preferiva sempre passare il suo tempo in altro modo, qualunque modo, pur di non passarlo con me. Decisi che, da quel giorno (mi pare fosse inverno, perché l'illuminazione m'era venuta facendo i compiti), avrei tifato Juventus.
Iniziai a sedermi accanto a lui durante le partite in televisione, a difenderlo durante i dibattiti calcistici -con crescente fervore, tra l'altro, perché la pratica migliorava le mie prestazioni-, a esultare quando lui esultava, a sbuffare quando lui sbuffava, a imprecare quando lui imprecava, e così via.
Cominciò a sentirsi libero di comprare le posate della Juve, la sciarpa della Juve, la tazza della Juve ed un sacco di altri gadget di suddetta squadra che adesso riempiono casa, e ad ogni nuovo acquisto ricordo il suo accenno di sorriso ed i miei denti, che non c'erano tutti, rivolti a lui. Mi tuffavo tra le sue braccia, entusiasta non per i regali (anche perché, diciamocelo, io neanche distinguevo i giocatori juventini dagli avversari, su) ma perché lui m'aveva pensato. Lui. A me.
Quanto ero felice, mentre si faceva stringere (evento raro).
Prima, tornando a casa, sono andata al mobile a prendere un bicchiere per bere un po' d'acqua.
Davanti, una mega tazza con lo stemma della Juventus, che usa lui per fare colazione ed io non tocco da anni. Automaticamente ho portato lo sguardo al letto singolo dove dorme babbo, a pancia in giù col braccio sinistro sotto il cuscino e la bocca aperta, un po' bambino mentre riposa, quasi innocente -chissà cosa sogni, pa'-, e mi sono chiesta se anche a lui, un pochino, si stringe lo stomaco a pensare a tutti questi anni passati a suon di saluti mancati, abbracci negati, pagelle ignorate, risposte perse nell'aria, litigi frequenti e sguardi freddi, quando la mattina si prepara il caffè e ci zuppa i biscotti.

Sta' tranquillo, sai? Io sto iniziando a rinfacciarti tutto, ma altro non è che l'ennesimo tentativo probabilmente inutile di farti capire che esisto anche io, che dei sentimenti li ho anche io, che 'scusa' ogni tanto me lo potresti anche chiedere, che in fondo per tutte le sedie lanciate ed i tavoli rotti ti ho perdonato all'istante, che quando ti parlo potresti anche rispondermi, che non è poi importante se mamma non te ne fa più passare neanche una perché io ti sto ancora aspettando.
Fai così: quando mi guardi, immagina che io sia ancora quella bimba un po' tonda con i capelli neri, la pelle bianca e le guance rosse che veniva ad abbracciarti le gambe quando tornavi a casa dal lavoro; però, magari, questa volta, almeno ogni tanto, cerca di non scuotere la gamba e borbottare che sei stanco. Non costa niente fare almeno finta d'ascoltare la propria figlia; però, magari, questa volta, almeno ogni tanto, non chiedere a mamma come sto, chiedilo a me, mica ti mangio, te lo prometto, lo sai (?) che non mi piace la carne; però, questa volta, almeno ogni tanto, te lo chiedo per favore, davvero, ti scongiuro, fammi sentire che un pochino, giusto un po', mi vuoi bene e che non mi consideri solo una coinquilina un po' fastidiosa da considerare il meno possibile.
Buonanotte, dormi bene. Ci vediamo domani.
Ti voglio bene, anche se non te lo dico più da tanto.

luglio 25, 2011

Meglio pensarci domani alla muta distanza che scorre tra noi quando non sei vicino a scaldare i miei sogni, quando i sogni nemmeno son qui.

Dicono diventi più semplice ed io ho francamente smesso di crederci da un po', perché ho avuto la dimostrazione pratica del fatto che più il tempo passa più questa merda diventa sempre un più grande casino, uno di quelli che ti vien voglia di strapparti la pelle ed i muscoli finché visibili non ci saranno solo le ossa, almeno quelle del busto che mi piacciono tanto.
Qui tutto diventa tutto tranne che semplice, sarà perché ho il maledetto vizio di rendere le cose più complicate di quanto non siano già, lo dice anche la professoressa di matematica che per arrivare a Milano passo da Palermo pur vivendo in alta Toscana. “Mi godo il panorama”, le rispondo, ma non so più se ne valga la pena.
Nella pratica, intendo.
Non so più se valga la pena immergersi fino a fondo nel dolore ogni volta che il singolo e sfaccettato pensiero di lui mi sfiora anche solo lontanamente, sprofondando in una palude di pensieri che non ho voglia di bonificare e che mi causa perennemente capogiri ed emicranie.
“Hey, va tutto bene, dai! Siamo tra amici, ridiamo e scherziamo, cosa c'è da stare male?”.
Ha ragione, in fondo. È così che dovrebbe andare, dovrebbero bastarmi serate trascorse sugli scalini di marmo di una vecchia scuola che poi così vecchia non è a fumare (troppe) sigarette, far cadere accendini e dover fare venti scale per prenderli.
Eppure.
Eppure è tutto lontano, come se io non ci fossi, come se tutto fosse un film, un incubo da cui vorrei solo svegliarmi seppur lo trovi piacevole, perché c'è qualcosa che stona, c'è qualcosa che non va. Io.
Sono io che non vado, alla fine è questo il problema. Il mio disagio è causato dal semplice fatto che da quando lui non c'è non riesco più a trovarmi completamente bene con nessun altro, ed il lutto è tanto difficile da superare che in serate come questa, se penso al mio futuro, tutto ciò che vedo altro non è che una persona infinitamente sola, senza telefono e con un sacco di libri e fogli scarabocchiati, pieni di frasi che nessuno più leggerà.
Probabilmente – questa è quasi una speranza – mi spegnerò come Marius Jobbard, dissanguato dopo aver scritto la sua ultima lettera.
In serate come questa, oltre al catastrofico pessimismo che mi caratterizza in questa specifica situazione, è facile credere che magari dormendo qualcosa succederà, che sogno e realtà siano in verità invertiti, e che sognando io possa quindi ricongiungermi a ciò che (io vorrei fosse) reale.
E insomma niente, vado a letto, sarà meglio pensarci domani, con il sole e l'odore dell'erba bagnata, domani che tu mi mancherai un po' meno, forse, domani che potrò cercarti nella nicotina e nell'alcol, domani che indosserò la maglia che – dicevi – mi sta meglio di tutte le altre, domani che andrò a comprare i biglietti per il pianista che, insieme, veneravamo, e che viene qui proprio adesso che noi, io e te, insieme non possiamo più fare un emerito cazzo.

luglio 19, 2011

Cose scritte male. #2

Ciao amore,
il due luglio qui vicino c'è Ludovico Einaudi, quello che ci piaceva tanto.
Sto ascoltando Nuvole Bianche, quella che mi suonavi sempre, e con struggente malinconia pensavo che l'unica volta in cui ho sentito un vero pianista suonare ero con te, ed all'uscita, commossa (il piano mi fa piangere, ricordi?) ti ho detto 'Preferisco comunque te'.
Ad ascoltare Einaudi ci vado da sola, però promettimi che se mi vedrai piangere mi stringerai la mano.
Anche adesso, se puoi.

luglio 17, 2011

Don't go and leave me, and please don't drive me blind.

La fame chimica che mi prende in questi (sempre più) frequenti momenti in cui ti penso mi confonde. Quasi quasi non so neanche cosa mangiare, poco abituata come sono a spuntini pomeridiani o comunque fuori pasto, ma non importa.
Pensavo a quella volta di (fin troppo) tempo fa, quando siamo andati a festeggiare il nostro non-compleanno (non abbastanza) lontano, e tu indossavi quella maglietta verde che mi piaceva un sacco, quella con scritto 'Nothing ever changes', quella che ti avevano regalato e che A. e L. hanno uguale, ma rispettivamente azzurra e arancione. Ridevi tanto, e ogni volta chiudevi gli occhi e portavi una mano -solitamente la destra- alla nuca, e ricordo che quel giorno particolare ridevamo tanto parlando di strani uomini con la barba, ed io ti chiedevo come mai una persona dovrebbe nascondere così tanto il viso, e tu mi rispondevi che forse non era il viso che volevano nascondere. L'ho capito in seguito, tant'è che la mia frangia nasconde quasi tutto, adesso.
A giugno di due anni fa ti ho pregato di non andartene, di non lasciarmi sola, di non farlo mai, io mica sono capace, mi rovescio come un vaso pieno di biglie, e la tua semplice risposta un po' troppo poetica è stata 'Sono ovunque tu mi voglia'.
Razza di bugiardo, io ti voglio qui, ma tu non ci sei.
Prima scaldavo un panino in forno e parlavo da sola, lamentandomi del fatto che le sigarette finiscono troppo presto, ultimamente, e a chiunque faccia il sarcastico chiedendomi dove vadano rispondo con ovvietà che vanno dritte dritte nei miei polmoni. Eri bello anche tu quando fumavi e mi dicevi 'Tu inizia solo se ne senti il bisogno', buttavi fuori il fumo e mi facevi ridere formando cerchi concentrici che io non sono mai riuscita a fare. Mi è sembrato quasi di sentirti ridacchiare, mentre mi aggiravo disperata per la cucina alla ricerca di una stupida presina, come quella volta che a casa tua abbiamo cotto le pizze e rischiavamo di bruciarle, così abbiamo preferito bruciarci le mani con le teglie. Sento ancora le tue labbra sui polpastrelli, amore.
Mamma ha come sempre uno strano modo di relazionarsi alle mie giornate no, quelle in cui sto sdraiata sul letto lasciando uscire in silenzio lacrime che neanche m'arrossano gli occhi, ascoltando la musica a volume bassissimo con le labbra dischiuse, (aspettandoti): esce da casa sbattendo la porta dopo avermi detto che sono sempre "La solita stronza", sembra quasi il nome di un film, non trovi? Ora però lo sa, lo sa che spesso ti penso ed altrettando spesso mi passa la voglia di fare tutto, vorrei solo il silenzio, non chiedo la comprensione, chiedo solo di non infierire, ecco.
Il mio telefono non lampeggia mai per causa tua, però penso spesso a quanto sarebbe bello leggere di nuovo tutti i messaggi che mi mandavi e che sono andati persi (come noi).
Mi manchi tanto, mi fa pure male la schiena, ora quasi quasi mi scaldo un altro panino.
Sii felice, cia'.

