Questo post lo dedico a chi ha mangiato come un porco e a chi, come me, ha guardato gli altri mangiare perché ha una zia che non comprendendo bene il significato di 'vegetariana' ha preparato solo carne e pesce.
(Un applauso alla zia, su)
Ah, domani riceverò il mio regalo di Natale, che finalmente non sarà un paio di guanti. Quest'anno ne ho ricevuti quattro paia, perché a quanto pare la mia famiglia crede che io sia un polpo.
In compenso, mio zio ha ricevuto un acquario pieno di pesci finti per pescare mentre caga.
Colgo l'occasione per ricordarvi che il mio compleanno è a maggio e che tutti dobbiamo far qualcosa mentre facciamo la cacca, altrimenti 'n ce la facciamo. Daje.
dicembre 25, 2012
dicembre 19, 2012
Ho l'influenza.
Sto proprio di merda, in effetti, sarà perché "Le cose o si fanno bene o non si fanno" (cit.), non lo so, ma almeno parlare mi piacerebbe - non che io abbia qualcosa in particolare da dire, ma sono quattro giorni che non bestemmio, mi sento privata della mia identità (?).
Fa freddo, mi si sono rotte le cuffie, il mio telefono funziona quando cazzo vuole - ovvero praticamente mai - e la gente continua a chiamarmi e io non posso rispondere perché l'unico verso che sono in grado di fare è mmmmgn.
Vabbè, tra un po' su italia uno c'è The Vampire Diaries. Non so che stagione, presumo la seconda, io son qui che maledico gli americani per la pausa natalizia e tra un po' inizierò a maledire (per la ventordicesima volta) anche i doppiatori italiani - in silenzio, ovviamente. Va bene così.
Buonanotte (a me, a te, al mio cane, a Babbo Natale, al mio telefono che chissà se domani si sveglierà, a Ian Somerhalder e al mio dottore).
Sto proprio di merda, in effetti, sarà perché "Le cose o si fanno bene o non si fanno" (cit.), non lo so, ma almeno parlare mi piacerebbe - non che io abbia qualcosa in particolare da dire, ma sono quattro giorni che non bestemmio, mi sento privata della mia identità (?).
Fa freddo, mi si sono rotte le cuffie, il mio telefono funziona quando cazzo vuole - ovvero praticamente mai - e la gente continua a chiamarmi e io non posso rispondere perché l'unico verso che sono in grado di fare è mmmmgn.
Vabbè, tra un po' su italia uno c'è The Vampire Diaries. Non so che stagione, presumo la seconda, io son qui che maledico gli americani per la pausa natalizia e tra un po' inizierò a maledire (per la ventordicesima volta) anche i doppiatori italiani - in silenzio, ovviamente. Va bene così.
Buonanotte (a me, a te, al mio cane, a Babbo Natale, al mio telefono che chissà se domani si sveglierà, a Ian Somerhalder e al mio dottore).
novembre 28, 2012
Niente ha un senso e tutto ha il fango. (?)
Tutto il giorno a spalare il fango dei vicini e imprecare contro il mio telefono che è diventato cieco e sordo da quando il cane s'è spaventato e l'ha fatto cadere, sono stanca morta e voglio dormire, non sentire tutti parlare delle frane e della pioggia e dell'asfalto saltato e delle trombe d'aria e delle scuole chiuse.
Natale è vicino e lo dicono tutti, chiedono cose riguardo il mio regalo e io che non ci voglio pensare dico "Datemi i dindi" suscitando cori di "Ma sì forse è meglio così ti prendi quello che vuoi", non è quello il motivo ma okay, va bene, basta che la piantate, il Natale è una festa brutta e l'unico contributo che avrete da me saranno gli origami coi tovaglioli e le canzoni natalizie con la pianola giusto perché ormai ve l'ho promesso, non chiedetemi altro, neanche di aiutare a cucinare il dolce, arrangiatevi, io voglio solo dormire fino al trentuno per poi svegliarmi e dire a tutti "Stasera non vengo perché sono stanca", tornare a letto e svegliarmi il sei, in tempo per mangiare il carbone, ascoltare le solite lamentele di nonna sulla cena che non era buona, il prossimo anno facciamo una spaghettata e basta, tanto l'importante è stare insieme e risponderle lo dici tutti gli anni e tutti gli anni poi ti lamenti, bevi il the e comincia a parlare del pranzo di Pasqua.
novembre 22, 2012
novembre 21, 2012
Tu che mi offri ogni giorno altre trame.
Ieri ci siamo
incontrati quasi per caso, come d'altronde facciamo sempre, sono mesi
che non programmiamo di vederci, lo facciamo e basta, ha accostato il
motorino davanti a me, m'ha salutata, ha borbottato qualcosa sui miei
occhi ed è andato a cercare parcheggio promettendomi di fare presto
– ha fatto presto sul serio.
Quando è tornato, m'ha
raccontato d'aver detto a una ragazza che lo tormenta da settimane di
essere fidanzato, guarda caso con me, e che io sono gelosissima e gli
ho pure fatto cancellare il profilo Facebook, balla che s'è
inventato per giustificare il fatto che l'ha bloccata.
Avrei tanto voluto
chiedergli perché proprio con me e non con la bionda che pare
piacergli di più, ma ho preferito tacere e ad acconsentire a
rispondere al telefono e recitare la mia parte in caso lei lo
chiamasse di nuovo – si fanno cose strane, a volte, per le persone.
Oggi mi ha chiamato G.
e mi ha invitato ad andare con lui ed un altro G. (che per non
confonderlo col primo chiameremo P) all'Ipercoop – sì però
scendi subito, sto già arrivando lì con la macchina –,
premettendo che ci sarebbe stato anche Lui ma ci saremmo visti là
perché preferiva venire in moto.
La prima tappa, però,
l'abbiamo fatta sotto casa sua, perché quando ha saputo che sarei
andata anch'io ha deciso di fare il viaggio con noi. Si è seduto
accanto a me, mi ha raccontato che ieri sera ha litigato con suddetta
bionda perché si è stancato, lei lo usa e basta e lui vuole tornare
ad essere quello di prima, io ho sorriso, ho detto “Era ora” e
lui s'è allungato a baciarmi il naso. Mi ha accarezzato la mano per
tutto il viaggio, scattandomi foto a tradimento e cantando con
trasporto canzoni di cui non sono riuscita ad afferrare le parole.
Abbiamo fatto il nostro
giro nel centro commerciale, riuscendo a farci rientrare una lunga
tappa in libreria anche se nessuno di loro ama leggere – la
Marika vuole andare in libreria, non l'ha detto ma lo so, (sorriso),
voi fate quello che vi pare, io ce l'accompagno, semmai ci vediamo
dopo.
Mentre tornavamo
indietro G. ha acceso il riscaldamento per non far appannare i vetri,
io e lui avevamo caldo – diocane, peggio della sauna –, io
mi sono tolta la giacca e la sciarpa, lui ha optato per la felpa e la
maglietta restando a petto nudo nell'abitacolo ormai un po' troppo
stretto e, quando io ho fatto una battuta sulla temperatura interna
in continuo aumento, ha sganciato anche il bottone dei pantaloni
lanciandomi uno sguardo ammiccante a cui vorrei aver risposto a
gesti, ma non l'ho fatto.
Ho iniziato a guardare
fuori dal finestrino lamentandomi perché il repertorio musicale non
comprendeva i Three Days Grace e lui, dandomi ragione, ha giurato che
quando avrà la macchina farà un CD chiamato per la mia Marikina
che conterrà solo le loro canzoni, io ho sorriso e ringraziato
allungandomi a dargli un bacio sulla guancia, ma lui ha preferito che
io glielo dessi sulla pancia – non so proprio dirgli di no, e poi
quanto mi piace la tua pancia, gnam.
Poco dopo ha allungato
il braccio come in quei film americani in cui il ragazzo abbraccia
goffamente la Mary Sue della situazione ed ha iniziato ad
accarezzarmi i capelli.
G. ha guidato un po'
male, così ad entrambi è venuto il mal di pancia anche se io,
mentre gli accarezzavo lo stomaco, ho fatto di tutto per non
farglielo notare con lo stesso impegno con cui lui cercava di non
farlo capire ai due seduti davanti; quando però la mia espressione è
diventata eloquente, s'è arrabbiato moltissimo ed ha cominciato a
gridare contro il conducente (che non andrebbe disturbato ma a noi ce
ne strabatte) comunicando, tra le altre cose, che la prossima volta
io e lui andremo in moto, e impara a guidare dioporco. Ci
siamo accarezzati a vicenda la parte lesa fino all'arrivo, io con la
testa sulla sua spalla e lui con la tempia sui miei capelli – non
mi stancherò mai di dirti che hai un profumo buonissimo, sai?
Nessun'altra ragazza profuma così, e il bello è che è proprio il
tuo odore perché non usi profumi.
