novembre 28, 2012

Niente ha un senso e tutto ha il fango. (?)

Tutto il giorno a spalare il fango dei vicini e imprecare contro il mio telefono che è diventato cieco e sordo da quando il cane s'è spaventato e l'ha fatto cadere, sono stanca morta e voglio dormire, non sentire tutti parlare delle frane e della pioggia e dell'asfalto saltato e delle trombe d'aria e delle scuole chiuse. 
Natale è vicino e lo dicono tutti, chiedono cose riguardo il mio regalo e io che non ci voglio pensare dico "Datemi i dindi" suscitando cori di "Ma sì forse è meglio così ti prendi quello che vuoi", non è quello il motivo ma okay, va bene, basta che la piantate, il Natale è una festa brutta e l'unico contributo che avrete da me saranno gli origami coi tovaglioli e le canzoni natalizie con la pianola giusto perché ormai ve l'ho promesso, non chiedetemi altro, neanche di aiutare a cucinare il dolce, arrangiatevi, io voglio solo dormire fino al trentuno per poi svegliarmi e dire a tutti "Stasera non vengo perché sono stanca", tornare a letto e svegliarmi il sei, in tempo per mangiare il carbone, ascoltare le solite lamentele di nonna sulla cena che non era buona, il prossimo anno facciamo una spaghettata e basta, tanto l'importante è stare insieme e risponderle lo dici tutti gli anni e tutti gli anni poi ti lamenti, bevi il the e comincia a parlare del pranzo di Pasqua.

novembre 22, 2012

Scusate, VI PREGO, mi dite perché consultando la pagina dell'origine del traffico di questo blog alla voce "Parole chiave per la ricerca" compare "Lamantini peluches"?


Io non ho mai avuto un lamantino peluche. *faccia triste

novembre 21, 2012

Tu che mi offri ogni giorno altre trame.


Ieri ci siamo incontrati quasi per caso, come d'altronde facciamo sempre, sono mesi che non programmiamo di vederci, lo facciamo e basta, ha accostato il motorino davanti a me, m'ha salutata, ha borbottato qualcosa sui miei occhi ed è andato a cercare parcheggio promettendomi di fare presto – ha fatto presto sul serio.
Quando è tornato, m'ha raccontato d'aver detto a una ragazza che lo tormenta da settimane di essere fidanzato, guarda caso con me, e che io sono gelosissima e gli ho pure fatto cancellare il profilo Facebook, balla che s'è inventato per giustificare il fatto che l'ha bloccata.
Avrei tanto voluto chiedergli perché proprio con me e non con la bionda che pare piacergli di più, ma ho preferito tacere e ad acconsentire a rispondere al telefono e recitare la mia parte in caso lei lo chiamasse di nuovo – si fanno cose strane, a volte, per le persone.
Oggi mi ha chiamato G. e mi ha invitato ad andare con lui ed un altro G. (che per non confonderlo col primo chiameremo P) all'Ipercoop – sì però scendi subito, sto già arrivando lì con la macchina –, premettendo che ci sarebbe stato anche Lui ma ci saremmo visti là perché preferiva venire in moto.
La prima tappa, però, l'abbiamo fatta sotto casa sua, perché quando ha saputo che sarei andata anch'io ha deciso di fare il viaggio con noi. Si è seduto accanto a me, mi ha raccontato che ieri sera ha litigato con suddetta bionda perché si è stancato, lei lo usa e basta e lui vuole tornare ad essere quello di prima, io ho sorriso, ho detto “Era ora” e lui s'è allungato a baciarmi il naso. Mi ha accarezzato la mano per tutto il viaggio, scattandomi foto a tradimento e cantando con trasporto canzoni di cui non sono riuscita ad afferrare le parole.
Abbiamo fatto il nostro giro nel centro commerciale, riuscendo a farci rientrare una lunga tappa in libreria anche se nessuno di loro ama leggere – la Marika vuole andare in libreria, non l'ha detto ma lo so, (sorriso), voi fate quello che vi pare, io ce l'accompagno, semmai ci vediamo dopo.
Mentre tornavamo indietro G. ha acceso il riscaldamento per non far appannare i vetri, io e lui avevamo caldo – diocane, peggio della sauna –, io mi sono tolta la giacca e la sciarpa, lui ha optato per la felpa e la maglietta restando a petto nudo nell'abitacolo ormai un po' troppo stretto e, quando io ho fatto una battuta sulla temperatura interna in continuo aumento, ha sganciato anche il bottone dei pantaloni lanciandomi uno sguardo ammiccante a cui vorrei aver risposto a gesti, ma non l'ho fatto.
Ho iniziato a guardare fuori dal finestrino lamentandomi perché il repertorio musicale non comprendeva i Three Days Grace e lui, dandomi ragione, ha giurato che quando avrà la macchina farà un CD chiamato per la mia Marikina che conterrà solo le loro canzoni, io ho sorriso e ringraziato allungandomi a dargli un bacio sulla guancia, ma lui ha preferito che io glielo dessi sulla pancia – non so proprio dirgli di no, e poi quanto mi piace la tua pancia, gnam.
Poco dopo ha allungato il braccio come in quei film americani in cui il ragazzo abbraccia goffamente la Mary Sue della situazione ed ha iniziato ad accarezzarmi i capelli.
G. ha guidato un po' male, così ad entrambi è venuto il mal di pancia anche se io, mentre gli accarezzavo lo stomaco, ho fatto di tutto per non farglielo notare con lo stesso impegno con cui lui cercava di non farlo capire ai due seduti davanti; quando però la mia espressione è diventata eloquente, s'è arrabbiato moltissimo ed ha cominciato a gridare contro il conducente (che non andrebbe disturbato ma a noi ce ne strabatte) comunicando, tra le altre cose, che la prossima volta io e lui andremo in moto, e impara a guidare dioporco. Ci siamo accarezzati a vicenda la parte lesa fino all'arrivo, io con la testa sulla sua spalla e lui con la tempia sui miei capelli – non mi stancherò mai di dirti che hai un profumo buonissimo, sai? Nessun'altra ragazza profuma così, e il bello è che è proprio il tuo odore perché non usi profumi.