Ah, se per caso dovessi sognarti... non salutarmi quando te ne vai, per favore, e se proprio devi farlo dimmi 'arrivederci'. So che quello di cui avrei bisogno è realizzare finalmente che le cose sono cambiate e mi devo adattare, ma sembra ieri che stavamo ridendo in mezzo a tutti quei fiori gialli, e ora sono rimasta solo io a crescere ed invecchiare, spero tu non abbia il coraggio di dirmi che è giusto così, quindi tutto quello che ti chiedo stasera è di non salutarmi, preferirei un "Ti ricordi quella volta, a dicembre, che ci siamo scritti sulle braccia che niente sarebbe finito mai, specialmente noi? Non sei l'unica a chiedersi perché non è potuto durare tutto un po' di più". So cosa bisogna dire, amore, ma non dirmelo stanotte, per favore. Anzi, se devi dirmi 'addio' non dire proprio niente.

luglio 16, 2011

Sono andata a vedere Harry Potter e ho pianto tanto.
Ma tanto, eh.



...
Però il modo spastico in cui Voldemort dice 'Avada Kedavra' ogni santa volta mi fa scompisciare.

luglio 13, 2011

Cit. 14

Ti sto parlando e non ci sei, lontano io ma tu di più.
Ho un nodo in gola che non scende giù... Mi stai sentendo?
( ... )
Amore mio, ti sto aspettando, ma mi avvio.
( ... )
Destinati a perdersi in spazi troppo piccoli, in pezzi che non puoi riappiccicare, e ritrovarsi stupidi, spenti e poco utili, trascinandosi. Le gambe tremano...
Destinati a scivolare in un vuoto che fa male.



Negrita.

luglio 11, 2011

Non sono più fisicamente in grado di scrivere qualcosa di anche lontanamente decente, e la cosa mi irrita assai.

Prima G. (che non è il G. di cui scrivo sempre ed a cui devo dedicare un intero post, prima o poi), al mio 'Guarda che arriva una macchina', ha detto 'E buttatici sotto!' -scherzando, gente, scherzando- ed io ho fatto per scendere dal marciapiede (non è che io sia depressa o cosa, però quando si parla di morire drizzo sempre le orecchie come il mio gatto quando sente il rumore delle scatolette. Chiamiamola curiosità).
In ogni caso, G. ha ansiosamente urlato 'OHSCEMAGUARDACHETIMETTESOTTODAVVERO!', tutto d'un fiato, m'ha afferrato per i fianchi e mi ha abbracciato stretta.
'Idiota!'.

Gli voglio bene, mi fa sentire tanto sicura.

luglio 08, 2011

Oggi sono in casa da sola.

L'ho detto ad A. per telefono prima e lei ha detto 'che cosa triste...'.
Seh, 'sti cazzi.
Voglio andare a vivere da sola, così da poter fumare in pace le mie Chesterflield rosse seduta al computer, snobbare il pranzo lasciato pronto da mamma trangugiando senza vergogna latte e Cheerios (che buoni, miseriaccia!) ed ascoltare la mia 'musica di merda' a tutto volume, usando gl sbuffi delle casse come ventilatore.
Che pacchia.

Vediamo se riesco a scrivere un po', ora.

Scusate, ma una domanda m'assilla...

Quei due ':D' nel post precedente, sono perché siete contenti che io ricominci a blaterare cose insensate o perché in effetti non ve ne importa una sega? No, perché certe cose sono fondamentali...

(per la cronaca, se anche fossero per il secondo motivo... sticazzi)

luglio 07, 2011

Buonasera.

Questo doveva essere il mio angolo scazzo, nel senso che quando ho aperto questo blog l'ho fatto dicendo 'qui scriverò qualsiasi cosa mi venga in mente, sfoghi e cazzate varie'.
L'ho fatto per un certo periodo.
Poi mi sono comprata un'agenda ('azz...).
Comunque ora che (pare) mi sia tornato internet, comincerò a ricagarlo un po'.


...Che poi, chi se ne fotte? Eh, appunto.

luglio 03, 2011

Cose scritte male. #1

Allora, piccola lezioncina.
Per me, ci sono le cose belle e le cose brutte (come per tutti, suppongo).
Il confine è molto semplice, anche se non ben delineato; in mezzo ci sono, comunque, le cose carine e le cose che mi lasciano indifferente. Un po' come il PH dell'acqua, per intenderci.
Le cose brutte sono quelle che mi fanno star male, non importa quanto. Il mio gatto che non si trova per due giorni è una cosa brutta, qualcuno che piange è una cosa brutta. Qualcuno che cade no, perché rido da matti. Piuttosto è brutto il fatto che non provi vergogna di ciò...
Le cose belle (è bello anche solo spiegarlo...) sono quelle che mi fanno sorridere. Quindi tu puoi essere anche gobbo, con gli occhi e il naso storto e i piedi più lunghi delle gambe, ma se mi fai sorridere, oh, per me sei bello.

Tutto questo per dire: "Se io ti dico sei bello, sta' zitto. Eccheccazzo".

luglio 01, 2011

Cit. 13

Cari professori miei, io vorrei che in giro ci fossero meno bulli del cazzo e più gay, più dreadlock e meno monclair, più Stratocaster e meno DJ, chiama la strega di Blair che ho un progetto in mente: rimanere sempre adolescente.
Io sono molto calmo, ma nella mente ho un virus latente incline ad azioni violente.
Si sente sempre più spesso che sono un pazzo depresso, meglio depressi che stronzi del tipo “Me ne fotto”. Perché non dicono “Io mi interesso”?
Che si inculino un cipresso, dunque, tanto il mio destino è stare solo con chiunque.
Alle bestie regalerò i miei sorrisi come Francesco d’Assisi e Pippi Calzelunghe.
Trovo molto interessante la mia parte intollerante che mi rende rivoltante tutta questa 'bella' gente.

(La mia parte intollerante - CapaRezza)

giugno 29, 2011

L'amarezza nell'appurare che alle tre e mezza non c'è un cane ancora sveglio (eccetto quello dei vicini).

Sono le tre e mezza e dormire quasi sembra impossibile, qui.
Ho sfatto e rifatto il letto la bellezza di quattro volte, e neanche quella sottospecie di intruglio che in teoria dovrebbe farmi venir sonno riesce a combinare qualcosa.
Il fatto è che ho caldo, e poi vorrei essere ovunque tranne che qui, o almeno di nuovo al telefono con chi dico io, ché con chi dico io è bello parlare di me senza dire una seppia – ciao, sì, sì, sto bene, eh, sì, no, vabbè, cosa c'entra, non è che se uno dice che odia tutti è misantropo, perché dare un nome per forza alla cosa? Poi non odio la gente in generale, diciamo che sopporto a malapena tutti quelli che non conosco a prescindere e ho seri problemi a digerire il settanta per cento di quelli che conosco, ecco. Sì, sì, ho dormito stanotte. Cioè, stamattina. Ho dormito dalle sette alle dieci, poi mi sono alzata e ho pulito casa. Son brava, ve'?

giugno 24, 2011

Piccole conversazioni che mi fan sorridere per tre giorni di fila.