Adesso stiamo passando
la serata a taggarci in canzoni meravigliose su Facebook, commentando
con cuoricini che non si capisce bene se siano riferiti agli artisti
o a noi due, che siamo bellissimi, questo mi pareva doveroso
sottolinearlo – lui però di più.
novembre 07, 2012
Mi piacciono le cose inutili.
Funziona così, nella mia scuola:
Tu sei una studentessa normale, no? Sì, vabbè, magari in qualche materia raggiungi l'otto o il nove ma sei tutto sommato nella media, ti ammazzi sui libri (all'ultimo) come tutti gli altri ma hai, deo gratias, almeno quello, la fortuna di memorizzare in fretta - motivo per cui posso spesso permettermi di studiare ventordici pagine il giorno prima, ovviamònt.
Il fatto è questo: prendi nove, te l'han regalato - è una leccaculo, vorrei sapere cos'ha detto più di me, prende i voti alti perché spaccia muffins in aula insegnanti, tutti quei discorsi lì.
Prendi sei, t'han regalato pure quello - ha studiato a memoria, senti come s'arrampica sugli specchi, io l'ho detta meglio, blablabla.
Son contenti solo se prendi quattro, cosa che per quanto mi riguarda non accade da tre anni buoni - alla faccia vostra, gnegnegne.
Ora.
Non me ne frega niente, eh, dicano quello che vogliono, io francamente sono arrivata al punto che mi basta arrivare alla maturità, uscire con sessanta e annatevenetuttaffanculo, però, 'sti cazzi, fatevi 'na vita vostra, e diocane.
Mi sono fissata con gli Script, son due giorni che canto "The man who can't be moved" come se io fossi in possesso di un briciolo di qualità canore, però io faccio come le cocorite, che san benissimo di rompere i coglioni ma continuano a gracchiare come se non ci fosse un domani.
Ah, e ho intenzione di fare una di quelle cose tipo "30 days of books" - non proprio con i libri, era per fare un esempio -, appena trovo la voglia provo a fare una cosa che richiede impegno e senso del dovere (?) inizio, ché dicono che a diciotto anni sia arrivato il momento di arricchire la lista
Tu sei una studentessa normale, no? Sì, vabbè, magari in qualche materia raggiungi l'otto o il nove ma sei tutto sommato nella media, ti ammazzi sui libri (all'ultimo) come tutti gli altri ma hai, deo gratias, almeno quello, la fortuna di memorizzare in fretta - motivo per cui posso spesso permettermi di studiare ventordici pagine il giorno prima, ovviamònt.
Il fatto è questo: prendi nove, te l'han regalato - è una leccaculo, vorrei sapere cos'ha detto più di me, prende i voti alti perché spaccia muffins in aula insegnanti, tutti quei discorsi lì.
Prendi sei, t'han regalato pure quello - ha studiato a memoria, senti come s'arrampica sugli specchi, io l'ho detta meglio, blablabla.
Son contenti solo se prendi quattro, cosa che per quanto mi riguarda non accade da tre anni buoni - alla faccia vostra, gnegnegne.
Ora.
Non me ne frega niente, eh, dicano quello che vogliono, io francamente sono arrivata al punto che mi basta arrivare alla maturità, uscire con sessanta e annatevenetuttaffanculo, però, 'sti cazzi, fatevi 'na vita vostra, e diocane.
Mi sono fissata con gli Script, son due giorni che canto "The man who can't be moved" come se io fossi in possesso di un briciolo di qualità canore, però io faccio come le cocorite, che san benissimo di rompere i coglioni ma continuano a gracchiare come se non ci fosse un domani.
Ah, e ho intenzione di fare una di quelle cose tipo "30 days of books" - non proprio con i libri, era per fare un esempio -, appena trovo la voglia provo a fare una cosa che richiede impegno e senso del dovere (?) inizio, ché dicono che a diciotto anni sia arrivato il momento di arricchire la lista
Cose da fare ogni giorno:
- Tumblr
- Tumblr
- lavarsi denti/ascelle/piedi/culo più volte possibile
- mangiare e bere (cose analcoliche)
- dare da mangiare al cane
- la cacca
Quindi sì, insomma, cerco di iniziare da cose semplici e socialmente (in)utili per non rischiare di fare come quando a dodici anni mia mamma ha detto "Devo responsabilizzarti, ecco le chiavi di casa", neanche a dirlo le ho perse il pomeriggio stesso. Magari avrebbe potuto dirmi "Devo responsabilizzarti, ora ti do un mascara da tre euro dei cinesi e tu cerchi di non perderlo, se lo perdi niente pancakes".
novembre 05, 2012
E' successo che non sono andata al Lucca Comix.
Temo francamente che la questione non possa essere compresa dal resto dell'umanità, pertanto ho ben pensato di spiegare il titolo - che secondo me si spiega da solo, ma la vita vera dice di no.
Ordunque.
Martedì - domani, cazzo, domani - è il compleanno di questo tizio ignobile.
Ora, io dico, tralasciando quelli nati vicino al Natale che più sfigati di loro nessuno, ma si può essere così stronzi da nascere a neanche tre giorni di distanza dal Lucca Comix? Umanamente impossibile.
Io non sono figlia di nababbi e, purtroppo, neanche di un parlamentare, motivo per cui mamma (in questo post, NapoOrsoCapo) ha detto "Scegli".
Proprio così, eh, scegli.
No.
NapoOrsoCapo queste cose non le capisce proprio, secondo me. Io capisco tutto, eh, non dico che avrebbe dovuto farmi fare entrambe le cose perché io stessa mi sarei rifiutata, ma almeno non far decidere a me. Dimmi "No, il regalo non glielo fai, vai solo a Lucca", e io ti dico okay, ma no, eh, scherziamo?, no, sei grande e vaccinata e devi decidere da sola.
Siccome - chi legge questo blog dovrebbe saperlo, e se non se n'era ancora accorto fanfulle - io sono notoriamente cogliona, cos'ho deciso di fare? Di fare 'sto fottutissimo regalo di compleanno, passando due notti su internet a cercare una fottutissima macchina fotografica che non oltrepassasse il tetto dei venti euro per quattro persone, e di non andare a Lucca.
Avete mai avuto amici merde? Io sì.
Tanti. Proprio a pacchi, se ne volete uno ve lo regalo.
Tanti. Proprio a pacchi, se ne volete uno ve lo regalo.
E' da giovedì che, uno alla volta, mi chiamano, mi scrivono, mi taggano nelle loro fottutissime foto su Facebook per dirmi "Che peccato che tu non sia venuta, è stato così bello!".
...
La fava è stata bella, okay?
Ciliegina sulla torta, io domani, mentre lo stronzo festeggia hip hip hurrà che bello ho vent'anni, io sono interrogata di filosofia.
E uno dice "Eh, non sei andata al Lucca Comix, hai avuto quattro fottuti giorni per impararla meglio di Galileo stesso, la saprai come sputare in terra".
Ovviamente no.
Punto primo, io neanche so sputare - sì, lo so, mi devo vergognare, lo faccio da diciotto anni, lasciatemi stare.
Punto secondo, volete mettere il libro di filosofia con la maratona di Man vs. Food? Ma volete mettere? E poi se studio mi perdo Ghost Whisperer e Una mamma per amica, aggiungete che il venerdì esce The Vampire Diaries e TUM, vedrete me disperata, circondata da fogli con parole brutte tipo "De la causa, principio et uno", a sbattere la testa contro il tavolo mentre bevo caffè e fumo sigarette come neanche nei peggiori bar di Caracas.
Sono nella merda.
Vabbè, c'è da dire che fino a Giordano Bruno me la ricordo abbastanza. E' il dopo che mi fotte, ovvero la parte fondamentale, tra l'altro.
Morirò.
- sì, lo so cosa state pensando, che dovrei andare a studiare e togliermi da rompere i coglioni qui sul blog, ma è più forte di me, se non procrastino mi vengono le pustole.
ottobre 29, 2012
Ciao,
sono io.
Sì,
lo so, ci siamo salutati neanche un'ora fa, ora farai qualche battuta
stupida e io riderò coprendomi la bocca – e tu scosterai la mano
perché non vuoi che io mi nasconda, lo dici sempre, ma non è
rilevante.
Tutti
mi chiedono di te perché sanno che mi avevi fatta arrabbiare, che
non mi parlavi e preferivi di gran lunga uscire con una bionda che ti
ha sempre preso in giro piuttosto che con me che invece ti rispetto e
ti voglio bene – forse un po' di più, ma neanche questo è poi
tanto rilevante.