Adesso stiamo passando la serata a taggarci in canzoni meravigliose su Facebook, commentando con cuoricini che non si capisce bene se siano riferiti agli artisti o a noi due, che siamo bellissimi, questo mi pareva doveroso sottolinearlo – lui però di più.

novembre 07, 2012

Mi piacciono le cose inutili.

Funziona così, nella mia scuola:
Tu sei una studentessa normale, no? Sì, vabbè, magari in qualche materia raggiungi l'otto o il nove ma sei tutto sommato nella media, ti ammazzi sui libri (all'ultimo) come tutti gli altri ma hai, deo gratias, almeno quello, la fortuna di memorizzare in fretta - motivo per cui posso spesso permettermi di studiare ventordici pagine il giorno prima, ovviamònt.
Il fatto è questo: prendi nove, te l'han regalato - è una leccaculo, vorrei sapere cos'ha detto più di me, prende i voti alti perché spaccia muffins in aula insegnanti, tutti quei discorsi lì.
Prendi sei, t'han regalato pure quello - ha studiato a memoria, senti come s'arrampica sugli specchi, io l'ho detta meglio, blablabla.
Son contenti solo se prendi quattro, cosa che per quanto mi riguarda non accade da tre anni buoni - alla faccia vostra, gnegnegne.
Ora.
Non me ne frega niente, eh, dicano quello che vogliono, io francamente sono arrivata al punto che mi basta arrivare alla maturità, uscire con sessanta e annatevenetuttaffanculo, però, 'sti cazzi, fatevi 'na vita vostra, e diocane.