-Oh, rallenta, ho le gambe corte io!
-Uh, sei una bugia: hai le gambe corte...
-E il naso lungo!
-Tu non hai il naso lungo, ce l'hai un po' a patata.
-Ah. Grazie, eh.
-Era un complimento, scema.

giugno 23, 2011

volevo dire un paio di cose ma le ho dimenticate tutte.
la prima cosa però la ricordo, perchè è una cosa che mi sta creando un sacco di problemi -due punti- non funziona quel cazzo di tasto altresì noto come 'shift', indi per cui non posso inserire due punti, punti e virgola, punto esclamativo e, soprattutto, le lettere maiuscole e le parentesi.
'orca eva.
detto ciuò.
la scuola è finita. hurrà.
no, non era sarcasmo. cioè, sembrava, ne sono consapevole, ma era un 'hurrà' serio. detto con la voce più stanca di questo mondo, ma sono seriamente contenta.
l'estate promette bene, nel senso che ho -ri-trovato delle personcine adorabili che abitano a cinque minuti a piedi da casa mia che come me detestano i posti troppo affollati e allora facciamo allegramente gli asociali o alternativi che dir si voglia passeggiando per le strade deserte fumando sigarette e facendoci venire le voglie di alcol che però vendono solo nei posti affollati. il classico cane che si morde la coda.
certo, c'è l'esselunga, ma di giorno è troppo lontana e di sera è chiusa.
non han proprio voglia di lavorare 'sti qua.
ad ogni modo, ormai è giovedì 23 giugno 2mila11 -mi garba un sacco scrivere gli anni così. è 'nammmèrda ma mi garba un casino- e io ad essere depressissima non sono più autorizzata, ergo sole vino e trallallà. no, il vino no, che ibò.
che poi, a proposito di sole, siamo a fine giugno ed io son talmente bianca che la vecchietta che abita davanti a me ha fermato nonna per chiederle se per caso son malata. è simpatica lei, signora, gliel'ha mai detto nessuno? anche perchè mamma ora insiste ancora più di prima, perchè eh, se mangiassi qualcosa ogni tanto non sarebbe vero, guarda che figure di merda tocca fare con la gente perchè per te mezzo panetto di stracchino vuol dire pranzare.
ah ma', suppongo che farti i to' cazzi sia un po' troppo difficile, ve' -punto di domanda-.
il mio polso fa pena, sono settimane che mi fa male ed avrei dovuto tenerlo fermo così da non peggiorare il tutto, ma siccome mi voglio tanto tanto bene la fascia apposita ho iniziato ad usarla mercoledì scorso, per poi smettere sabato perchè il polso non mi faceva più male. o meglio, da fermo era come se non ci fosse. m'accontento di poco io. in compenso stasera mi sono messa a giuocare a pallavolo con un pallone da basket e 'sto cazzo di polso è peggio di prima.
maremma maiala.
ma io dico, cos'ho fatto alle mie articolazioni che sembrano volermi far passar la voglia di fare alcunchè -punto di domanda-.
tanto io faccio quel che mi pare comunque, tiè.

bòn, basta.
giuro che appena si sblocca quel cazzo di shift sistemo tutto, maiuscole, punteggiatura e soprattutto quei 'perchè' con l'accento sbagliato.
abbiate fede, o amabili grammatici.

giugno 16, 2011

Le conversazioni telefoniche di mia madre sono la cosa migliore che madre natura ha deciso di regalarmi (dopo il pollice opponibile).

Sono tipo venti minuti che mamma discute con mia zia dicendo in continuazione "Cioèèèèè!", "Ma voglio dire!", "Noooo! Davvero?!? Ma pensaaa!"
Mia madre ha trentasei anni.
Per dire.

giugno 07, 2011

Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui.

Son qui che ascolto i Nickelback, non so bene perché io stia ascoltando proprio loro che mi fan ricordare un sacco di cose che a mezzanotte e un quarto sarebbe piuttosto meglio tentare di dimenticare, però la voce di Chad è dolce mentre mi si bagnano le guance.
Stasera sono tanto triste.


Settecentodiciotto giorni; è passata la mezzanotte quindi settecentodiciannove.
Ho il tuo quaderno qui accanto a me, dicevi che i miei occhi sono belli e che quando hai letto per la prima volta delle labbra di Jun hai pensato alle mie, io non credo di avere una bella bocca, ma sostanzialmente tu di me trov(av)i belle tante cose che io detesto, come il mio naso o le mie mani, quindi mi pare pure assurdo stare a disquisirne ancora, soprattutto dal momento che tu queste righe non le leggi, figuriamoci.
Ho ancora da capire perché io ti scriva, anche se la risposta forse sta tutta nel fatto che 'scrivere a qualcuno è l'unico modo di aspettarlo senza farsi male' e io anche se mi dico di no forse ancora un po' ti sto aspettando, non ci voglio pensare al fatto che tu non torni più, mai più, neanche per sbaglio, neanche se il treno deve fare una fermata imprevista; non ci voglio pensare al fatto che io di treni posso prenderne quanti me ne pare ma di fatto da te non ci arriverò mai -maimaimai- e neanche riuscirò a scappare da questo soffocante bisogno di te che mi fa dolere le ossa tutte e non mi lascia scampo alcuno.
Vomito parole con le stesse modalità con cui l'anno scorso di questi tempi stavo vomitando l'anima per quella dannata ansia mista a dolore e paura e vergogna che m'ha corroso le pareti dello stomaco, e non so bene se io lo stia facendo perché ero in astinenza da tastiera o se perché proprio ho questo effettivo bisogno di sfogarmi, fatto sta che è mezzanotte e venticinque ed io domattina alle otto e mezza devo essere a far lo stage e sarebbe carino non andarci con l'aria da zombie, ma non m'importa, tu neanche mi vedi.
Quest'aria da emo depressa vorrei togliermela di dosso, ma è proprio più forte di me, mi torni in mente all'improvviso e non posso far altro che chiedermi se ho mai vissuto altri istanti oltre a quell'esatto momento in cui ho realmente appreso che tu te n'eri andato senza possibilità di ritorno, come quando si spegne il computer e perdi interi documenti di word e conversazioni di messenger, 'ciao e vaffanculo'.
Prendo tanti caffè, ultimamente anche al ginseng perché ha il sapore di quell'affare che bevevo sempre a casa tua e di cui non ricordo il nome, anche perché me lo preparavi sempre tu ed io non mi premuravo di far altro che ringraziarti. Sembra che io cambi le mie abitudini e vada avanti, quando la realtà è solo che sto tornando indietro perché è il sette giugno e tu mi manchi tanto, magari un giorno andrò in stazione e prenderò un treno a caso e magai mi troverò in una città deserta che non profuma di te, e scoprirò che la tua mancanza è un prezzo che posso pagare purché io possa ricordarti.
Non te ne andare, non te ne andare, non lasciarmi andare, per favore, non te l'ho potuto dire ma adesso ascoltami, non te ne andare, non voglio che tu mi manchi anche stanotte, divento tutta rossa quando piango e poi mi viene pure mal di collo, facciamo che tu non te ne vai e io bevo un po' meno caffè, mi c'impegno, te lo giuro.




Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio.

giugno 06, 2011

[...] and scars are souvenirs you never lose, the past is never far.
Did you lose yourself somewhere out there?
Did you get to be a star?
And don't it make you sad to know that life is more than who we are?
[...] I think about you all the time, but I don't need the same.
It's lonely where you are.
Come back down, and I won't tell 'em your name.



Credo che aspettare che mia sorella s'addormenti solo per rubarle il computer e pubblicare una citazione dei Goo Goo Dolls sia molto triste, quasi quanto bere birra.
Ultimamente non mi stupisco più di niente.

vi amo, ma vi odio, però vi amo tutti.

