novembre 22, 2010

Quando ti si apre la mente.

La cosa che mi piace pensare è che io non finirò così.
Mi piace pensare che io saprò riconoscere l'uomo giusto, quello che non sarà perfetto, ma giusto, giusto per me, giusto abbastanza da crescere con me, combattere con me, invecchiare con me; quello che mi sorriderà anche quando farò cadere l'olio e che mi abbraccerà quando la domenica mattina lo sveglierò per fare colazione insieme; quello che la sera, quando torneremo dal lavoro, mi sorriderà e mi farà venire voglia di sorridere a mia volta, a prescindere da tutto quello che mi è capitato prima; quello che curerà le mie ferite quando il mondo colpirà troppo forte e che mi permetterà di medicare le sue, perché altrimenti mi sentirò uno schifo.
Mi piace pensare che tutti questi anni di matrimoni finiti male che consumano le persone e di 'Mi raccomando, tu non ti sposare!' mi abbiano insegnato a innamorarmi della persona giusta per me, quella che mi permetterà di andare da mamma con gli occhi vivi solo per dirle "Sai mamma? Ce l'ho fatta. Ho trovato quello giusto, ci pensi? L'eccezione. Lui non è come babbo, sai? Lui sorride, mi abbraccia, mi ascolta e mi parla, e, pensa, quando cado e mi faccio male, lui mi aiuta, mi tira su, e, anzi, quando mi cedono le gambe lui mi tiene per i gomiti e cerca di non farmi cadere proprio. E poi mi parla dei suoi problemi, mamma, e mi fa sentire importante così, come se davvero mi amasse, e infatti mi ama, capisci? Sembra così incredibile.. Si fa dare consigli e, ogni tanto, li ascolta. Mi piacerebbe l'avessi provata anche tu, questa sensazione meravigliosa. Almeno una volta. Però io ce l'ho fatta. Ce l'ho fatta. Io. Non sei contenta mamma? Non sei contenta?".

Conludendo, posso dire che ho appurato tre cose:
a) Sono una gran sognatrice. Prima o poi mi stancherò di schiantarmi ripetutamente contro la realtà, no?
b) Quelle sono le esatte parole che le avrei detto per presentarle lui, se solo avessi avuto tempo e coraggio.
c) Tutto quello che penso/faccio è condizionato dalla vita dei miei genitori. E questo è male.

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