Sei
arrivato mentre appunto rispondevo a questa domanda, mi hai
abbracciato, ti sei seduto accanto a me e mi hai fatto sedere sulle
tue gambe, come se non fosse mai passato questo mese in cui mi dicevi
bugie per non vedermi, non mi rispondevi al telefono e mi trattavi
male con qualsiasi scusa (come il fatto che cammino lentamente, ad
esempio), mi hai dato tanti baci sulla mascella e mi hai detto che
hai indovinato cosa ti regalerò per il compleanno. Speravo ti
sbagliassi (perché ti sei sbagliato, vero?) come ieri che mentre mi
tappezzavi di baci hai fatto sfiorare le nostre labbra, ma non l'hai
fatto, però mi hai morso la guancia ed il naso – che naso
freddo che hai, madonna, vieni, mettilo sul mio collo che si scalda,
tanto io non ho freddo.
Abbiamo
riso e scherzato per un'oretta, hai rotto una sedia, hai mangiato
metà del mio pancake e mi hai sporcato il naso di Nutella che poi ti
sei premurato di mangiare direttamente dalla mia pelle – Come
profumi! – come mai avevi fatto.
Ho
ricevuto una telefonata che mi ha reso triste, mi hai chiesto chi
fosse e non te l'ho voluto dire, così hai appoggiato il tuo naso al
mio e me l'hai ridomandato guardandomi negli occhi, io sentivo il tuo
fiato sulle mia labbra e volevo sporgermi in avanti, ma non l'ho
fatto e in ogni caso non ti ho risposto.
Dopo
ero seduta con le gambe accavallate e mentre parlavamo con i nostri
amici hai iniziato ad accarezzarmi la coscia, andando sempre più
verso l'interno, io ti ho guardato confusa, tu mi hai sorriso ed io
ti ho chiesto di smetterla, così hai iniziato a ridacchiare
guardandomi negli occhi e, ovviamente, senza togliere la mano –
volevo chiarire che non te l'ho chiesto perché mi desse fastidio o
che altro, semplicemente perché per me è difficile starti accanto
sapendo che tu scherzi ma io no, quindi ti sarei grata se per favore
tu fossi chiaro, ecco, e i tuoi gesti corrispondessero alle tue
parole.
Mi
sono alzata perché dovevo tornare a casa e mi hai accompagnato alla
bicicletta, mi hai abbracciata stretta stretta, mi hai detto “Domani
ci vediamo?”, io ti ho informato riguardo al mio orario scolastico
e tu mi hai promesso che domattina appena torni da Massa mi chiami
(ci credo poco, sai?), mi hai toccato le natiche
– davanti a te avrei detto 'il culo', ma qui siamo in internet e
voglio sembrare una persona fine, ogni tanto – ed io ti ho chiesto
chi ti avesse dato tutta quella confidenza.
Ecco,
lì, in quel preciso istante, mi è venuto un infarto, qui volevo
arrivare, perché tu mi hai toccato anche il seno
e mi hai bisbigliato, abbracciandomi e guardandomi negli occhi “Ti
tocco perché te sei mia, e solo mia”.
No.
Questo
ti volevo dire, con questa pseudo-lettera che non leggerai mai: no.
Cioè, sì, ma no.
Io
sono tua perché ti voglio un po' più di bene, non ti amo perché no
però ci siamo capiti, tuttavia non ti appartengo come intendi tu.
Io
e te siamo amici, no? Così hai detto, così dici agli altri, parli
di me come si parla di un amico maschio o di una sorella, quindi non
puoi dirlo, e soprattutto non puoi dirmelo così, con quegli occhi,
con quel sorriso, col cuore che pulsa sotto la felpa e contro il mio
orecchio, come se fosse una frase normale, come se fosse scontato,
come se fosse vero.
ottobre 19, 2012
Siamo talmente sbagliati tu ed io che solo insieme possiamo essere giusti.
Stanotte l'ho sognato, era bellissimo, era chissà come nella casa di mia zia a Bologna che nel sogno era sua. C'era questo nostro amico che era arrabbiato con me e non ricordo il motivo, comunque iniziava a propinargli un infinito elenco di cose brutte che io ho realmente fatto - non a lui, questo mi pare doveroso sottolinearlo.
Io, un po' per la vergogna un po' perché m'innervosivo, prendevo una sigaretta con stizza e uscivo in giardino, lui mi seguiva - con questo amico infame alle calcagna che continuava a ricordarsi spiacevoli episodi - e con una dolcezza che davvero poche volte gli ho visto usare nella realtà mi prendeva per mano e camminavamo fino al fiume, io guardavo l'acqua piena di pesci rossi - non so neanche bene come fosse possibile che un fiume naturale ne fosse pieno zeppo ma con i sogni non si discute - e facevo una smorfia, perché non so se sul blog l'ho mai scritto ma io ho paura dei pesci rossi, comunque insomma, lui mi guardava, sorrideva e mi prendeva in braccio. "Così non possono farti niente".
Gli dicevo di mettermi giù se non voleva farsi venire un'ernia e mi diceva "Stai zitta che sei leggerissima, pesa di più il barboncino di mio nonno", gli davo un bacio sul mento e lui me ne dava uno all'angolo della bocca, come facciamo sempre.
Io commentavo sorpresa la memoria di questo nostro amico che continuava a elencare i miei misfatti e lui mi diceva nell'orecchio che non dovevo vergognarmi di niente e che a lui proprio non gliene poteva fregar di meno, che avrei potuto anche aver ucciso mia madre e per lui non sarebbe cambiato niente, e che piuttosto lo preoccupava di più il fatto che con me si comportava in modo insolito, "Sarò mica malato?"
Alla fine, la sigaretta non l'ho fumata.
Neanche a dirlo mi sono svegliata sorridendo, chi se ne importa se nella realtà sono arrabbiatissima con lui per una serie di motivi, nel mio sogno era quello di sempre, quello che quando ho qualche motivo di non esser felice fa in modo di strapparmi un sorriso se possibile due, e che quando voglio farmi male, anche se in modo lieve, mi prende per mano e mi porta via dal dolore, come quando eravamo ubriachi e io avevo appena vomitato due litri di vodka e volevo chiamare persone che non camminano più su queste strade e lui mi ha preso il telefono e l'ha nascosto.
Se solo tu fossi mio, e attento bene che mio è inteso in senso relativo perché io non voglio possederti, questo mai, comunque dicevo che se solo tu fossi mio potremmo abbracciarci la sera, quando i pensieri sono brutti e le distrazioni dormono, e tu cacceresti le mie paure ed io le tue, ti preoccuperesti di mettere i ragni lontano da me e di non comprarmi mai dei pesci rossi, ed io in compenso potrei rassicurarti molto fino a far sparire le tue ansie su un futuro che tanto futuro non è, dirti che puoi essere felice anche se fa tutto schifo, e magari potrei provartelo portandoti in qualche bel posto e facendoti fare un giro sulla moto della E., che anche se non è tua un po' piacere ti farebbe per forza.
Se solo tu fossi mio, io adesso avrei potuto scriverti "Ti ho sognato", e tu mi avresti risposto "Io invece ho sognato di essere ricco", e avremmo bisticciato su chi ha fatto il sogno più bello.
Se solo tu fossi mio, non starei scrivendo questo post mentre ascolto canzoni tristi che mi fanno ricordare quanto tu sia in realtà distante, lo sappiamo bene entrambi che mio non potrai esserlo mai, perché tu sei troppo bello anche se dici di no, mentre io guardami, son qui che scrivo post inutili con i capelli scompigliati e una felpa enorme, sgranocchio un biscotto e penso che è brutto il mondo se la mia pelle non ha un po' del tuo odore.
Io, un po' per la vergogna un po' perché m'innervosivo, prendevo una sigaretta con stizza e uscivo in giardino, lui mi seguiva - con questo amico infame alle calcagna che continuava a ricordarsi spiacevoli episodi - e con una dolcezza che davvero poche volte gli ho visto usare nella realtà mi prendeva per mano e camminavamo fino al fiume, io guardavo l'acqua piena di pesci rossi - non so neanche bene come fosse possibile che un fiume naturale ne fosse pieno zeppo ma con i sogni non si discute - e facevo una smorfia, perché non so se sul blog l'ho mai scritto ma io ho paura dei pesci rossi, comunque insomma, lui mi guardava, sorrideva e mi prendeva in braccio. "Così non possono farti niente".
Gli dicevo di mettermi giù se non voleva farsi venire un'ernia e mi diceva "Stai zitta che sei leggerissima, pesa di più il barboncino di mio nonno", gli davo un bacio sul mento e lui me ne dava uno all'angolo della bocca, come facciamo sempre.
Io commentavo sorpresa la memoria di questo nostro amico che continuava a elencare i miei misfatti e lui mi diceva nell'orecchio che non dovevo vergognarmi di niente e che a lui proprio non gliene poteva fregar di meno, che avrei potuto anche aver ucciso mia madre e per lui non sarebbe cambiato niente, e che piuttosto lo preoccupava di più il fatto che con me si comportava in modo insolito, "Sarò mica malato?"
Alla fine, la sigaretta non l'ho fumata.