Ogni tanto mi capita d'aver bisogno di digitare sulla tastiera parole a caso senza rifletterci poi così tanto, come adesso che non ho la più pallida idea di cosa io voglia esattamente scrivere ma non m'importa.
Sono giorni che non scrivo niente perché mancano il tempo e la voglia e le parole, forse, non lo so, mi pare di essere impostata sul pilota automatico e non avere il tempo materiale di concentrarmi sulle mie sensazioni/emozioni che semplicemente mi assalgono, come ieri che ho pianto e singhiozzato tutto il giorno fino a farmi venire male al collo e alla testa; fortuna che in televisione c'era un film di quelli che farebbero piangere chiunque e mi son potuta giustificare così.
La verità neppure voglio dirla perché mi sento patetica, mi stanco anche di sentire l'eco dentro di me che bisbiglia -l'eco bisbiglia- sempre la stessa frase; mi sento sola, ci sono tante persone intorno a me ma mi sento sola comunque, non so perché, non riesco a trovare un filo di logica in niente in questo periodo ad essere sincera, non credo sia un bene.
Sto andando allo sbaraglio, prendo il caffè con il sale perché son troppo distratta e confondo i barattoli e poi non me ne frega niente e butto giù comunque; fa(ccio) schifo ma chissenefrega.
Ho fatto un incubo bruttissimo stanotte, stamattina allo stage ero più di là che di qua, ho detto d'aver sonno -ci cascano sempre tutti, ma non credo d'essere brava a fingere.
Mi sto attaccando tantissimo all'aspetto linguistico delle cose, son più pignola del solito e correggo tutti più di prima; non riesco ancora bene a capire perché per la gente questo sia sinonimo di noncuranza, come se una persona che quando parla al femminile dice 'le' anzi che 'gli' non sappia sentire emozioni come gli altri. Magari è vero, me l'hanno già detto in tanti che sono strana, però possibile che io mi volti così in fretta quando mi s'inumidiscono gli occhi?
Ci provate a farmi ridere e ci riuscite -siete tanto belli-, ma non lo so, forse il punto è appunto che sono strana, ma non è una cosa duratura, mi sento male in fretta, e non in senso fisico, non saprei bene spiegare esattamente in quale senso, dal momento che di fatto il mio star male dentro si riversa inevitabilmente in sensazioni fisiologiche quali mal di testa e strani capogiri messi in secondo piano da dolorose fitte a petto e stomaco, ma di fatto la causa è altrove, la causa è dentro, come uno strano virus che viene confuso con una semplice indigestione.
Soffro di emicrania e di claustrofobia, anche se non nel senso comune del termine, perché per me qualsiasi luogo è un ambiente chiuso e senza finestre e senza vie d'uscita, ma forse resterei più volentieri in un ascensore di quelli che non riescono a portare più di quattro persone che non in una piazza gremita di gente che mi guarda e mi fa sentire un po' fuori luogo, con la mia pelle bianchissima e la mia morbidosità, anche in casa mia, non so perché, mi nascondo anche dagli specchi; vorrei farmi piccola piccola e non ci riesco, vorrei diventare invisibile come i mostri che mi respirano sulle scapole la notte, solleticandomi la pelle ed il collo, facendomi venire brividi che mi fanno svegliare tremante e piangente come un salice che vede il mondo passare e non riesce a muoversi dalla sua zolla desolata, e non ci riesco, -nonciriescononciriescononciriesco.
Nonna si raccomanda tanto, “Lavati le mani spesso, che con questo batterio...” e la mia risposta la irrita, perché la guardo negli occhi e le dico “Io voglio morire”, pensa che scherzi, forse è così, non saprei dirlo neanche io, ma inspiegabilmente non mi scappa da ridere come ogni volta, forse è una cosa a livello di inconscio e subconscio, neanche ho mai capito dove stia esattamente la differenza.
E nel mio computer non funzionano né Internet Explorer né Mozilla, Messenger sì, non so cosa prenda a quel dannato aggeggio, adesso sto usando quello di mia sorella, gliel'ho rubato per un lasso sufficiente di tempo, ora torno a leggere per la centomillesima volta 'Castelli di rabbia' -forse è per questo che mi viene da piangere.


Non è niente, stai tranquilla, è solo il cuore. […] Quanta gioia, quanti giorni, quanti sbagli, quanto freddo nei polmoni (che dolore!); non è niente, non è niente, lascia stare...

maggio 30, 2011

Disperazione mod. on.

Non lo so, ho gli occhi che si chiudono da soli ed una voglia di addormentarmi su questo divano comodo comodo comodo che non ne posso più, ma resisto.
Devo studiare scienze, anche se in teoria la so a memoria, però non si sa mai, ché conoscendo quella vac- tro- putt- brava donna della mia prof. ci sta che vada a beccare proprio quella cazzo di cosa che casualmente domattina non ricorderò.
Ho ripreso a dormire poco, è tornato il mal di stomaco e sono tornati i caffè schifosissimi che mi fan venire il vomito ma pace, basta ingerire caffeina, e a chiunque mi chieda "che hai?" propino i soliti "Niente, sono esaurita con 'sta cavolo di scuola", "Niente, ho un sonno boia", "Niente, ho i pianeti di traverso". Tanto in un modo o nell'altro me la cavo sempre.
Internet non funziona, qui ci sto scrivendo dal computer di mia sorella che ho rubato fingendo di dover cercare una cosa su wikipedia. Mi sto esaurendo, 'kay?
Ho una scritta sul braccio che mi fa sorridere tantissimo e tipo due minuti prima che finisca la pausa che mi sono concessa.
Torno ai trasporti di membrana.
Vi ho voluto bene.

maggio 22, 2011

Come on, let me hold you, touch you, feel you always, kiss you, taste you all night.

Questa incredibile voglia di stringerti, adesso, o magari farmi stringere da te mentre siedo qui con il libro di storia sulle gambe cercando di memorizzare qualcosa; sarebbe bello avere un motivo valido per distrarmi, un motivo valido per dire "Non ce la faccio a studiare se tu fai questo e quest'altro", (sarebbe bello avere te), ma temo dovrò accontentarmi di questi insulsi pensieri che mi fanno incazzare con me stessa, perché, di fatto, un motivo valido non c'è, (perché, di fatto, tu non ci sei). Tu non sei qui a distrarmi con i polpastrelli che leggeri passano sulla parte alta della mia schiena, perché se tu fossi in questa stanza malamente illuminata da una vecchia lampada verde sapresti certamente che è proprio una di quelle cose che mi fanno collassare, non c'è niente da fare, i baci sul collo mi lasciano impassibile ma se mi fiori la schiena crepo, son fatta così.
Nell'undicesimo secolo sono nati i comuni e a me non me ne frega una sega, voglio solo che tu mi suoni al campanello senza apparente motivo, solo per dirmi "Vieni un po' giù?" e poi aspettarmi seduto sul muretto con lo sguardo perso in oceani che potrò visitare solo guardandoti negli occhi e in nessun altro modo, ed un sorriso bellissimo quando spunterò tutta spettinata dal portone e ti dirò "Se m'avessi avvertito mi sarei resa presentabile", che poi sappiamo tutt'e due che io non sono mai presentabile ma non importa, mi piace quando fai finta che non sia così; potresti fingere un pochino anche stasera che sono già le nove ma il sole ancora illumina -beato lui che ne ha voglia- ed il fiume fa un suono stupendo, una bellissima nenia cantata con la voce roca di un'acqua che di correre dietro al suo mare non si stanca mai, chissà se io farò la stessa triste fine.
Sono dieci minuti che provo a dire 'episcopato' e m'impapero, però chissenefrega, è ben più grave che io continui a dipendere dagli altri sempre e comunque senza amarmi nemmeno un pochino, quel che basterebbe per concedermi una serata post giornata pesante senza il costante pensiero che da sola non sarò mai abbastanza e la sensazione opprimente di tristezza assoluta, quella che da un po' di tempo a questa parte mi fa elemosinare alcol a destra e a manca mentre fumo sigarette che riempiono i polmoni, cosa che da sola mi sembra di non saper più fare (ma è l'asma, è l'asma).

(it's getting harder to stay awake and my strength is fading fast)

maggio 20, 2011

Ho cambiato le impostazioni di Windows, ed il risultato mi sta gasando da morire.

E' tipo così:



ed è fighissimo.

Sono nella merda.

PAM.
Così, alla cattiva.
Sono nella merda.

Sto studiando storia (domani interrogazione, YEAH! -si noti cortesemente il sarcasmo, ché io storia proprio non la sopporto, del tipo che anzi un aglio in culo, per dire), domani ho la verifica di matematica (e la vedo brutta, so fare tutto ma la vedo brutta comunque), lunedì verifica di latino (e il fine settimana va allegramente a farsi fottere), martedì verifica di scienze e interrogazione di letteratura, mercoledì verifica sui Promessi Sposi (che mi stan sul cazzo da morire, tra parentesi) o poesia, non si sa, giovedì tre ore di latino barra storia (interrogazione di entrambi), venerdì verifica di storia dell'arte (che io studio e rimuovo simultaneamente) e sabato verifica di matematica (un'altra, sì).
Al che, settimana delle interrogazioni dell'ultimo momento. Ma è giugno, il karma ha tutto un altro equilibrio.

Voglio andare in Norvegia, chiudermi in una baita e passare il resto della mia vita a scrivere, leggere e farmi recapitare caffè a domicilio, porca di quella maremma maiala.

maggio 15, 2011

Cit. #12

Pur continuando a respirare e a mangiare, ho perso tutto ciò che ho mai potuto aggiungere alle mie funzioni biologiche. Non è che una morte approssimativa.

-Emil Cioran.

Mi sento molto misantropa, lo ammetto.

Il discorso è che eccetto una decina molto molto molto scarsa di persone, mi stanno tutti sul cazzo.

Punto della situazione fatto da una me dolorante che certamente ha ripetuto cinquanta volte le stesse cose -ma non ha voglia di correggere una cippa.

