novembre 27, 2010

Stanotte ti amerò come se non potessi farlo mai più.

Sabato ventisette novembre duemiladieci, ore ventritre e zero uno, all'orologio da parete con la cinquecento gialla disegnata sopra.

Si dice sabato sera, eppure qui sembra notte, con il buio, il freddo, il profumo di shampoo alla vaniglia e la neve che scende mischiata alla pioggia fuori dalla finestra. Se solo la neve si fermasse, se solo non mi fossi piazzata davanti un libro di latino per smettere di pensare, forse potrebbe sembrare Natale. Forse.
Si dice sabato sera eppure sembra notte, e qui sa tutto di passato e di dicembre, nonostante siamo nel presente e ancora, nonostante tutto, a novembre.
Comunque il discorso è che sembra notte dicembrina e tutto sembra più forte, persino il battito del cuore, e ogni emozione che provo sembra più intensa, come nella canzone, che anche se non amo il genere ultimamente ascolto spesso.
E' come.. è come se la notte fosse densa, e mi sembra quasi di sentire il tempo scandire gli ultimi istanti -ma di chi, poi?-, un respiro non mio, non fisicamente presente, che crea una melodia che pare quasi io conosca da sempre. Sembra di sentire la vita che trascorrerò senza di te.
Di notte un bacio vola verso l'infinito. Infinito positivo, però, ché la distanza che ci divide è crescente, sempre di più, e mi uccide, sempre di più.
Stasera ho voglia delle tue labbra, che in genere sono una delle ultime cose a cui penso, ma è come se mi trovassi nel deserto e le tue labbra fossero una sorgente d'acqua pura con cui placare la mia sete.
Sembra di brancolare nel buio, ora che non ci sei. Chissà chi te l'aveva donata, la tua luce. Chissà chi l'ha deciso, che era l'unica capace d'illuminarmi perfettamente.
Tutto sembra sbagliato, perché il nostro tempo insieme non conoscerà mai futuro, solo passato, perché il nostro tempo insieme è finito e destinato a non essere mai più, e ci sarà un giorno in cui potrò dire di avere amato, amato veramente, e quel giorno starò vivendo del tuo ricordo come faccio un po' adesso.
Il tuo ricordo.
Il mio ricordo.
Il ricordo delle mie dita che accarezzano i tuoi capelli ed i tuoi zigomi.
Il ricordo del tuo calore e del tuo sorriso più marcato sotto il mio tocco.
Il ricordo del mio nome sulle tue labbra.
Eppure.
Eppure voglio pensare che questa notte sia mia, sia tua, sia nostra.
La nostra notte ed io ci terrò nascosti al mondo assopito e disattento, perché per stanotte, di nuovo, io sarò tua e tu sarai mio. Di nuovo.
Di nuovo prima del dolore, mio e tuo.
Prima della tua fine, o forse della mia.
Stanotte lascerò che il mio cuore ti ami senza dirgli che è sbagliato, adesso.
Stanotte lascerò che i miei occhi ti amino perdendosi nelle immagini di te che gelosamente conservo appese dietro le palpebre.
Stanotte lascerò che i miei pensieri ti amino.
Stanotte ti amerò, perchè sarai solo mio. Di nuovo. Solo mio.
Stanotte e mai più.
Stanotte e per sempre.
E rideremo ancora; come sempre, come ora.
Gli angeli vivono in cielo, ma tu resta qua con me.

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