Neanche a dirlo mi sono svegliata sorridendo, chi se ne importa se nella realtà sono arrabbiatissima con lui per una serie di motivi, nel mio sogno era quello di sempre, quello che quando ho qualche motivo di non esser felice fa in modo di strapparmi un sorriso se possibile due, e che quando voglio farmi male, anche se in modo lieve, mi prende per mano e mi porta via dal dolore, come quando eravamo ubriachi e io avevo appena vomitato due litri di vodka e volevo chiamare persone che non camminano più su queste strade e lui mi ha preso il telefono e l'ha nascosto.
Se solo tu fossi mio, e attento bene che mio è inteso in senso relativo perché io non voglio possederti, questo mai, comunque dicevo che se solo tu fossi mio potremmo abbracciarci la sera, quando i pensieri sono brutti e le distrazioni dormono, e tu cacceresti le mie paure ed io le tue, ti preoccuperesti di mettere i ragni lontano da me e di non comprarmi mai dei pesci rossi, ed io in compenso potrei rassicurarti molto fino a far sparire le tue ansie su un futuro che tanto futuro non è, dirti che puoi essere felice anche se fa tutto schifo, e magari potrei provartelo portandoti in qualche bel posto e facendoti fare un giro sulla moto della E., che anche se non è tua un po' piacere ti farebbe per forza.
Se solo tu fossi mio, io adesso avrei potuto scriverti "Ti ho sognato", e tu mi avresti risposto "Io invece ho sognato di essere ricco", e avremmo bisticciato su chi ha fatto il sogno più bello.
Se solo tu fossi mio, non starei scrivendo questo post mentre ascolto canzoni tristi che mi fanno ricordare quanto tu sia in realtà distante, lo sappiamo bene entrambi che mio non potrai esserlo mai, perché tu sei troppo bello anche se dici di no, mentre io guardami, son qui che scrivo post inutili con i capelli scompigliati e una felpa enorme, sgranocchio un biscotto e penso che è brutto il mondo se la mia pelle non ha un po' del tuo odore.
settembre 24, 2012
Cafuné.
Voglio ballare con te nelle lavanderie a gettoni e mangiare pizza sulle panchine, guardarti ascoltare la musica con le cuffie nelle orecchie e la felicità negli occhi mentre batti il tempo sulle mie cosce che sono troppo grandi ma a te non importa, basta che suonino bene.
Voglio stringerti mentre giochi con la playstation e voglio distrarti lasciandoti tanti baci sul collo che non ti faranno mai arrabbiare, voglio essere l'unica d'ora in avanti a cui presti le tue felpe grandissime e a cui fai ascoltare i battiti del tuo cuore mentre parli con gli altri, e voglio sentirli aumentare mentre ti accarezzo la schiena con i polpastrelli e tu mi passi le dita tra i capelli, il tutto mentre dialoghiamo con i nostri amici che avrebbero tutto il diritto di lamentarsi ma non potrebbero mai farlo perché insieme siamo troppo belli, lo dicono tutti, l'unico che non se ne accorge sembri essere tu.
Voglio stringerti mentre giochi con la playstation e voglio distrarti lasciandoti tanti baci sul collo che non ti faranno mai arrabbiare, voglio essere l'unica d'ora in avanti a cui presti le tue felpe grandissime e a cui fai ascoltare i battiti del tuo cuore mentre parli con gli altri, e voglio sentirli aumentare mentre ti accarezzo la schiena con i polpastrelli e tu mi passi le dita tra i capelli, il tutto mentre dialoghiamo con i nostri amici che avrebbero tutto il diritto di lamentarsi ma non potrebbero mai farlo perché insieme siamo troppo belli, lo dicono tutti, l'unico che non se ne accorge sembri essere tu.
settembre 20, 2012
l'inutilità.
Ma che cazzo si risponde alla domanda "Qual è il tuo problema?"? Cioè, nel senso, con che criterio tu scegli un problema solo tra i millemila e dici "Il mio problema è che"?
Il mio problema è che ho tanti problemini, no?, e tutti insieme mi scassano la minchia, e se dovessi fare un elenco probabilmente verrebbe lunghissimo, ché dovrei citare tra le tante cose che sento il bisogno fisico di fare tutto alla perfezione ma non ho la sbatta di fare una minchia, che mi sono sempre sentita, mi sento e sempre mi sentirò bruttagrassabrufolosaantipaticaescema, che sono fottutamente gelosa di certe persone e che queste persone continuano ad essere scuoricinate su facebook senza pudore alcuno da zoccole e troioni vari con le labbra da baldracche e gli occhi da polpo, che tre anni fa è morto il mio ragazzo e due mesi fa è morto il mio migliore amico e nessuno sembra fottersene il cazzo se io sto male e non mangio e non dormo e non parlo, e non è che non se ne accorgono perché lo dico ed è comunque assai palese, che voglio fare un sacco di cose come recensire storie, scrivere storie, fare foto, disegnare e andare a leggere al mare e non ho mai tempo, che sono troppo orgogliosa per telefonare per prima a certe persone troppo orgogliose per telefonarmi per prime, che non ho libri da leggere, che non ho canzoni nuove da ascoltare e m'infosso con quelle vecchie che per un motivo o per un altro mi fanno venire l'ulcera e l'ansia e il magone e vaffanculo, che seguo troppi telefilm e tendo a ricordare quelli anzi che le pagine di letteratura, che il mio cane è bianco e si sporca subito ed io non ho tempo per lavarlo spesso, che non sopporto la mia famiglia e la mia famiglia non sopporta me e dobbiamo stare comunque sotto lo stesso tetto, e insomma, un sacco di altre cose, e vorrei poterle dire tutte alle persone che mi chiedono come sto e che problema ho e come mi sento, eppure continuo a dire bene, sto bene, ma figurati, chi mi ammazza, sono solo un po' stanca, solo che nessuno poi chiede "Stanca di cosa?"
Il mio problema è che ho tanti problemini, no?, e tutti insieme mi scassano la minchia, e se dovessi fare un elenco probabilmente verrebbe lunghissimo, ché dovrei citare tra le tante cose che sento il bisogno fisico di fare tutto alla perfezione ma non ho la sbatta di fare una minchia, che mi sono sempre sentita, mi sento e sempre mi sentirò bruttagrassabrufolosaantipaticaescema, che sono fottutamente gelosa di certe persone e che queste persone continuano ad essere scuoricinate su facebook senza pudore alcuno da zoccole e troioni vari con le labbra da baldracche e gli occhi da polpo, che tre anni fa è morto il mio ragazzo e due mesi fa è morto il mio migliore amico e nessuno sembra fottersene il cazzo se io sto male e non mangio e non dormo e non parlo, e non è che non se ne accorgono perché lo dico ed è comunque assai palese, che voglio fare un sacco di cose come recensire storie, scrivere storie, fare foto, disegnare e andare a leggere al mare e non ho mai tempo, che sono troppo orgogliosa per telefonare per prima a certe persone troppo orgogliose per telefonarmi per prime, che non ho libri da leggere, che non ho canzoni nuove da ascoltare e m'infosso con quelle vecchie che per un motivo o per un altro mi fanno venire l'ulcera e l'ansia e il magone e vaffanculo, che seguo troppi telefilm e tendo a ricordare quelli anzi che le pagine di letteratura, che il mio cane è bianco e si sporca subito ed io non ho tempo per lavarlo spesso, che non sopporto la mia famiglia e la mia famiglia non sopporta me e dobbiamo stare comunque sotto lo stesso tetto, e insomma, un sacco di altre cose, e vorrei poterle dire tutte alle persone che mi chiedono come sto e che problema ho e come mi sento, eppure continuo a dire bene, sto bene, ma figurati, chi mi ammazza, sono solo un po' stanca, solo che nessuno poi chiede "Stanca di cosa?"
agosto 27, 2012
Fill the glass, 'cause the last few days have kicked my ass.
Sono le quattro del mattino ed ovviamente io non dormo.
Non so, mamma dice che è il caldo e sebbene io non metta in dubbio che non aiuti per niente quando le sento dire così mi sento tanto sola al mondo che davvero non riesco a spiegarlo, perché se neanche mia mamma che non ha più la scusante di non sapere tutta la storia riesce a capire che è la voglia di piangere e gridare e rompere piatti a tenermi sveglia io boh, non so chi altro possa essere in grado di comprendere come tutto al mondo mi ferisca e sconvolga al punto da scuotermi le viscere fino a farmi passare la forza di mangiare parlare dormire e tutte quelle cose lì. Anche solo respirare mi pare un enorme sforzo che potrei non riuscire presto a fare più.
La gente sembra tutta impazzita, o forse sono io a non capire il mondo esterno, non so, non capisco più niente nell'ultimo periodo, so solo che, a forza di bere in solitudine la notte, la sola vista dell'alcol mi fa venire la nausea, ma non importa, continuo a bere e la gente non capisce neanche questo. E questa volta un po' mi importa.