Ultimamente vivo in un perenne stato di emicrania e vertigine, che non è né paura di cadere né voglia di volare quanto, semplicemente, voglia di cadere e basta.
Svengo spesso, episodio tanto assurdo quanto fastidioso, perché perdere i sensi è una cosa che proprio non tollero, perché mi perdo cose che poi devo farmi raccontare viste da qualcun altro, e quindi non ho una testimonianza precisa, ma offuscata. Non mi piace perdermi le cose.
Ammetto che ultimamente mangio meno del solito, però compenso con creme al caffè prese quasi ogni giorno, quindi in teoria non dovrei cadere in tranelli come i cali di ferro/vitamine/proteine/zucchero, cosa che testimoniano pure le analisi del sangue fatte l'altra mattina. Non mangio niente ma le analisi sono a posto, ho un culo pazzesco.
Vivo in uno stato (quasi) perenne di apatia, perché non provo sentimenti che non siano irritazione -è un sentimento?- e tristezza, tristezza che mi spinge ad aver bisogno di qualcosa di almeno un pochino ino ino alcolico e che mi riduce a vagare per posti in cui cose squisite quali crema di whiskey e vodka sono entità sconosciute, elemosinando sorsi di birra (che tra l'altro è molto squallida e mi fa pure cagare) e Breezer, che altro non è che succo di frutta frizzante e, tra parentesi, mi fa altamente schifo, soprattutto all'arancia.
Ieri sera ho rivisto tante persone che avrei preferito non vedere mai più, così il mio livello di tristezza è salito tantissimo e mi veniva da piangere e l'emicrania è peggiorata. Mi è passata solo quando, arrivata a casa, ho bevuto un bicchiere di Baileys leggendo quel benedetto libro di Baricco che mi è stato finalmente regalato (graziegraziegraziegraziegrazie), cosa che mi ha, onestamente, fatto nascere qualche (ulteriore) dubbio circa la mia normalità: il mal di testa, con l'alcol, non dovrebbe peggiorare?

maggio 10, 2011

Stavo pensando a quella volta in cui io leggevo Baricco e tu m'hai confessato che non l'avevi mai letto, io t'ho guardato come se avessi bestemmiato e m'hai detto "Leggimelo tu, dai".
Sono tornata alla prima pagina di OceanoMare ed ho iniziato a leggere ad alta voce, con attenzione, senza la vergogna che mi prende di solito perché con te non mi vergogno di niente, sarà questo che mi spinge a considerarti realmente amico, probabilmente l'unico, non lo so.
Te l'ho letto in una giornata, praticamente, e alla fine m'hai detto "Posso chiamarti Elisewin, sì?".
E niente, pensavo che mi manchi. Magari domani ti chiamo.
Io non lo so cos'è che prenda al mio apparato locomotore, ma le mie ginocchia mi stanno mandando affanculo da venerdì, e le mani mi fanno un male cane e si rifiutano di scrivere qualsiasi cosa. La matita la impugno bene, ma scrivo in una lingua che pare più aramaico. Tant'è.
Sono stanca, oggi sono andata a letto e vaffanculo, ché ieri sera per guardarmi Hugh che scuoteva quel benedetto bacino ho spento la tv all'una e mezza e fino alle tre meno qualcosa non sono riuscita ad addormentarmi. Ho dormito (quasi) tutto il pomeriggio ed ho ancora sonno. Secondo me ho un po' di febbre, ora me la misuro.

Gli INVALSI di stamattina erano per bimbi scemi, io l'ho detto da subito. C'è stato chi m'ha detto "Parla per te!", ma seriamente, se è difficile dire che funzione abbia 'Ti' nella frase 'Ti ho visto ieri pomeriggio' sparatevi tutti quanti e spiegatemi come fate ad essere in seconda liceo, grazie.
Il questionario personale chiedeva il grado d'istruzione dei miei genitori, io quello di babbo non me lo ricordavo. Faccio schifo, lo so, ma oh. C'era la domanda "Quanti libri hai in casa (esclusi quelli scolastici)?" e c'ho dovuto ragionare un po'. Più di duecento. Olè.

Ho riletto quel che ho scritto nell'ultimo periodo e mi vorrei picchiare da sola, perché non me n'è mai fregato niente d'andar bene agli altri e di certo non inizierò ora.
(Non è vero, me n'è sempre fregato tantissimo, ma non l'ho mai detto, quindi insomma, non lo dovevo dire e basta).

Ora vado a letto.
Sì, ho sonno.
Sempre detto io che in realtà sono un panda.

maggio 09, 2011

E' mezzanotte, domani ho le prove invalsi e se non vado a letto immediatamente sarò tanto in coma da scriverci sopra che i marshmallows sono in realtà cacca d'unicorno.
Su Canale 5 c'è Hugh Grant.
Fanculo agli invalsi.
Oggi ho fatto una figura di merda col famoso tizio del bar e niente, ci sto rimuginando da ore.
Sono stanca, mi costa fatica anche digitare a computer, ora mi vado a sdraiare un po', tanto stasera non cenerò.
Buona vita.

maggio 08, 2011

Momenti scazzo, così.

Senti, parliamoci chiaro: io non sono bella. Sono bassa ed in sovrappeso, ho la pelle bianchissima, degli strani puntini sulla parte superiore delle braccia ed un naso che odio, anche se tutti mi dicono che in realtà è bello; ho i piedi grandi, sono goffa e vado a sbattere ovunque, sono pigra, divento isterica se non soddisfo il mio (quasi) costante bisogno di caffeina, fumo ed impreco quando voglio fumare ma non posso, non mi piace la cioccolata -eccezion fatta per i gianduiotti ed il Kinder Cereali-, non mangio né carne né pesce ed, anzi, quando vado nel reparto carne/pesce del supermercato rischio seriamente di svenire, non digerisco il fritto e quando mangio le patatine poi sto male, sono asmatica ed allergica ad un sacco di cose, tipo muffa, umidità, polline e pelo di cane; rischia di scoppiarmi la vena del collo quando sento la gente che sbaglia i congiuntivi, sento odori che nessun altro sente, ci metto vent'anni a spiegarti cosa provo, non sono capace a descrivere posti, persone o sentimenti, ci sono cose di cui non riesco a parlare, arrossisco per qualsiasi cosa, mi tremano le mani quando mi apro con la gente -anche adesso, per dire- e divento cattiva quando mi arrabbio; odio la gente in quanto massa informe e senza preciso pensiero, non sopporto chi giudica, chi gioca con i sentimenti altrui e chi dice una cosa ma ne pensa un'altra, e tutto questo odiare e non sopportare mi rende incredibilmente acida e prevenuta sul prossimo; mi costa una fatica immensa stare in posti affollati, non mi piace andare al mare in estate, trovo sempre del negativo in ogni situazione e non so parlare lentamente.
E questi, te lo giuro, sono solo alcuni dei miei difetti. Probabilmente conoscendomi e guardandomi ne troveresti altri, sotto ogni punto di vista.
Però, sul serio, ti amerei davvero come ti meriti, perché ad amare e sorvolare su ogni singolo difetto degli altri sono bravissima, o meglio sono bravissima a trovarci qualcosa di dolce, nei difetti degli altri, e finire per amare anche quelli; perché m'intestardisco sulle persone che mi sembrano diverse, come te, e per loro (per te) davvero farei di tutto, perché io non mi amo per niente ma gli altri li venero, e non voglio sentirti dire che è sbagliato, vorrei solo sapere che razza di profumo abbia la tua pelle, vorrei che tu mi stringessi forte e mi dicessi che ti vado bene così, anche se non soddisfo dei precisi criteri, vorrei che tu mi sorridessi un po', anche se probabilmente non me lo merito, non lo so.
È che tu sei tanto bello, io no, però ho appena visto 'La Bella e la Bestia', per stasera ci voglio sperare.

maggio 07, 2011

Cit. #11.

Se fossi davvero una bella persona, non scriverei.
- Anne Roiphe.

E non ho niente da aggiungere.

Quando si dice che la radio sa sempre cosa (non) deve fare.