Mi sono fissata con gli Script, son due giorni che canto "The man who can't be moved" come se io fossi in possesso di un briciolo di qualità canore, però io faccio come le cocorite, che san benissimo di rompere i coglioni ma continuano a gracchiare come se non ci fosse un domani.
Ah, e ho intenzione di fare una di quelle cose tipo "30 days of books" - non proprio con i libri, era per fare un esempio -, appena trovo la voglia provo a fare una cosa che richiede impegno e senso del dovere (?) inizio, ché dicono che a diciotto anni sia arrivato il momento di arricchire la lista

Cose da fare ogni giorno:
- Tumblr
- lavarsi denti/ascelle/piedi/culo più volte possibile
- mangiare e bere (cose analcoliche)
- dare da mangiare al cane
- la cacca


Quindi sì, insomma, cerco di iniziare da cose semplici e socialmente (in)utili per non rischiare di fare come quando a dodici anni mia mamma ha detto "Devo responsabilizzarti, ecco le chiavi di casa", neanche a dirlo le ho perse il pomeriggio stesso. Magari avrebbe potuto dirmi "Devo responsabilizzarti, ora ti do un mascara da tre euro dei cinesi e tu cerchi di non perderlo, se lo perdi niente pancakes". 

novembre 05, 2012

E' successo che non sono andata al Lucca Comix.

Temo francamente che la questione non possa essere compresa dal resto dell'umanità, pertanto ho ben pensato di spiegare il titolo - che secondo me si spiega da solo, ma la vita vera dice di no.

Ordunque.
Martedì - domani, cazzo, domani - è il compleanno di questo tizio ignobile.
Ora, io dico, tralasciando quelli nati vicino al Natale che più sfigati di loro nessuno, ma si può essere così stronzi da nascere a neanche tre giorni di distanza dal Lucca Comix? Umanamente impossibile.
Io non sono figlia di nababbi e, purtroppo, neanche di un parlamentare, motivo per cui mamma (in questo post, NapoOrsoCapo) ha detto "Scegli".
Proprio così, eh, scegli.
No.
NapoOrsoCapo queste cose non le capisce proprio, secondo me. Io capisco tutto, eh, non dico che avrebbe dovuto farmi fare entrambe le cose perché io stessa mi sarei rifiutata, ma almeno non far decidere a me. Dimmi "No, il regalo non glielo fai, vai solo a Lucca", e io ti dico okay, ma no, eh, scherziamo?, no, sei grande e vaccinata e devi decidere da sola.
Siccome - chi legge questo blog dovrebbe saperlo, e se non se n'era ancora accorto fanfulle - io sono notoriamente cogliona, cos'ho deciso di fare? Di fare 'sto fottutissimo regalo di compleanno, passando due notti su internet a cercare una fottutissima macchina fotografica che non oltrepassasse il tetto dei venti euro per quattro persone, e di non andare a Lucca.

Avete mai avuto amici merde? Io sì.
Tanti. Proprio a pacchi, se ne volete uno ve lo regalo.
E' da giovedì che, uno alla volta, mi chiamano, mi scrivono, mi taggano nelle loro fottutissime foto su Facebook per dirmi "Che peccato che tu non sia venuta, è stato così bello!".
...
La fava è stata bella, okay?

Ciliegina sulla torta, io domani, mentre lo stronzo festeggia hip hip hurrà che bello ho vent'anni, io sono interrogata di filosofia.
E uno dice "Eh, non sei andata al Lucca Comix, hai avuto quattro fottuti giorni per impararla meglio di Galileo stesso, la saprai come sputare in terra".
Ovviamente no.
Punto primo, io neanche so sputare - sì, lo so, mi devo vergognare, lo faccio da diciotto anni, lasciatemi stare.
Punto secondo, volete mettere il libro di filosofia con la maratona di Man vs. Food? Ma volete mettere? E poi se studio mi perdo Ghost Whisperer e Una mamma per amica, aggiungete che il venerdì esce The Vampire Diaries e TUM, vedrete me disperata, circondata da fogli con parole brutte tipo "De la causa, principio et uno", a sbattere la testa contro il tavolo mentre bevo caffè e fumo sigarette come neanche nei peggiori bar di Caracas.
Sono nella merda.
Vabbè, c'è da dire che fino a Giordano Bruno me la ricordo abbastanza. E' il dopo che mi fotte, ovvero la parte fondamentale, tra l'altro.

Morirò.



- sì, lo so cosa state pensando, che dovrei andare a studiare e togliermi da rompere i coglioni qui sul blog, ma è più forte di me, se non procrastino mi vengono le pustole.