novembre 28, 2010

Ha il viso dolce e due occhi dai lineamenti orientali che stanno a metà tra il verde e il nocciola. Perfettamente a metà.
Ha un neo poco sopra il labbro superiore che non le piace, che vorrebbe nascondere, e invece è bellissimo, solo che lei non se ne accorge.
Ha voglia di scappare da qui, ed ha solo nove anni.
Ieri mi ha urlato che per lei mamma potrebbe anche morire e a lei non gliene fregherebbe niente, e io le ho detto che non è vero, che lo sa anche lei. Però non le ho detto di vergognarsi. Non deve.
L'altro giorno s'è messa a piangere quando babbo se n'è andato. Io non capivo cosa le cambiasse, che lui fosse qui o meno.

Ho una sorella che già adesso sembra troppo grande, eppure troppo piccola.
Sa che questo mondo è una merda, che questa casa è uno schifo, e vorrebbe andare via. Io questa consapevolezza l'ho sviluppata che ero già adolescente.
Non capisce che mamma è così perché è la presenza di babbo che la inquina, non si rende conto che mamma diventa insopportabile quando babbo la chiama e le dice "Stasera vengo a casa". Io queste cose le ho capite che ancora ero in seconda elementare.
Ho una sorella che adesso sta studiando italiano e io cerco di stare calma mentre mi canna quasi tutti i verbi, perché voglio che li impari bene; deve imparare a parlare ed esprimersi, e un giorno mandare tutti affanculo con molta diplomazia. Deve, un giorno, preparare le sue cose, voltarsi verso mamma, e farle un discorso grammaticalmente impeccabile sul che schifo sia vivere qui, prendere e andarsene, prima che qualcuno elabori una risposta anche solo sufficiente a farla restare.
Deve essere pronta a farlo lei, se io non riuscirò, in qualche modo, a farlo.
Deve andare via da questi muri che sudano stanchezza e delusione.
Almeno lei.

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