Oggi ero al bar del famoso ragazzo dei gianduiotti e blablabla, ed alla radio -che da lui è sempre accesa- c'erano i Paramore, quindi sostanzialmente io stavo aspettando di ordinare il mio caffè con Hayley Williams che gridava All I wanted was you!, e la cosa m'ha stordito così tanto che alla fine gli ho detto "Mi dai un Breezer alla pesca?". Niente caffè.
Me l'ha stappato e sono andata a sedermi fuori -in attesa- con la mia agenda e la mia matita, ed ho scribacchiato di pensieri confusi che mi vorticavano in testa, probabilmente spinti da "Somebody told me" che nel frattempo aveva preso a diffondersi nell'aria.
Niente insomma, ero lì seduta su una scomoda sedia di ferro di questo bar che bevevo strizzando ogni tanto gli occhi perché a me la roba frizzante non piace mentre scrivevo righe e righe con la mia calligrafia ultimente parecchio disordinata, e con una parte della mia mente seguivo le voci dello speaker che su un mio 'La cosa che probabilmente mi dà più fastidio è non conoscere il tuo profum-' ha detto "Ed ora i Radiohead, All I need!". Ho chiuso gli occhi, la 'o' non l'ho fatta, ho semplicemente respirato a fondo ed eliminato ogni odore e suono escluso la canzone, perché la frase I am all the days that you choose to ignore ultimamente la sto scrivendo ovunque -pensando a lui, tra l'altro- e quindi niente, ho pensato "Ma allora Zeus ce l'hai proprio con me, eh. Cazzo, almeno fulminami! Lo preferisco".
Al che ho finito d'attendere, sono arrivati tutti, m'hanno abbracciata tanto, quasi quasi non ero più neanche triste, mi hanno anche regalato il libro di Kafka che mi mancava, il pomeriggio è passato in fretta, ho pure ordinato un caffè -doppio, lo ammetto.
Stavamo andando via, il barista è uscito, mi ha guardato e mi ha sorriso, ed in quell'esatto istante la radio ha gridato Usami, straziami, strappami l'anima, fai di me quel che vuoi.
E nulla, è l'una di notte ed è meglio se vado a letto, sì.

maggio 05, 2011

Non lo so, sto un po' così, oggi ho diciassette anni, ne avrò diciassette per un altro anno, probabilmente, la cosa non mi tocca se non per il fatto che tu diciassette anni non li hai, mi piacerebbe li avessi ma non li hai, alla fine quello che piacerebbe a me non corrisponde mai alla realtà, anche adesso che vorrei potermi fare un caffè ma non posso, oppure oggi che volevo fumare una sigaretta e non ne avevo più -così imparo a comprare i pacchetti da dieci, però porca miseria-.
Ho studiato storia dell'arte oggi pomeriggio e non ricordo nulla, già lo sapevo, però mi vien rabbia perché ho studiato, ho perso il pomeriggio e non ricordo quanto è alto quella cazzo di statua, mi fa pure cagare, tra l'altro, e domani sono interrogata e come minimo me la chiede, vorrei non lo facesse ma lo farà, come sempre.
Stamattina mi sono incazzata con il mio professore d'inglese, perché stavo scrivendo e m'ha fatto metter via tutto, e poi quando ero a fare le frasi ha detto che in realtà non lo stavo facendo, gli ho fatto vedere il quaderno, ha girato le pagine fino a quel "I am all the days you choose to ignore" della prima pagina e m'ha detto 'Stavi facendo questo, non le frasi', ed avrei voluto dirgli 'Ma vaffanculo, vecchio di merda!' però non l'ho fatto, gli ho sarcasticamente detto che in realtà stavo progettando una centrale nucleare perché sono troppo brutta per i festini di Arcore ed i soldi mi servono, lui m'ha ignorato e va bene così, però insomma, checcòglioni.
Sabato uscirò di casa per andare a scuola e non tornerò in tutto il giorno perché fanno crollare le case davanti alla mia, nonna sta già dicendo che crolla anche casa nostra ed il fatto che ogni volta che dice qualcosa con quel tono succede davvero mi sta facendo sudar freddo, ché lei è quella che ha detto 'In Cile succederà qualcosa di brutto' ed è tornata col piede rotto, quindi insomma, le ho detto di star zitta ma intanto ho un'ansia incredibile, e mentre lei prega Padre Pio io le suggerisco di lasciar stare i morti e sedersi un po' sul divano, io all'ansia non ci voglio pensare, perché io non posso pregare nessuno, perché io ci ho provato a credere in qualcosa ma non ci riesco, e alla fine ho detto qualcosa simile a 'Chi vivrà vedrà', frase che ho sempre odiato.
Ho i capelli bagnati, la maglietta di mamma ed i pantaloni di babbo, ed ora che sto scrivendo qui mi rendo conto di quanto io sia stata triste oggi, ho pure visto G. che m'ha guardato strano, sarà perché ultimamente ignoro il mondo -lui compreso- e se n'è accorto, non lo so, però m'ha suggerito di prendermi un gelato al fiordilatte perché 'oggi è buonissimo'; non gli ho voluto dire che la coppetta al fiordilatte l'ho sempre presa il giorno del mio compleanno giusto per non dovergli dire che era il mio compleanno, però insomma, mangiavo quel gelato e mi veniva da piangere -la piazza è cambiata tanto, hanno anche tolto la nostra panchina, sarebbe stato bello se tu fossi stato seduto sulla sedia davanti alla mia col tuo Maxibon a cui avrei fregato un morso della parte col biscotto, a dirmi 'Cioè, tu sei nata il cinque del cinque, e se fai la somma delle cifre del tuo anno di nascita -mangia la tua coppetta!- ottieni di nuovo cinque', che è uno dei discorsi che tu mi hai insegnato a fare, perché io da te ho imparato tante cose, come credere nel destino, trovare i miei numeri ovunque, sottolineare le frasi belle nei libri e leggere Hemingway, ed oggi tu m'avresti regalato quel libro che cerco da tanto, lo so, ma me lo comprerò da sola, non importa; magari ci metto un fiocco rosso sopra tanto per sentire meno la tua mancanza, perché magari a quest'ora io e te non staremmo neanche più insieme, però lo so che di sorriderti non avrei smesso mai.
Sto abbracciando il mio peluche grande grande, quello che una volta profumava di gelsomini ma ora sa solo di detersivo, perché io da piccola dicevo che una volta raggiunti gli otto anni non sarei più cresciuta, ed io diciassette anni non li voglio avere, questione di principio, non li hanno ne Lui né G., io voglio fermarmi prima o addormentarmi e svegliarmi venticinquenne, magari evitanto l'interrogazione di storia dell'arte.
Sto piangendo, ma sorrido, perché due anni fa a quest'ora ero in spiaggia con una taglia di reggiseno in meno e un po' di buoni pensieri in più, e questi due anni non sono passati, con le date e le candeline hanno fatto confusione, chiudo gli occhi, io sono in spiaggia, senti che profumo il mare!, sento pure la chitarra, 'I felt in love at the seaside!', le onde hanno un suono bellissimo, Il mare sembra triste, mi vien quasi da sorridere, Perché il mare sa sempre tutto.

Io oggi volevo solo poter far finta di niente, poter far finta che fosse un giorno normale, fregare i ricordi, ultimamente stavo andando bene, e invece niente.
Mai una volta che andasse come dico io, cazzo, mai.
Mh, okay, oggi è il mio compleanno, non volevo auguri e me ne stanno facendo più che mai (legge di Murphy, quel genio).
Però ho cambiato tattica: l'anno scorso ho detto che non ne volevo ed ho ignorato tutti i commenti su Facebook, gli sms e le mail; quest'anno siamo già alla venticinquesima notifica, al settimo messaggio privato su Facebook, alla quinta mail, al decimo sms e alla quinta chiamata, ed io sto facendo finta d'essere contenta, ringrazio tutti e nelle risposte scritte aggiungo anche faccine fatte di 'd' maiuscole e parentesi tonde per far vedere che sto sorridendo, ché magari così inizio ad abituarmi e torno a farmi star simpatico il mio compleanno, che per il secondo anno di fila non festeggerò perché è una di quelle cose che facevo prima e che ora non sarebbero più uguali, e va bene così insomma, non voglio neanche rimuginarci più di tanto sul fatto che sono proprio diciassette, i miei anni, adesso.

Il mio ex, quello che m'ha lasciato perché non gliel'ho data e quando mi vede neanche mi saluta, è stato il primo a scrivermi in bacheca, e tra l'altro il suo messaggio è uno dei pochi che non si limita ad un tristissimo "auguri :)", scritto così, senza maiuscole o punteggiatura, ed io mi son limitata a mettere 'Mi piace', ché se avessi commentato avrei scritto "Strafottiti".

aprile 28, 2011

Cit. #10

Mi manchi tu, la fantasia, il cinema, l’estate indiana. Mi servi tu, un brivido, il ghiaccio nel campari soda. Fumo un’altra sigaretta, perché è facile buttarsi via; respiro e scrivo tutto quello che mi manca: è un’assurda specie di preghiera che sembra quasi amore... Piangi Roma, muori amore, splendi sole da far male; ho già fatto le valigie, ma rimango ad aspettare.
Ridi Roma, ridi amore. Dice il telegiornale che la fine si avvicina, io m’invento un gran finale.
[...]
Mi servi tu, la malattia che spazza via la razza umana.

Hysteria (che non c'entra niente, ma mi son fissata con i Muse).