Vorrei, adesso, prendere un treno ed andare a guardare l'alba da qualche parte lontano da qui, lontano dall'odore del mio letto e delle gocce di valeriana che ormai non mi fanno neanche più dormire, servono solo a regalarmi un torpore dei sensi che mi permette quantomeno di non singhiozzare senza lacrime tutta la notte. Ho deciso di trovarmi un lavoretto ed usare i soldi per idee come questa, sento che se fossi più libera di andare da qualche parte a far finta che questa solitudine sia una scelta potrei dormire almeno un pochino - quel che basta, mi accontenterei, tanto non sono nella condizione d'aver pretese di alcun tipo.
Che poi di certo non userei tutti i soldi così, sia chiaro, la maggior parte andrebbe ai miei genitori per le spese e quelle cose lì, ma non so, voglio dirmi una piccola bugia a fin di bene, bene mio, s'intende, ché qualcuno ci dovrà pur pensare.
(L'ultima volta che ho dormito, qualche giorno fa, ho sognato che andavo in Irlanda e incontravo Giò per la strada e gli urlavo che era un coglione, uno stronzo del cazzo, ma ti sembrano questi scherzi da fare, dio mio, tutto questo tempo a credere che tu fossi morto sotto quella fottutissima macchina e invece sei qui a raccogliere quadrifogli, testa di cazzo, ma vattela a stroncar nel culo, e io che ho anche pianto e smesso di nuovo di mangiare e sono diventata una mezza alcolizzata, diciamo pure tre quarti, fatti inculare a saltelli da una scimmia. Poi gli dicevo altre cose brutte, ma lui mi accarezzava i capelli ed io lo stringevo così forte che al risveglio mi facevano male le braccia e non ricordavo poi molto bene il seguito, sapevo solo che fino a prova contraria al funerale c'ero anche io e che forse era meglio berlo corretto, il caffè.
Ora vado a riempire due bicchieri di vodka e faremo un brindisi a noi, a quello che c'era tra noi e a te, perché a te la vodka piaceva molto e perché la notte è così lunga che se non m'invento qualcosa finisce che mi viene in mente di venirti a prendere per i peli del culo e trascinarti a casa)
Non so, mamma dice che è il caldo e sebbene io non metta in dubbio che non aiuti per niente quando le sento dire così mi sento tanto sola al mondo che davvero non riesco a spiegarlo, perché se neanche mia mamma che non ha più la scusante di non sapere tutta la storia riesce a capire che è la voglia di piangere e gridare e rompere piatti a tenermi sveglia io boh, non so chi altro possa essere in grado di comprendere come tutto al mondo mi ferisca e sconvolga al punto da scuotermi le viscere fino a farmi passare la forza di mangiare parlare dormire e tutte quelle cose lì. Anche solo respirare mi pare un enorme sforzo che potrei non riuscire presto a fare più.
La gente sembra tutta impazzita, o forse sono io a non capire il mondo esterno, non so, non capisco più niente nell'ultimo periodo, so solo che, a forza di bere in solitudine la notte, la sola vista dell'alcol mi fa venire la nausea, ma non importa, continuo a bere e la gente non capisce neanche questo. E questa volta un po' mi importa.
Vorrei, adesso, prendere un treno ed andare a guardare l'alba da qualche parte lontano da qui, lontano dall'odore del mio letto e delle gocce di valeriana che ormai non mi fanno neanche più dormire, servono solo a regalarmi un torpore dei sensi che mi permette quantomeno di non singhiozzare senza lacrime tutta la notte. Ho deciso di trovarmi un lavoretto ed usare i soldi per idee come questa, sento che se fossi più libera di andare da qualche parte a far finta che questa solitudine sia una scelta potrei dormire almeno un pochino - quel che basta, mi accontenterei, tanto non sono nella condizione d'aver pretese di alcun tipo.
Che poi di certo non userei tutti i soldi così, sia chiaro, la maggior parte andrebbe ai miei genitori per le spese e quelle cose lì, ma non so, voglio dirmi una piccola bugia a fin di bene, bene mio, s'intende, ché qualcuno ci dovrà pur pensare.
(L'ultima volta che ho dormito, qualche giorno fa, ho sognato che andavo in Irlanda e incontravo Giò per la strada e gli urlavo che era un coglione, uno stronzo del cazzo, ma ti sembrano questi scherzi da fare, dio mio, tutto questo tempo a credere che tu fossi morto sotto quella fottutissima macchina e invece sei qui a raccogliere quadrifogli, testa di cazzo, ma vattela a stroncar nel culo, e io che ho anche pianto e smesso di nuovo di mangiare e sono diventata una mezza alcolizzata, diciamo pure tre quarti, fatti inculare a saltelli da una scimmia. Poi gli dicevo altre cose brutte, ma lui mi accarezzava i capelli ed io lo stringevo così forte che al risveglio mi facevano male le braccia e non ricordavo poi molto bene il seguito, sapevo solo che fino a prova contraria al funerale c'ero anche io e che forse era meglio berlo corretto, il caffè.
Ora vado a riempire due bicchieri di vodka e faremo un brindisi a noi, a quello che c'era tra noi e a te, perché a te la vodka piaceva molto e perché la notte è così lunga che se non m'invento qualcosa finisce che mi viene in mente di venirti a prendere per i peli del culo e trascinarti a casa)
agosto 20, 2012
"Qui non si dorme più, si sta svegli finché non muore la speranza, maledetta stronza che non muore mai mentre io vorrei dormire.
Mi piacciono le cose strane tipo mettere la sveglia alle undici e undici e versare il latte direttamente nella busta dei cereali quando è quasi vuota, mi piace quando G. si avvicina e mi guarda con lo sguardo da cane bastonato perché vuole una sigaretta, mi piace fotografare il fuoco e fumare da sola mentre ascolto la musica e penso tante cose, tra cui quanto sarebbe bello se le persone restassero, non dico per sempre ma almeno un po' più a lungo, e se proprio se ne devono andare che lo facciano lentamente e con largo preavviso, ché l'educazione mi pare il minimo. Almeno salutare, cristiddio.
E niente, sono le cinque del mattino ed io non riesco a dormire, tengo il telefono vicino perché non si sa mai, magari adesso qualcuno mi chiama e mi dice che è tutto uno scherzo, ma sì, è uno scherzo, deve esserlo per forza, okay, adesso vi siete divertiti ma basta, fatela finita, chiamatemi e ditemi che ci sono cascata, me l'avete fatta, sì, me l'avete proprio fatta, però non è vero che se n'è andato, non è vero che sono sola, non è vero niente, che cazzo piango a fare, era tutta una bufala, domani mi alzo e me lo trovo sotto casa, lo so, si presenterà qui con una maglietta bellissima che mi verrà voglia di rubargli e mi darà un bacio sul naso ed io gli sorriderò moltissimo, perché è così che facciamo noi due, ci cerchiamo, mica stiamo da soli a piangere fino alle cinque e venti del mattino perché l'altro se ne va, noi non ce ne andiamo, senza l'altro proprio no.
E niente, sono le cinque del mattino ed io non riesco a dormire, tengo il telefono vicino perché non si sa mai, magari adesso qualcuno mi chiama e mi dice che è tutto uno scherzo, ma sì, è uno scherzo, deve esserlo per forza, okay, adesso vi siete divertiti ma basta, fatela finita, chiamatemi e ditemi che ci sono cascata, me l'avete fatta, sì, me l'avete proprio fatta, però non è vero che se n'è andato, non è vero che sono sola, non è vero niente, che cazzo piango a fare, era tutta una bufala, domani mi alzo e me lo trovo sotto casa, lo so, si presenterà qui con una maglietta bellissima che mi verrà voglia di rubargli e mi darà un bacio sul naso ed io gli sorriderò moltissimo, perché è così che facciamo noi due, ci cerchiamo, mica stiamo da soli a piangere fino alle cinque e venti del mattino perché l'altro se ne va, noi non ce ne andiamo, senza l'altro proprio no.
luglio 12, 2012
Riaprite i manicomi.
Mi piace nonna perché quando ascolto la musica senza cuffie viene, accende la televisione e se ne va, così devo rimettermi le cuffie. Poi, dopo un po', torna e la spegne.
No, ma prendimi pure per il culo.
No, ma prendimi pure per il culo.
luglio 01, 2012
Uno, due, tre, STELLA!
Non so, probabilmente dopo settimane dovrei scrivere qualcosa d'intelligente, e invece no.
E invece no perché ho degli amici idioti che mi stanno influenzando e che mi fanno persino venir voglia di smettere di bere. Chi l'avrebbe mai detto.
Comunque, dall'ultimo post mi sono tagliata i capelli, fatta le unghie rosse, comprata un tablet e un sacco di altri participi passati, yay.
Vabbe', ho caldo. Vado a farmi una doccia e ciao, tanto oggi scrivo peggio del mio cane.
