marzo 05, 2011

So far away from where you are.

In giornate come questa in cui sembra un po' primavera anche se il freddo entra tutto nelle ossa -a me che freddo non l'ho mai avuto in tutta la mia vita- mi chiedo se anche io ti manco un po', non dico tanto, almeno un po'.
Il fatto è che quando non puoi chiederlo -a G. ogni tanto lo chiedo, "Ma ti manco un po'?", e lui a volte risponde "sì", a volte risponde "siamo a livelli tollerabili" ed ogni tanto mi chiede se son queste domande da farsi- non ti resta che immaginare la risposta, ed io oggi era così che mi stavo strizzando il cervello -quando strizzo il cervello per cercare una risposta mi viene mal di pancia, oggi avevo delle fitte incredibili-.
Ho pensato di mettermi a studiare per non pensarti, e quasi quasi mi veniva in mente una canzone che ascoltavo da piccola, che onestamente non mi viene neanche in mente quale sia, ma diceva qualcosa come Studiare è inutile, tutte le idee si affollano su te, e comunque insomma mi son messa a leggere i Promessi Sposi per l'ennesima volta -è che a me la descrizione della monaca di Monza garba un casino, ché mi ricorda una frase di Neil Geiman che mi pare fosse She was beautiful but she was beautiful in the way a forest fire is beautiful, o comunque qualcosa del genere, e Gertrude è un personaggio tanto complesso quanto semplice che mi piace da matti- e nell'andare a recuperare il libro mi son trovata davanti il quaderno dei temi delle medie -scrivevo bene, tra l'altro; mi piacciono più i temi di quando avevo dodici/tredici anni che quel che scrivo ora per diletto- e non ho resistito alla tentazione di sfogliarlo, solo che ero in piedi e son scivolati giù tutti i fogli -son sempre la solita imbranata- e sopra tutti s'è fermata una strisciolina bianca, un foglio di quelli per la stampante, di quelli che a me fanno venire il nervoso perché ci scrivo storto e che invece a te garbavano un sacco, ché riuscivi a scriverci sempre dritto a meno che tu proprio non t'impegnassi, e insomma su quella strisciolina c'era scritto in blu -era il tuo colore preferito, il blu, insieme al rosso; ti piace ancora?- "Of course I miss you. I'ts all I do", proprio così, con l'apostrofo sbagliato, ché volevi buttarlo via, quella volta, e invece io me lo son tenuto, ché t'ho pure detto "Fa molto 'Sono umano anch'io', fammelo tenere", e me l'avevi scritto quando c'è stato il periodo degli esami e io non potevo (volevo) uscire.
Ma comunque me lo son trovato davanti, in terra, sopra tutti gli altri fogli, girato nella mia direzione, e tu sai che io già considero un segno il fatto che mi cada sempre la stessa cosa per più di tre volte, figurati se potevo prendere questa come una coincidenza.
Quindi niente, l'ho raccolta e mi son messa a vedere gli altri fogli, e ce n'era un altro tuo, che invece dice "Just wait for the sunshine_" con un cuore un po' strano, di quelli che a me non piacciono, ché sembra più una 'm' che un cuore, però fatto da te è bellissimo.
Gli altri fogli erano miei -frasi di canzoni ed accenni di storie che già mi giravano in testa-, quindi niente d'importante, però volevo scriverti ed i fogli li ho finiti, quindi niente.
Quel che ho scritto stamattina sul quaderno pensandoti terminava con "Ti manco, un po'?".
La mia risposta adesso l'ho avuta.
Anche tu mi manchi un sacco, e ti penso sempre, anche se non sembra, solo che con uno spirito un po' diverso, perché in questi giorni sto bene, incazzature a parte, e ci sto arrivando a capire che non ti ho perso, stai tranquillo, che nel sogno di stanotte m'hai un po' sgridato, quindi ti rassicuro qui, anche se non so se leggerai, ma non importa.
Ho mangiato un po' di marmellata prima, ed era alle more ma non c'entra, perché mora uguale frutti di bosco uguale lampone, che era il profumo che io ti sentivo addosso, anche se in realtà tu di lampone non hai mai profumato, e neanche le tue labbra hanno mai avuto quel sapore, ma io lo sentivo -ero già pazza?- e quindi niente, t'ho pensato.
Un abbraccio, di quelli nostri in cui io ti stringo i fianchi e tu mi avvolgi come a proteggermi dal mondo, che ne ho tanto bisogno.
Mi manca il modo in cui questo sole d'inizio marzo che ancora non scalda i corpi -ma noi un po' sì- avrebbe illuminato il tuo sorriso.
A presto.
Cia'.

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