Oggi ho visto un bambino con i capelli quasi arancioni, gli occhi azzurri ed un sacco di lentiggini, così, con gli occhi a cuoricino, ho chiesto ad un mio amico se me lo regala per il mio compleanno (che incombe, tra parentesi). Lui s'è avvicinato al bambino e gli ha chiesto se poteva darmi un bacino sulla guancia, il bambino, seppur confuso, ha risposto di sì e credo di esser diventata rossissima, però mi son venuti i crampi alle guance a causa del sorriso enorme che ho avuto per circa mezz'ora.
Qui c'è il sole ed a casa mia c'è profumo di mare, non so bene come sia possibile dati i cinque chilometri di distanza, ma c'è. Ho steso i panni stamattina ed ora oltre ad essere asciutti profumano d'acqua salata, son contentissima -mamma dice che lo sento solo io, ma non importa.
I pioppi sono in fiore, cosa che potrebbe anche sembrare positiva se non fosse che io ai pioppi sono terribilmente allergica, tanto che respiro a cane ed il mio naso cola come non so cosa. Il tormentone della settimana è "Maledetti pioppi", che detto con il naso tappato diventa "Balededdi biobbi", che a sua volta mi ricorda un sacco la "Balbettante bambocciona banda di babbuini" della McGranitt.
Sabato sera ho un compleanno, non ci vorrei andare ma il festeggiato mi sta chiedendo se vado dall'undici aprile ed ogni due giorni me lo ricorda. Non sono tanto cattiva da dirgli che ho un impegno, però il mio lato misantropo preme per essere accontentato e quando sabato sera avrò gli occhi iniettati di sangue e gli istinti omicidi a palla scatenerà in me il classico "Lo sapevo, cazzo, lo sapevo che non dovevo venire, lo sapevo", perché io lo so sempre eppure ci casco ogni volta come un'idiota.

E niente, scrivere qui mi mancava tantissimo.

aprile 24, 2011

Oggi è una giornata un po' così, e non sono tanto le mie turbe mentali quanto questa dannata allergia che mi sta distruggendo. Ho il naso difettoso e l'asma e le gambe che cedono continuamente, cheppalle.
Sono giorni -tanti giorni- che non riesco a scriver nulla, neanche un post su questo blog; è come se non sapessi più come si fa, come piazzare le virgole, come legare le parole, come scegliere i termini adatti e come descrivere le situazioni, e la cosa ovviamente diventa più irritante ogni giorno che passa, perché ho tante cose da dire e me le tengo tutte dentro, non sono abituata ad abortire le storie, non è da me, non mi riconosco più.
Quando scrivo gli sms non metto faccine, neanche una, non mi viene spontaneo, probabilmente è perché ultimamente la mia espressione facciale è sempre la solita (questa qui => .__.) e non è che calzi sempre a pennello in ogni circostanza.

E niente, tutto questo perché avevo bisogno di dire questa cosa e credo che possa interessare a qualcuno in particolare.
Il blog me lo son fatto per queste situazioni, alla fine.

aprile 13, 2011

Ci tenevo a dire che anche se il mio corpo è formato per il 70% da acqua e per il restante 30% da buoni propositi che ci affogano dentro (cit.), ho quasi dimezzato la caffeina, che ora assumo giusto la mattina e nel dopo pranzo, anziché ogni dieci minuti e prima di andare a letto.
Sto soffrendo come un cane, ma arriva l'estate e posso compensare con la Coppa del Nonno della Motta che sostituirà, da ora in avanti, la maggior parte dei miei pranzi e delle mie pause caffè.

Mi sto impegnando, giuro.

aprile 12, 2011

Mi piacciono le persone che capiscono i doppi sensi ed ancora di più quelle che riescono a ridere e scherzare anche senza metterne mai, senza dover fare battute squallide.
Amo chi è coerente e chi pensa quello che dice, ancor più di chi dice quello che pensa.
Mi garba un sacco chi non ha vergogna nel fare i complimenti se questi sono sinceri, ed adoro quelle persone che non ci riescono e allora ci girano intorno un po' goffamente oppure te lo fanno capire e basta.
Mi piace chi mi spiazza con quelle frasi dolci ma non troppo e ancora di più chi mi abbraccia mentre mi dice che sono una cogliona, perché somiglia un po' di più al mio modo di dimostrare affetto.
Amo chi capisce che parlare al telefono mi dà fastidio e preferisco i messaggi, e chi se ne strafrega e se sono un po' giù mi telefona e mi canta una canzone oppure inizia a farneticare un po' così, tanto per farmi sorridere.
Mi piacciono quelle persone che sanno cos'è la discrezione e non mi chiedono cos'io abbia, aspettando che io me la senta di raccontarglielo, e forse ancora di più, anche se non sembra, chi appena coglie una nota strana nella mia voce prende e si fa sette chilometri per arrivare sotto casa mia, poi mi manda un sms con scritto 'Free hugs. Scendi con una scusa'.
Amo le persone e odio la gente, che può sembrare una contraddizione ma tra 'gente' e 'persone' c'è un sacco di differenza. Le persone sono bellissime e la gente è una merda.



Post senza senso, ma mi andava così.

aprile 11, 2011

Sono in una fase di transito tra il periodo di depressione acuta ed uno che mi auguro sia migliore, nel frattempo tutto ciò che ho è una promessa fatta a me stessa, un impegno ad essere felice, ci sto provando, e per sigillare l'accordo ho tinto di nuovo i capelli. Ho eliminato il rosso ed ho fatto un colore simile al mio nero, ma più scuro e con i riflessi blu. Io ma più forte. E' così che voglio essere. Me stessa ma più forte.
Amy dice che il mio livello di coglionaggine ultimamente è molto elevato, io dico che cerco solo di non essere drastica, e probabilmente è la stessa cosa.
Ho un polso fasciato e l'allergia, il polline mi gira intorno e ne sento il profumo, ed è forse una similitudine che devo usare da qualche parte perché in effetti a me il profumo del polline piace da matti, lo amo, solo che poi inizio a starnutire e mi vien l'asma, quindi è un po' come l'amore, alla fine, però per ora non voglio usarlo da nessuna parte, non sto scrivendo d'amore, l'unica cosa che ho in testa parla d'amicizia, magari dopo cerco di scriver qualcosa.
Oggi pomeriggio ho un compleanno, dovrei studiare biologia ma non importa, mi basta aver fatto poesia, neanche la mia coscienza pare tanto turbata.

Probabilmente mi innamorerò sempre di qualcuno che ama qualcun altro. Perché? Così. Ho un talento particolare per le situazioni impossibili. Tutti hanno talento per qualcosa.
(David Grossman).

aprile 05, 2011

Ho subito un trauma in quarta elementare che mi ha spinto ad odiare la mia data di nascita, ma non è questo il punto.

Tra un mese esatto è il mio compleanno ed io non voglio né auguri né feste né regali, eppure qui son già tutti a chiedermi dove festeggerò e cosa voglio perchè con me "Non si sa mai, hai dei gusti strani".
A prescindere dal fatto che non ho gusti strani, è che semplicemente mi fanno cagare Hello Kitty e Betty Boop e non tollero il rosa ed il giallo, non è difficile da ricordare, che poi potete anche riassumere la regola in "E' femminile? Allora scordatelo", comunque, a prescindere, per il mio compleanno non voglio niente, se proprio vi sentite sporchi di coscienza datemi i soldi, che io li giro ad Amy e lei mi può regalare quella benedetta tartaruga, che ormai ne parlo come se già gironzolasse per casa, o ancora meglio convincete mamma a mandarmi all'Iday a settembre, magari tutt'e due le giornate, toh.

Niente, tutto questo per far vedere anche qui che sono un'asociale che odia essere al centro dell'attenzione.
Ma quando un ragazzo ti regala sempre i Gianduiotti, ti sorride, si ricorda come ti piace il caffè e ti sgrida se non ti fai vedere spesso, è un buon segno?
Perché io son dei giorni che mi smonto da sola ogni volta che mi vien da sorridere come una cretina, ma inizio seriamente a farmi qualche domanda.
Mi dà un sacco fastidio quando io con tantissima fatica riesco a dire quello che sento ed il mio interlocutore mi risponde "E vabbè, è normale".
"E' normale" un cazzo, okay?!
Voglio che le mie disgrazie vengano prese sul serio.

ndA: l'ultima frase è una citazione del Piccolo Principe.

aprile 04, 2011

Let's conspire to regnite all the souls that would die just to feel alive.

Ascoltare i Muse prima di andare a letto fa bene, è salutare, per una lunga serie di motivi: la voce di Matt è terapeutica, i testi ti fan sentire meno solo, la musica dà una carica pazzesca, ma dolcemente, piano, ti culla un po' l'anima così, delicatamente.
E poi insomma niente, va così.

Pensavo che magari sarebbe carino poter bere un goccio di Baileys, ho una voglia matta, però da sola mette molta tristezza, io ho deciso di non voler più essere triste, bisogna reagire qui, quindi niente, in questi giorni sto scherzando e ridendo e facendo un sacco di battute, e in casa apparecchio e sparecchio ed ho iniziato di nuovo a fare tutti tutti i compiti, senza contare che quando mi fanno incazzare cerco d'essere diplomatica, e poi faccio un sacco di foto ed ho trovato un equilibrio con il caffè, la mattina faccio colazione -anche se probabilmente è perché non ceno, stasera ho mangiato un quarto di patata lessa ed ho mal di pancia, non so che cacchio passi per la mente del mio corpo- e arrivo sempre un po' prima a scuola per andare al bar (da sola) a comprare le chewing-gum.
Quindi appunto il bicchierino di Baileys nella più totale solituine stona, non mi piacciono le cose che stonano, quindi adesso vado a letto e domani ne berrò un po' con qualcuno, qualcuno troverò, no?