E invece no perché ho degli amici idioti che mi stanno influenzando e che mi fanno persino venir voglia di smettere di bere. Chi l'avrebbe mai detto.
Comunque, dall'ultimo post mi sono tagliata i capelli, fatta le unghie rosse, comprata un tablet e un sacco di altri participi passati, yay.
Vabbe', ho caldo. Vado a farmi una doccia e ciao, tanto oggi scrivo peggio del mio cane.
giugno 08, 2012
Ormai scrivo anche senza maiuscole perché di fatto non me ne frega niente di niente e mi rendo conto che non è una cosa normale, in effetti, ma non so che diavolo farci, è passata l'urgenza ed è arrivato il menefreghismo, io non lo so cosa devo fare e non so neanche se ho voglia di fare qualcosa che non sia dormire, magari adesso, chi se ne frega, io davvero non ne ho più voglia di alzarmi e fare tutte quelle cose lì, sul serio, mi è anche passata la voglia di bere caffè o di prendere la medicina per l'emicrania, il mal di testa me lo tengo così come i bronchi marci ché andare dal dottore non mi piace perché si incontrano le persone ed io di persone non ne voglio più vedere, sono stanca.
Scrivo qui anche se in realtà vorrei aprire la finestra e urlare così che possano sentire tutti e si accorgano finalmente che anche io ogni tanto mi rompo il cazzo di tutto questo schifo, e che non è che sono proprio così brava ad ascoltare e dar consigli eccetera eccetera perché a me non li dà mai nessuno e non ho esempi da seguire e poi io che cazzo ne so di cosa dovete fare voi se neanche so cosa voglio fare io.
E insomma niente, ora vado a letto e chi se ne frega se quello là domani m'interroga di storia, è l'ultimo giorno di scuola ed io passerò la mattina a dormire sul banco mentre sorseggio the alla pesca che mi fa schifo ma almeno è dolce e allevia il bruciore che m'infiamma la gola a forza di trattenere bestemmie e frasi scomode come basta, sono stanca, lasciatemi stare, non ne ho più voglia, voglio morire sul serio.
Scrivo qui anche se in realtà vorrei aprire la finestra e urlare così che possano sentire tutti e si accorgano finalmente che anche io ogni tanto mi rompo il cazzo di tutto questo schifo, e che non è che sono proprio così brava ad ascoltare e dar consigli eccetera eccetera perché a me non li dà mai nessuno e non ho esempi da seguire e poi io che cazzo ne so di cosa dovete fare voi se neanche so cosa voglio fare io.
E insomma niente, ora vado a letto e chi se ne frega se quello là domani m'interroga di storia, è l'ultimo giorno di scuola ed io passerò la mattina a dormire sul banco mentre sorseggio the alla pesca che mi fa schifo ma almeno è dolce e allevia il bruciore che m'infiamma la gola a forza di trattenere bestemmie e frasi scomode come basta, sono stanca, lasciatemi stare, non ne ho più voglia, voglio morire sul serio.
giugno 07, 2012
Uhm, direi di no.
- E' del Veneto.
- Di dove?
- 'spetta... è... di Milano!
- Che non è in Veneto.
- Oddio, è in Piemonte, vero?
Ci terrei a specificare che è una persona molto carina ed è primo strafalcione da quando la conosco, però ho riso tantissimo.
(cia' bella, so che stai leggendo, non picchiarmi ma te l'avevo detto che l'avrei scritto qui)
- Di dove?
- 'spetta... è... di Milano!
- Che non è in Veneto.
- Oddio, è in Piemonte, vero?
Ci terrei a specificare che è una persona molto carina ed è primo strafalcione da quando la conosco, però ho riso tantissimo.
(cia' bella, so che stai leggendo, non picchiarmi ma te l'avevo detto che l'avrei scritto qui)
Tre.
Studio sul letto con la musica bassa ed il cane che mi dorme accanto, non so cosa stia sognando ma sembra turbarlo quindi mentre mi ripeto ad alta voce che i procarioti si dividono per scissione binaria lo accarezzo e lui si calma un po', tira su la testa, mi lecca la mano e torna a riposare. Sarebbe bello se ci fosse qualcuno disposto ad accarezzarmi quando la notte faccio brutti sogni che m'impediscono di dormire, così potrei baciargli la mano e poi finalmente riposare e non sembrare più un vegetale con le occhiaie e "Ho bisogno di caffècafècaffè" scritto in fronte.
Oggi una persona mi ha detto che avrei fatto bene ad andare al classico, io dico che se non fosse per la gente schifosa che popola il mio liceo andrei benissimo anche lì, poi penso al fatto che mancano tre giorni alla fine della scuola ed io ancora sto studiando e sono esaurita, allora riconosco che probabilmente avrei fatto bene ad andare a zappare la terra e basta.
Se non fosse che sono aracnofobica, ovviamente.
Oggi una persona mi ha detto che avrei fatto bene ad andare al classico, io dico che se non fosse per la gente schifosa che popola il mio liceo andrei benissimo anche lì, poi penso al fatto che mancano tre giorni alla fine della scuola ed io ancora sto studiando e sono esaurita, allora riconosco che probabilmente avrei fatto bene ad andare a zappare la terra e basta.
Se non fosse che sono aracnofobica, ovviamente.
maggio 17, 2012
Riaprite i manicomi. #2
Squilla il telefono.
Io: Pronto?
G.: Amica, hai da fare domani sera?
Io: A parte fare schifo non ho altri impegni, perché?
G.: Vieni a cena da me? Siamo al campo, prendo le pizze e ti porto in giù io.
Io: Mh, va bene, basta che non facciamo tardi ché sabato ho scuola e alla prima ora ho il compito.
G.: Vai tranquilla.
Io: Ma lo scopo della cena quale sarebbe? Non potevamo farla sabato?
G.: No, perché voglio presentarti ai miei nonni.
...
A CHI SCUSA?
Non stiamo insieme, non mi caghi da mesi, è da gennaio che quando ti chiedo di far qualcosa mi rispondi sempre "Ho già un impegno" E ORA MI VUOI PRESENTARE AI TUOI NONNI?
Sono pure siciliani, saranno nonni bellissimi e io mi metterò a piangere dalla commozione.
Che angoscia.
Io: Pronto?
G.: Amica, hai da fare domani sera?
Io: A parte fare schifo non ho altri impegni, perché?
G.: Vieni a cena da me? Siamo al campo, prendo le pizze e ti porto in giù io.
Io: Mh, va bene, basta che non facciamo tardi ché sabato ho scuola e alla prima ora ho il compito.
G.: Vai tranquilla.
Io: Ma lo scopo della cena quale sarebbe? Non potevamo farla sabato?
G.: No, perché voglio presentarti ai miei nonni.
...
A CHI SCUSA?
Non stiamo insieme, non mi caghi da mesi, è da gennaio che quando ti chiedo di far qualcosa mi rispondi sempre "Ho già un impegno" E ORA MI VUOI PRESENTARE AI TUOI NONNI?
Sono pure siciliani, saranno nonni bellissimi e io mi metterò a piangere dalla commozione.
Che angoscia.
maggio 11, 2012
Ventiquattro.
Tra ventiquattro giorni finisce la scuola - ho escluso le domeniche e il due giugno, ovviamente - e meno male. Sono esaurita, non ne posso più, è una settimana che non dormo un cazzo e mi ammazzo a studiare e tra l'altro mi sento pure male, non si capisce bene cosa io abbia ma credo sia stress, perché tra le varie cose mi viene il vomito e mi si spellano le mani. E niente, domani ho una verifica d'italiano e l'interrogazione d'inglese, lunedì storia dell'arte, martedì (forse) storia, prima o poi avrò di nuovo filosofia e storia -verifica di storia fissata il sette giugno, stronzo di merda muori-, il ventitre ho latino e nonsoquandomaalpiùpresto scienze.
E poi la fava.
E poi la fava.
maggio 09, 2012
Mi manca una trentina di pagine di storia e non me le ricorderò mai.
Io per studiare lego i capelli e fermo la frangia con le mollette, di solito, ma oggi non le trovavo e mi sono fermata i capelli con un foulard enorme, tipo donna musulmana.
Ecco, il cane del mio vicino, che per inciso è un incrocio tra un alano e un pitbull, quando sono scesa per recuperare il mio quaderno in macchina lì per lì non mi riconosceva e mi ringhiava.
Mi son cagata addosso.
Ecco, il cane del mio vicino, che per inciso è un incrocio tra un alano e un pitbull, quando sono scesa per recuperare il mio quaderno in macchina lì per lì non mi riconosceva e mi ringhiava.
Mi son cagata addosso.
maggio 07, 2012
Chiamate qualcuno.
Il punto è questo: sono esaurita.
