L'intenzione era, stamattina verso le nove e mezza, venire a casa e scrivere un post sugli effetti che le poche ore di sonno hanno su una povera adolescente che cerca le parole sul dizionario di latino ed incappa, ad esempio, in transfigo, o, nella disperata ricerca della parola 'gens' per trovare un sinonimo di 'gente', in genitalis. Verso le dieci e mezza ho pensato che, tornando a casa, in questo post avrei potuto aggiungere di una verifica di educazione fisica composta da nove domande a crocette fatta in comunità da cinque (loschi) individui seduti attorno allo stesso tavolo che, con la prof alle spalle, si guardavano l'un l'altro e dicevano "Ma secondo te la C è la prima o la terza?", o, ancora meglio, attendevano ansiosamente l'esito della sacra monetina lanciata dalla sottoscritta.
Invece niente, questo post che avrebbe avuto senz'altro un'imponta ironica, dato il buon umore che irradiavo in questa fresca giornata di sole, se n'è andato a puttane, perché dopo quel maledetto incontro di due ore sugli incidenti stradali fatto non dal solito vecchio palloso, ma da una brillante neurochirurga bresciana che parlava in modo molto, ma molto diretto, tutta la mia serenità è andata a farsi friggere, tanto perché ho detto a babbo che avrei smesso di dire 'fottere'.
Niente, ho ancora qualche parola che rimbomba e la pelle d'oca a sentire di tutte quelle vite finite nel cesso per il primo demente che passa, anche dopo la dormita che ho fatto dall'una e mezza a neanche dieci minuti fa, quindi insomma, adesso vado a casa di nonna, studio biologia, ascolto i Beatles e bevo un po' di latte caldo, cercando di raggiungere nuovamente un certo equilibrio emotivo.
Buona giornata (e mettetevi casco e cintura di sicurezza, mi raccomando).
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