maggio 07, 2011

Quando si dice che la radio sa sempre cosa (non) deve fare.

Oggi ero al bar del famoso ragazzo dei gianduiotti e blablabla, ed alla radio -che da lui è sempre accesa- c'erano i Paramore, quindi sostanzialmente io stavo aspettando di ordinare il mio caffè con Hayley Williams che gridava All I wanted was you!, e la cosa m'ha stordito così tanto che alla fine gli ho detto "Mi dai un Breezer alla pesca?". Niente caffè.
Me l'ha stappato e sono andata a sedermi fuori -in attesa- con la mia agenda e la mia matita, ed ho scribacchiato di pensieri confusi che mi vorticavano in testa, probabilmente spinti da "Somebody told me" che nel frattempo aveva preso a diffondersi nell'aria.
Niente insomma, ero lì seduta su una scomoda sedia di ferro di questo bar che bevevo strizzando ogni tanto gli occhi perché a me la roba frizzante non piace mentre scrivevo righe e righe con la mia calligrafia ultimente parecchio disordinata, e con una parte della mia mente seguivo le voci dello speaker che su un mio 'La cosa che probabilmente mi dà più fastidio è non conoscere il tuo profum-' ha detto "Ed ora i Radiohead, All I need!". Ho chiuso gli occhi, la 'o' non l'ho fatta, ho semplicemente respirato a fondo ed eliminato ogni odore e suono escluso la canzone, perché la frase I am all the days that you choose to ignore ultimamente la sto scrivendo ovunque -pensando a lui, tra l'altro- e quindi niente, ho pensato "Ma allora Zeus ce l'hai proprio con me, eh. Cazzo, almeno fulminami! Lo preferisco".
Al che ho finito d'attendere, sono arrivati tutti, m'hanno abbracciata tanto, quasi quasi non ero più neanche triste, mi hanno anche regalato il libro di Kafka che mi mancava, il pomeriggio è passato in fretta, ho pure ordinato un caffè -doppio, lo ammetto.
Stavamo andando via, il barista è uscito, mi ha guardato e mi ha sorriso, ed in quell'esatto istante la radio ha gridato Usami, straziami, strappami l'anima, fai di me quel che vuoi.
E nulla, è l'una di notte ed è meglio se vado a letto, sì.

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