Che io sabato abbia compiuto questi cazzo di diciotto anni o no, la faccenda non cambia, sono mentalmente esausta e basta, roba che da "Non dormo neanche col gas" sono passata senza mezze misure a "Oh, e questo cos'è? Un gabinetto? Fammici dormire sopra".
Oggi mi sono letteralmente messa a piangere perché lo stracchino era un filino acidognolo, e oggi pomeriggio ho avuto una crisi di nervi - con tanto di lancio del giavellotto in casa - perché non riuscivo a pronunciare 'mixture', vocabolo che nel mio libro di letteratura inglese si trova ovunque, e quando dico ovunque intendo ogni tre parole, e adesso ho lo sbatti di andare a mettermi il pigiama, voglio dormire con i jeans e le scarpe su questa orribile sedia di legno. Dove c'è scritto che non si può?
No, seriamente, qui c'è qualcosa che non va. Che sia la scuola, maggio, gli auguri di compleanno everywhere e da chiunque, la misantropia o fottesega, il fatto è che stommàle, e sto abusando dei corsivi e del grassetto, ma chissene.
Io domani mi lancio nel fiume. Di testa.
Che io sabato abbia compiuto questi cazzo di diciotto anni o no, la faccenda non cambia, sono mentalmente esausta e basta, roba che da "Non dormo neanche col gas" sono passata senza mezze misure a "Oh, e questo cos'è? Un gabinetto? Fammici dormire sopra".
Oggi mi sono letteralmente messa a piangere perché lo stracchino era un filino acidognolo, e oggi pomeriggio ho avuto una crisi di nervi - con tanto di lancio del giavellotto in casa - perché non riuscivo a pronunciare 'mixture', vocabolo che nel mio libro di letteratura inglese si trova ovunque, e quando dico ovunque intendo ogni tre parole, e adesso ho lo sbatti di andare a mettermi il pigiama, voglio dormire con i jeans e le scarpe su questa orribile sedia di legno. Dove c'è scritto che non si può?
No, seriamente, qui c'è qualcosa che non va. Che sia la scuola, maggio, gli auguri di compleanno everywhere e da chiunque, la misantropia o fottesega, il fatto è che stommàle, e sto abusando dei corsivi e del grassetto, ma chissene.
Io domani mi lancio nel fiume. Di testa.
maggio 04, 2012
Dammi liberazione. Da quello che sembra generosità. Da quello che sembra amore. Flash.
Voglio il mare, gli scogli, il profumo del salmastro, un libro da leggere, volti da accarezzare, sguardi da cercare, voglio il trucco colato, dei pancakes, il mio anello, i capelli rossi e le guance calde, voglio emozionarmi, voglio piangere guardando i fuochi d'artificio, voglio sorridere e voglio che finisca in fretta maggio, voglio trovare le parole per far capire a tutti una volta per sempre che il compleanno non lo voglio festeggiare e che non vedo la differenza tra avere diciotto anni e averne diciassette eccetto il fatto che posso comprare i gratta e vinci e giocare al lotto, voglio che il caricabatterie del cellulare funzioni e dormire una notte di fila.
Voglio chiudere gli occhi e vedere un oleandro e non tutto questo schifo, che mia mamma mi abbracci e che mio babbo mi sorrida, voglio sedermi a tavola e mangiare con gusto, voglio tornare a non condannarmi se mangio un cucchiaio di nutella e voglio essere astemia, voglio voler smettere di fumare e che quello stronzo mi alzi il voto di filosofia, che il mio cane non sia così sporco e che mi passi il mal di pancia, voglio che trovino un modo per eliminare l'allergia al polline, voglio che le persone quando se ne vanno ogni tanto tornino, voglio tornare a bere millemila caffè al giorno e voglio un biscotto.
Voglio capire qualcosa di questa cazzo di adolescenza, voglio avere trent'anni e diventare una di quelle persone tristi che pensano solo al lavoro e all'aperitivo delle sei senza occuparsi di mamma babbo nonna zio e pesci rossi, voglio che mio nonno la smetta di dire che ho paura delle galline solo perché non le ho mai viste da vicino e che capisca che io non voglio vederle da vicino perché sono brutte e i loro occhi non mi dicono niente e il solo pensiero che possano avvicinarsi a me mi fa venire le convulsioni.
Non so, voglio un sacco di cose e son seduta qui a scrivere su un blog - brutto, tra l'altro - mentre il mondo va avanti e io lo guardo in assoluto silenzio senza neanche avere due spiccioli per i popcorn.
Voglio chiudere gli occhi e vedere un oleandro e non tutto questo schifo, che mia mamma mi abbracci e che mio babbo mi sorrida, voglio sedermi a tavola e mangiare con gusto, voglio tornare a non condannarmi se mangio un cucchiaio di nutella e voglio essere astemia, voglio voler smettere di fumare e che quello stronzo mi alzi il voto di filosofia, che il mio cane non sia così sporco e che mi passi il mal di pancia, voglio che trovino un modo per eliminare l'allergia al polline, voglio che le persone quando se ne vanno ogni tanto tornino, voglio tornare a bere millemila caffè al giorno e voglio un biscotto.
Voglio capire qualcosa di questa cazzo di adolescenza, voglio avere trent'anni e diventare una di quelle persone tristi che pensano solo al lavoro e all'aperitivo delle sei senza occuparsi di mamma babbo nonna zio e pesci rossi, voglio che mio nonno la smetta di dire che ho paura delle galline solo perché non le ho mai viste da vicino e che capisca che io non voglio vederle da vicino perché sono brutte e i loro occhi non mi dicono niente e il solo pensiero che possano avvicinarsi a me mi fa venire le convulsioni.
Non so, voglio un sacco di cose e son seduta qui a scrivere su un blog - brutto, tra l'altro - mentre il mondo va avanti e io lo guardo in assoluto silenzio senza neanche avere due spiccioli per i popcorn.
maggio 02, 2012
Dannato Aristotele, ti odio.
Allora, io quando so di dover studiare, generalmente, evito di bere. In generale, dico, non mi riferisco solo all'alcol - anche se adesso un bel bicchiere di vodka liscia sarebbe perfetto, giusto per dimenticare l'urgenza.
Quindi io oggi a pranzo, sapendo di dovermi fare il culo perché domani sono interrogata di filosofia, anzi che il mio solito litro d'acqua, ne ho bevuto giusto un bicchiere e fino ad ora non ho ingerito niente, liquido e non.
E allora perché ogni cinque minuti devo fermarmi per espellere litri e litri di urina? Perché?
Comunque sì, giustamente devo studiare mezza metafisica e ripassare il resto e sono qui a scrivere sul blog. Sono talmente idiota che mi gambizzerei da sola.
Cazzo.
Quindi io oggi a pranzo, sapendo di dovermi fare il culo perché domani sono interrogata di filosofia, anzi che il mio solito litro d'acqua, ne ho bevuto giusto un bicchiere e fino ad ora non ho ingerito niente, liquido e non.
E allora perché ogni cinque minuti devo fermarmi per espellere litri e litri di urina? Perché?
Comunque sì, giustamente devo studiare mezza metafisica e ripassare il resto e sono qui a scrivere sul blog. Sono talmente idiota che mi gambizzerei da sola.
Cazzo.
aprile 26, 2012
Io a fare queste cose non sono capace, e probabilmente non sono proprio capace punto.
Quando le persone mi chiedono scusa io non so cosa fare, non sono abituata, e poi scusa di cosa che neanche m'hai fatto niente, c'è stato questo malinteso enorme alimentato dal mondo e ora te ne salti su con "Scusami".
E io cosa devo fare?
No, qualcuno me lo dica, perché l'unica sinapsi che ha funzionato qui è quella dei lacrimogeni, e non è che sia tanto una bella cosa.
- capiamoci, non mi vengono neanche in mente dei sinonimi di "fare" e "cosa", non so se rendo l'idea.
Quando le persone mi chiedono scusa io non so cosa fare, non sono abituata, e poi scusa di cosa che neanche m'hai fatto niente, c'è stato questo malinteso enorme alimentato dal mondo e ora te ne salti su con "Scusami".
E io cosa devo fare?
No, qualcuno me lo dica, perché l'unica sinapsi che ha funzionato qui è quella dei lacrimogeni, e non è che sia tanto una bella cosa.
- capiamoci, non mi vengono neanche in mente dei sinonimi di "fare" e "cosa", non so se rendo l'idea.
aprile 23, 2012
Ciao mamma ciao.
Okay, il titolo non c'incastra niente, ma fondamentalmente fottesega.
Oggi ho con orgoglio comprato un paio di jeans taglia quarantaquattro, che è un traguardo enorme per la sottoscritta e sono molto felice di ciò, anche se non basta a compensare l'incazzatura enorme di quest'oggi.