Cantano i Muse 'I want it now, give me your heart and your soul', ed è passata velocemente per la mia testa l'idea che io il mio cuore e la mia anima li darei volentieri a qualcuno, ma non adesso, prima è meglio restaurarli un po', anche se siamo già a buon punto, quello sì, ma c'è un po' di ruggine sopra, son bruttini a vedersi. Torni a trovarci.
In questi giorni parlo spesso a condizionali, nel senso che faccio parecchie cortesi richieste. "Verresti", "Potresti", "Diresti".
Stavo per scrivere un altro post di questo tipo, poi ho pensato che sono già troppi e allora vado a letto, ci penso e domani (?) scrivo un post allegro, o almeno un po' meno nostalgico, ecco.
(Me) lo prometto.

marzo 30, 2011

Crepuscoli verdastri sul mare blu che nelle foto sembra quasi amaranto.

Potresti per favore stare un po' qui, accanto a me, giusto un pochino, non chiedo tanto, cinque minuti, e con la tua cassa toracica scaldarmi la pelle, così da far entrare il calore dentro? Ho i polmoni freddi (potrebbero bloccarsi, che dici?), faccio fatica a respirare, abbracciami un po'. Potresti per favore dirmi qualcosa sul mio sorriso, qualsiasi cosa, giusto per farmi capire che lo guardi, ogni tanto? Mi andrebbe bene anche un "Quando sorridi hai la bocca storta", che un po' è vero perché sollevo più il lato destro di quello sinistro, ma non è questo il punto, perché io non sorrido mai sul serio, solo ogni tanto, vorrei che tu te ne accorgessi e notassi la differenza. Potresti per favore avvicinarti un po', anche più di un po'? Ho voglia di sentire il tuo profumo, mi piacerebbe poterlo ricordare stasera, associare al tuo odore un'immagine e magari un suono, e collegarlo una canzone che ascolterò solo per sentire la tua pelle nelle mie narici, sarebbe bello.
Potresti per favore non andar via, non anche tu? Qui vanno via tutti, non lo so bene il perché, però non vorrei lo facessi anche tu, non è una sensazione piacevole, sto stringendo persone come fili d'erba tra le dita per non lasciarli andare più, però alcune persone sono alghe e per tenerle tengo la testa sott'acqua (potrei metaforicamente affogare, che dici?), e a me l'acqua salata sulla pelle dà pure fastidio. Potresti per favore regalarmi un libro di Baricco, anche se non hai molta scelta perché me ne manca giusto uno, ma qui non si trova, solo nelle grandi città? Sarebbe una cosa carina se tu prendessi un treno solo per farmi un regalo, un regalo così, sono più o meno otto euro, sarei tanto felice, Baricco non me lo regala mai nessuno, me lo compro sempre da sola (solo il primo era un regalo, ma è mondo a parte), gli altri mi regalano Fabio Volo, neanche mi piace, ma non importa, il fatto è che se tu me lo regalassi sarei felice, e lo sarei anche se tu me lo procurassi e basta, io poi ti darei i soldi, quelli non m'interessano tanto quando si tratta di Baricco, però ci siamo capiti, no? Potresti per favore stasera canticchiarmi qualcosa? Sono tanto triste, non so perché, mi viene da piangere, non piangerò, ora vado a letto, buonanotte, dormi bene, mi raccomando.

Cit. #9

Nella buca scavata alla veloce, ne trovarono uno con un braccio spappolato, l'altro alzato in aria, come a voler fare una domanda. Falla, kamerad. Posso non morire?

Alessandro Baricco.

marzo 29, 2011

Ora di religione.
La professoressa scrive alla lavagna Beato te che...
«Completate la frase».
Risultato?

Beato te che
-sai scrivere.
-sai leggere.
-sai parlare il kazako.
-sai ascoltare il kazako.
-sai dire "giudizio".
-a volte ti lavi.
-sai dire "gl".
-nel 1988 hai visto i Guns 'n roses live.
-hai la mente libera.
-sai dire "iPod".
-hai tanto tempo.

Che poi io avrei voluto mettere "Beata te che fai robbba con Johnny Depp", ma ho preferito evitare.
Però ci stava.

marzo 27, 2011

Silence only reminds you how broken you are.

Ci tenevo solo a dirti che non sono più esattamente la stessa di prima, che sono un po' più forte, che alle prese in giro so rispondere a tono, che so ordinare da sola al bar senza balbettare tanto, che adesso il latte lo bevo anche da solo, che uso anche le scarpe di tela, che adesso riesco a dormire anche se qualcuno mi tocca e che attraversare le piazze e far la spesa da sola non mi fa più paura; però volevo anche che tu sapessi che in fondo non sono cambiata poi così tanto, che a scuola ho ancora vergogna ad alzare la mano e preferisco star zitta o rispondere e basta, che correggo ancora chi sbaglia i congiuntivi, che mi arrabbio ancora davanti alla televisione, che preferisco ancora scrivere con la matita, che cammino ancora con calma, che annuso ancora i vestiti degli altri, che il mare lo preferisco ancora in inverno, che quando sono particolarmente in crisi vado ancora diretta al frigo e che John Lennon è ancora il mio preferito, anche se adesso ci sono tanti cantanti che mi piacciono un sacco e che l'han quasi raggiunto. E poi volevo dirti che a un certo punto uno deve farsi una ragione di tutto, perché il mondo va avanti sia che tu riesca a tenere il passo sia che a te sia venuto un crampo bestiale, ed io che non sono tipa da corsa sto cercando solo ora di raggiungerlo, ma camminando con calma e soprattutto da sola, perché è così che funzionano certe cose, e che se per caso dovesse venirmi voglia di appoggiarmi a qualcuno lo farei, anche se questo qualcuno non fossi tu -e non sarai tu-, perché è così che funziona, mica per altro. Quindi niente, tu mi manchi tanto, però il sole continua a sorgere ogni mattina e io devo andare a scuola e studiare e sorridere e poi mi piacerebbe tanto innamorarmi come si deve di qualcun altro, e non importa se tutto questo lo faccio e lo farò chiedendomi se il sole crea ancora le stesse ombre sul tuo viso, tu non ci sei, io sì, devo restare concentrata, ti penso ma non devo, ti penso ma è tutto qui. Volevo dirtelo.

marzo 23, 2011

Come passare una bella giornata:

- Bere caffè.
- Indossare cose che ti fanno sentire a tuo agio.
- Dire "Grazie" e "Per favore".
- Dire a qualcuno che gli vuoi bene.
- Mangiare prima il dolce.
- Guardare il tramonto (o l'alba).
- Sorridere (un sacco!).
- Leggere un libro.
- Preparare qualcosa da mangiare a qualcun altro.
- Augurare agli altri una buona giornata.
- Guardare un bel film.
- Augurare agli altri una buona giornata.



Prima che arrivi il genio della situazione: la ripetizione è intenzionale.
Prima che arrivi l'altro genio della situazione: sì, è la traduzione di una cosa che gira su internet da un sacco di tempo, con qualche modifica.

marzo 22, 2011

E questi sono i miei gatti bellissimi che mi seguono in cantina quando vado a prendere il vino di nonno e guardano curiosi la macchina fotografica che ho al collo, e sono stupendi perché tra le altre cose sono empatici, ed oggi che sono contenta vogliono giocare, invece ieri che ero triste strofinavano il muso contro le mie gambe.


marzo 21, 2011

Ma che freddo fa.

E' la prima sera di primavera, neanche sembra vero che sia già il ventuno marzo duemilaundici, qui fa freddo, oggi più di ieri, sono in casa col cappello di lana, come sempre, ma oggi è per scaldarmi un po', le mie guance sono fredde, è perché sto male dentro, succede così, non so perché.
Arriva la primavera ed a me pizzica il naso, cosa un po' strana, a dir la verità, perché di fiori qui non se ne vedono neanche più di tanti, ancora, ma sarà perché anche gli alberi invisibili fioriscono, è un loro diritto, chissà che bei fiori hanno, io ne sento il profumo e mi pizzica il naso, però mi piace, un po', non tantissimo, però un po'.
Sono le undici passate ed io sono passata da Yellow Submarine a Caterina Caselli, non so se rendo l'idea del caso clinico che sto diventando, però insomma, va bene così, non è che posso intestardirmi sempre sulla musica come si deve, devo peccare anche io, eccheccazzo.

Cos'è la vita senza l'amore?
E' solo un albero che foglie non ha più!
E s'alza il vento, un vento freddo,
come le foglie le speranze butta giù.
Ma questa vita cos'è se manchi tu?