maggio 05, 2011

Non lo so, sto un po' così, oggi ho diciassette anni, ne avrò diciassette per un altro anno, probabilmente, la cosa non mi tocca se non per il fatto che tu diciassette anni non li hai, mi piacerebbe li avessi ma non li hai, alla fine quello che piacerebbe a me non corrisponde mai alla realtà, anche adesso che vorrei potermi fare un caffè ma non posso, oppure oggi che volevo fumare una sigaretta e non ne avevo più -così imparo a comprare i pacchetti da dieci, però porca miseria-.
Ho studiato storia dell'arte oggi pomeriggio e non ricordo nulla, già lo sapevo, però mi vien rabbia perché ho studiato, ho perso il pomeriggio e non ricordo quanto è alto quella cazzo di statua, mi fa pure cagare, tra l'altro, e domani sono interrogata e come minimo me la chiede, vorrei non lo facesse ma lo farà, come sempre.
Stamattina mi sono incazzata con il mio professore d'inglese, perché stavo scrivendo e m'ha fatto metter via tutto, e poi quando ero a fare le frasi ha detto che in realtà non lo stavo facendo, gli ho fatto vedere il quaderno, ha girato le pagine fino a quel "I am all the days you choose to ignore" della prima pagina e m'ha detto 'Stavi facendo questo, non le frasi', ed avrei voluto dirgli 'Ma vaffanculo, vecchio di merda!' però non l'ho fatto, gli ho sarcasticamente detto che in realtà stavo progettando una centrale nucleare perché sono troppo brutta per i festini di Arcore ed i soldi mi servono, lui m'ha ignorato e va bene così, però insomma, checcòglioni.
Sabato uscirò di casa per andare a scuola e non tornerò in tutto il giorno perché fanno crollare le case davanti alla mia, nonna sta già dicendo che crolla anche casa nostra ed il fatto che ogni volta che dice qualcosa con quel tono succede davvero mi sta facendo sudar freddo, ché lei è quella che ha detto 'In Cile succederà qualcosa di brutto' ed è tornata col piede rotto, quindi insomma, le ho detto di star zitta ma intanto ho un'ansia incredibile, e mentre lei prega Padre Pio io le suggerisco di lasciar stare i morti e sedersi un po' sul divano, io all'ansia non ci voglio pensare, perché io non posso pregare nessuno, perché io ci ho provato a credere in qualcosa ma non ci riesco, e alla fine ho detto qualcosa simile a 'Chi vivrà vedrà', frase che ho sempre odiato.
Ho i capelli bagnati, la maglietta di mamma ed i pantaloni di babbo, ed ora che sto scrivendo qui mi rendo conto di quanto io sia stata triste oggi, ho pure visto G. che m'ha guardato strano, sarà perché ultimamente ignoro il mondo -lui compreso- e se n'è accorto, non lo so, però m'ha suggerito di prendermi un gelato al fiordilatte perché 'oggi è buonissimo'; non gli ho voluto dire che la coppetta al fiordilatte l'ho sempre presa il giorno del mio compleanno giusto per non dovergli dire che era il mio compleanno, però insomma, mangiavo quel gelato e mi veniva da piangere -la piazza è cambiata tanto, hanno anche tolto la nostra panchina, sarebbe stato bello se tu fossi stato seduto sulla sedia davanti alla mia col tuo Maxibon a cui avrei fregato un morso della parte col biscotto, a dirmi 'Cioè, tu sei nata il cinque del cinque, e se fai la somma delle cifre del tuo anno di nascita -mangia la tua coppetta!- ottieni di nuovo cinque', che è uno dei discorsi che tu mi hai insegnato a fare, perché io da te ho imparato tante cose, come credere nel destino, trovare i miei numeri ovunque, sottolineare le frasi belle nei libri e leggere Hemingway, ed oggi tu m'avresti regalato quel libro che cerco da tanto, lo so, ma me lo comprerò da sola, non importa; magari ci metto un fiocco rosso sopra tanto per sentire meno la tua mancanza, perché magari a quest'ora io e te non staremmo neanche più insieme, però lo so che di sorriderti non avrei smesso mai.
Sto abbracciando il mio peluche grande grande, quello che una volta profumava di gelsomini ma ora sa solo di detersivo, perché io da piccola dicevo che una volta raggiunti gli otto anni non sarei più cresciuta, ed io diciassette anni non li voglio avere, questione di principio, non li hanno ne Lui né G., io voglio fermarmi prima o addormentarmi e svegliarmi venticinquenne, magari evitanto l'interrogazione di storia dell'arte.
Sto piangendo, ma sorrido, perché due anni fa a quest'ora ero in spiaggia con una taglia di reggiseno in meno e un po' di buoni pensieri in più, e questi due anni non sono passati, con le date e le candeline hanno fatto confusione, chiudo gli occhi, io sono in spiaggia, senti che profumo il mare!, sento pure la chitarra, 'I felt in love at the seaside!', le onde hanno un suono bellissimo, Il mare sembra triste, mi vien quasi da sorridere, Perché il mare sa sempre tutto.

Io oggi volevo solo poter far finta di niente, poter far finta che fosse un giorno normale, fregare i ricordi, ultimamente stavo andando bene, e invece niente.
Mai una volta che andasse come dico io, cazzo, mai.

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