novembre 18, 2011

Vi prego, uccidetemi.

Sto studiando da centotrentotto ore filate (da domenica mattina, in pratica) senza pause più lunghe dei tre minuti necessari per fumare una Chesterfield -no, neanche per dormire- e credo di non aver mai pensato a buttarmi giù dalla finestra del quinto piano più di così.
- che vabbè, okay che così facendo mi son guadagnata una pagina di diario (so che sembra strano, ma io il giorno dopo già non mi ricordo più com'è andata l'interrogazione -e neanche d'essere stata interrogata-, perciò me le segno) che recita testualmente storia 9, filosofia 8, inglese scritto 10 orale 9, latino 9, fisica 8, italiano "Non me lo ricordo perché l'ho scritto solo sull'agenda, ma era più di otto" (cit.), ma 'sti cazzi.

E poi ho pure finito i minuti/messaggi/mail sul cellulare per colpa di quel rincoglionito di G. che di smetterla di tormentarmi proprio non ne vuol sapere, così fino a domani alle sette il mio Blackberry è sostanzialmente inutile, e come se non bastasse il mio computer è rotto di nuovo, ergo devo approfittare delle pause sigaretta quando mamma non è in casa per usare il fisso, e a un certo punto fava.

Ah, tra l'altro il mio compagno di classe idiota m'ha fatto male alla mano monca per quella cacchio di tendinite, e a lui dedico un caloroso "Vaffanculo, a te, a mamm't e a sor't. E se non hai 'na sorella, AL TUO CANE/GATTO/CRICETO/FOTTESEGA".
Oh.

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