giugno 06, 2011

vi amo, ma vi odio, però vi amo tutti.

Ogni tanto mi capita d'aver bisogno di digitare sulla tastiera parole a caso senza rifletterci poi così tanto, come adesso che non ho la più pallida idea di cosa io voglia esattamente scrivere ma non m'importa.
Sono giorni che non scrivo niente perché mancano il tempo e la voglia e le parole, forse, non lo so, mi pare di essere impostata sul pilota automatico e non avere il tempo materiale di concentrarmi sulle mie sensazioni/emozioni che semplicemente mi assalgono, come ieri che ho pianto e singhiozzato tutto il giorno fino a farmi venire male al collo e alla testa; fortuna che in televisione c'era un film di quelli che farebbero piangere chiunque e mi son potuta giustificare così.
La verità neppure voglio dirla perché mi sento patetica, mi stanco anche di sentire l'eco dentro di me che bisbiglia -l'eco bisbiglia- sempre la stessa frase; mi sento sola, ci sono tante persone intorno a me ma mi sento sola comunque, non so perché, non riesco a trovare un filo di logica in niente in questo periodo ad essere sincera, non credo sia un bene.
Sto andando allo sbaraglio, prendo il caffè con il sale perché son troppo distratta e confondo i barattoli e poi non me ne frega niente e butto giù comunque; fa(ccio) schifo ma chissenefrega.
Ho fatto un incubo bruttissimo stanotte, stamattina allo stage ero più di là che di qua, ho detto d'aver sonno -ci cascano sempre tutti, ma non credo d'essere brava a fingere.
Mi sto attaccando tantissimo all'aspetto linguistico delle cose, son più pignola del solito e correggo tutti più di prima; non riesco ancora bene a capire perché per la gente questo sia sinonimo di noncuranza, come se una persona che quando parla al femminile dice 'le' anzi che 'gli' non sappia sentire emozioni come gli altri. Magari è vero, me l'hanno già detto in tanti che sono strana, però possibile che io mi volti così in fretta quando mi s'inumidiscono gli occhi?
Ci provate a farmi ridere e ci riuscite -siete tanto belli-, ma non lo so, forse il punto è appunto che sono strana, ma non è una cosa duratura, mi sento male in fretta, e non in senso fisico, non saprei bene spiegare esattamente in quale senso, dal momento che di fatto il mio star male dentro si riversa inevitabilmente in sensazioni fisiologiche quali mal di testa e strani capogiri messi in secondo piano da dolorose fitte a petto e stomaco, ma di fatto la causa è altrove, la causa è dentro, come uno strano virus che viene confuso con una semplice indigestione.
Soffro di emicrania e di claustrofobia, anche se non nel senso comune del termine, perché per me qualsiasi luogo è un ambiente chiuso e senza finestre e senza vie d'uscita, ma forse resterei più volentieri in un ascensore di quelli che non riescono a portare più di quattro persone che non in una piazza gremita di gente che mi guarda e mi fa sentire un po' fuori luogo, con la mia pelle bianchissima e la mia morbidosità, anche in casa mia, non so perché, mi nascondo anche dagli specchi; vorrei farmi piccola piccola e non ci riesco, vorrei diventare invisibile come i mostri che mi respirano sulle scapole la notte, solleticandomi la pelle ed il collo, facendomi venire brividi che mi fanno svegliare tremante e piangente come un salice che vede il mondo passare e non riesce a muoversi dalla sua zolla desolata, e non ci riesco, -nonciriescononciriescononciriesco.
Nonna si raccomanda tanto, “Lavati le mani spesso, che con questo batterio...” e la mia risposta la irrita, perché la guardo negli occhi e le dico “Io voglio morire”, pensa che scherzi, forse è così, non saprei dirlo neanche io, ma inspiegabilmente non mi scappa da ridere come ogni volta, forse è una cosa a livello di inconscio e subconscio, neanche ho mai capito dove stia esattamente la differenza.
E nel mio computer non funzionano né Internet Explorer né Mozilla, Messenger sì, non so cosa prenda a quel dannato aggeggio, adesso sto usando quello di mia sorella, gliel'ho rubato per un lasso sufficiente di tempo, ora torno a leggere per la centomillesima volta 'Castelli di rabbia' -forse è per questo che mi viene da piangere.


Non è niente, stai tranquilla, è solo il cuore. […] Quanta gioia, quanti giorni, quanti sbagli, quanto freddo nei polmoni (che dolore!); non è niente, non è niente, lascia stare...

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