novembre 13, 2010

Will you come home and stop this pain tonight?

Sentire la mancanza di una persona è quasi parte integrante dell'essere umano.
Secondo me, quando ci fabbricano, ci danno una serie di cose che sono indispensabili. Un po' come motore e ruote per le macchine. Tipo: 'ognuno faccia come vuole, ma motore e ruote devono esserci per forza'.
Quindi quando fabbricano le persone in una grande fabbrica con le pareti azzurre mettono di serie tre cose: 'Talento innato per il combinare cazzate', 'Sonnolenza', 'Grande vuoto quando qualcuno se ne va'.
Neanche a dirlo, l'ultima la mettono sempre perché uno sì e uno no piazzano anche 'Capacità di scomparire dalla vita degli altri'. Che lo facciano come vogliono, alcune persone lo sanno fare benissimo. Ora si spiega il perché.
E comunque stavo dicendo che siccome io sono un essere umano, almeno finché non riuscirò a dimostrare che sono un panda, mi sento abbastanza giustificata quando mi viene da piangere e sento male allo stomaco e mi gira la testa e vorrei vomitare e non ho fame e mi tremano le mani e le gambe fanno Giacomo Giacomo.
Che io lo sia o no, giustificata, mi sento in diritto di sentirmici.
Fatto sta che, in diritto o no, stasera credo che mi verrà un infarto.
Non che ci sia un motivo in particolare, è un sabato come un altro, ma mi verrà un infarto, e tutto per colpa tua che non ci sei.
Potresti tornare, per una sera? Solo questa, solo stasera.
Il fatto è che son qui a scrivere quando in realtà vorrei aprire la finestra e urlare fino a che non inizierà a farmi male il collo dallo sforzo, e poi riprendere fiato e urlare di nuovo, urlare ancora, urlare finché sarò capace.
Vorrei urlare il tuo nome solo per sentirne il suono. Sussurrato non è la stessa cosa. Sussurrato mi fa paura.
Torneresti a casa, stanotte? In silenzio, non voglio grandi gesti. Vieni, ti sdrai vicino a me, e mi abbracci. Così. Ho voglia di dormire col tuo respiro tra i capelli e le tue dita tra le mie.
Possiamo?

1 commento:

  1. Certo che potete.
    Mi pare fosse Walt Disney, quell'uomo che diceva "se vuoi, puoi." E allora? Fallo. Prenditi tutto il tempo, tutte le carezze, tutti i sorrisi di questo mondo, e falli tuoi.
    Anche solo per un istante.
    Forse il calore di quell'abbraccio sarà meno intenso di quello che ricordavi, ma ci sarà.



    ...Come sei brava. Bravissima. E non lo dico per lusingarti, affatto.
    Sei una scrittrice splendida. Anche se mi spiace sapere che queste meraviglie, spesso, nascono dal tuo dolore.
    Ma te lo dico: tutto passa; bada bene, non "tutto si dimentica". Tutto passa.
    Ovvero... la malinconia scomparirà. Certo, lascerà probabilmente il posto ad una cicatrice indelebile, ma se ne andrà. Non farà più male. E tu sarai libera di ricordare, libera di pensare, senza più dover essere straziata da quell'immenso dolore all'anima.

    Un altro grandissimo abbraccio, per riscaldarti un po' - che qua fa un freddo...! -

    :)

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