Le persone che mi dicono "Facciamo una videochiamata" mi mettono un po' d'ansia, ché io poi mi pettino e mi tolgo la matita sbavata fino alla bocca per sembrare meno gattara e per niente, tra l'altro, perché suddetta persona m'ha visto in condizioni certamente peggiori. Però quando poi sto videochiamando sono talmente contenta che mi strofino gli occhi e mi lego i capelli e vanifico tutto, però è bello sentirmi libera di essere impresentabile mentre tento invano di spiegare geometria analitica a chi di matematica non ci capisce niente ma non mi arrabbio se mi chiede per la ventordicesima volta di ripetere perché lo fa con gli occhi tanto dispiaciuti che sorrido e basta e mi sento chiedere se sono stanca e nessuno lo fa mai, quindi mi sento bene.
Comunque ho scoperto che c'è chi potrebbe arrivare a questo blog e non vorrei proprio che leggesse i cazzi miei, ecco. Credo che la bloccherò sull'altro sito e bona, così non può vedere il link al mio blog e al mio tumblr e a tutte quelle cose lì, anche perché di base chi minchia sei? Che cazzo vuoi?
Oggi ho con orgoglio comprato un paio di jeans taglia quarantaquattro, che è un traguardo enorme per la sottoscritta e sono molto felice di ciò, anche se non basta a compensare l'incazzatura enorme di quest'oggi.
Le persone che mi dicono "Facciamo una videochiamata" mi mettono un po' d'ansia, ché io poi mi pettino e mi tolgo la matita sbavata fino alla bocca per sembrare meno gattara e per niente, tra l'altro, perché suddetta persona m'ha visto in condizioni certamente peggiori. Però quando poi sto videochiamando sono talmente contenta che mi strofino gli occhi e mi lego i capelli e vanifico tutto, però è bello sentirmi libera di essere impresentabile mentre tento invano di spiegare geometria analitica a chi di matematica non ci capisce niente ma non mi arrabbio se mi chiede per la ventordicesima volta di ripetere perché lo fa con gli occhi tanto dispiaciuti che sorrido e basta e mi sento chiedere se sono stanca e nessuno lo fa mai, quindi mi sento bene.
Comunque ho scoperto che c'è chi potrebbe arrivare a questo blog e non vorrei proprio che leggesse i cazzi miei, ecco. Credo che la bloccherò sull'altro sito e bona, così non può vedere il link al mio blog e al mio tumblr e a tutte quelle cose lì, anche perché di base chi minchia sei? Che cazzo vuoi?
aprile 14, 2012
Cit. 17
What if I told you who I really was?
What if I let you in on my charade?
What if I told you what was really going on?
No more masks and no more parts to play.
There's so much I want to say, but I'm so scared to give away every little secret that I hide behind.
Would you see me differently?
And would that be such a bad thing?
I wonder what it would be like if I told you.
What if I told you that it's just a front to hide the insecurities I have?
What if I told you that I'm not as strong as I like to make believe I am?
(What if I told you - Jason Walker)
What if I let you in on my charade?
What if I told you what was really going on?
No more masks and no more parts to play.
There's so much I want to say, but I'm so scared to give away every little secret that I hide behind.
Would you see me differently?
And would that be such a bad thing?
I wonder what it would be like if I told you.
What if I told you that it's just a front to hide the insecurities I have?
What if I told you that I'm not as strong as I like to make believe I am?
(What if I told you - Jason Walker)
Mattinata tipo (parte quattro)
La prof. interroga A. -che non è quello di matematica- e gli dà sei e mezzo.
A.: No, scusi, quant'ho preso?
Prof: Sei e mezzo.
A.: QUANTO?!
Prof: Sei e mezzo!
A.: OMMIODDIO *esce e balla la breakdance nel corridoio*
Altroprof: *passando* Attacco epilettico o di demenza?
E.: *mette un piede sulla sedia e canta* C'era una volta uno zainetto che era di un ragazzo con la vagina sul petto!
Prof cheeradietrodiluianchesenonseneeraaccorto: *sgrana gli occhi*
E.: *la vede* Oh caz- ehm, scusi. Stavo scherzando, eh.
G.: Tu che sei una ragazza dalle mille risorse, hai mica una divisa da pompiere da prestarmi?
Io: No, ma se vuoi ho una tuta da meccanico.
G.: Non fa lo stesso effetto che arrivare tutto sudato e a torso nudo, ma va bene uguale.
Io: Cose tipo "Dove devo mettere la mia chiave inglese?"?
G.: No, più "Devo fare la revisione"... Oppure potrei vestirmi da dottore. Lei dice "Mi sento a pezzi" e io le rispondo "Tranquilla, ti monto io".
E poi N. ha fatto finta di essere in bagno a vomitare per un'ora perché aveva paura che la professoressa di storia dell'arte interrogasse, nonostante avesse chiaramente detto che non l'avrebbe fatto.
E quella troia di G. ha di nuovo simulato un attacco d'asma in grande stile per non essere interrogata della stessa materia.
Ammazzatevi.
A.: No, scusi, quant'ho preso?
Prof: Sei e mezzo.
A.: QUANTO?!
Prof: Sei e mezzo!
A.: OMMIODDIO *esce e balla la breakdance nel corridoio*
Altroprof: *passando* Attacco epilettico o di demenza?
E.: *mette un piede sulla sedia e canta* C'era una volta uno zainetto che era di un ragazzo con la vagina sul petto!
Prof cheeradietrodiluianchesenonseneeraaccorto: *sgrana gli occhi*
E.: *la vede* Oh caz- ehm, scusi. Stavo scherzando, eh.
G.: Tu che sei una ragazza dalle mille risorse, hai mica una divisa da pompiere da prestarmi?
Io: No, ma se vuoi ho una tuta da meccanico.
G.: Non fa lo stesso effetto che arrivare tutto sudato e a torso nudo, ma va bene uguale.
Io: Cose tipo "Dove devo mettere la mia chiave inglese?"?
G.: No, più "Devo fare la revisione"... Oppure potrei vestirmi da dottore. Lei dice "Mi sento a pezzi" e io le rispondo "Tranquilla, ti monto io".
E poi N. ha fatto finta di essere in bagno a vomitare per un'ora perché aveva paura che la professoressa di storia dell'arte interrogasse, nonostante avesse chiaramente detto che non l'avrebbe fatto.
E quella troia di G. ha di nuovo simulato un attacco d'asma in grande stile per non essere interrogata della stessa materia.
Ammazzatevi.
Mattinata tipo (parte tre) - Un anno dopo.
P.: *entra alle otto e venti*
Prof: No, io voglio capire, come cazzo hai fatto a entrare?
P.: *tono ovvio* Ho aperto la porta.
Prof: I papisti tra le varie stronzate ignorano pure che ci sono stati due processi evolutivi.
Tiziascema: Come due?!
Prof: E sì. Caino uccide suo fratello e si riproduce con un altra donna che dev'essere stata creata prima, per forza.
Tiziascema: In che senso?
Prof: Caino uccide Abele e si riproduce. Con chi? CON SO' MA'?
La prof consegna le verifiche di matematica e interroga quelli che hanno il debito d'orale, tra cui A. che nel compito ha preso sette.
Prof: Enuncia il teorema dei seni.
A.: Ehm... allora, il teorema dei... seni, vero?
Prof: Sì, dei seni.
A.: Okay, il teorema dei seni dice che...
Prof: *prende il quaderno di A. con le definizioni e lo mette vicino ad A.* Io mi tolgo gli occhiali che li devo pulire, mi giro di là perché non è educazione. Tu intanto dimmelo.
A.: *legge*
Prof: Bravo, ero sicura tu lo sapessi.
L'interrogazione procede da schifo e si conclude peggio.
Prof: Io non posso affermare ciò che non posso dimostrare, ovviamente, ma... da chi hai copiato?
Prof: Marika, per cortesia, qui manca il fascicolo della C. e lei ha detto che o è qui o ce l'hai tu.
Io: No, è qui. Sono sicura perché gliel'ho consegnato personalmente l'altra volta. Si ricorda che abbiamo anche sistemato tutto in ordine alfabetico e non ne mancavano?
Prof: Ora ricordo. Mi hai dato una brutta notizia.
Qualche minuto dopo.
Prof: Comunque, qui manca ancora quello della C. Fatemi la cortesia di controllare a casa tutt'e due, perché evidentemente non è stato consegnato.
Io: Ma le ho già spiegato che blablabla.
Prof: Oh, sì, giusto. Non importa, le darò di nuovo i fogli bianchi e li ricompilerà, non c'è problema.
La scena si ripete circa sei/sette volte.
Prof: Vabbè, qui abbiamo finito. Adesso tu e la C. dovete solo controllare se avete il suo fascicolo, sennò è un casino.
Io: *scoglionata* Sì, va bene, arrivederci.
Studentemaivistoprima: Scusa bella, hai mica una sigaretta?
Io: No, finite, mi dispiace.
Studentemaivistoprima: Ma guarda che ti offro il caffè, non serve fare la tirchia.
Io: Non faccio la tirchia, sono senza.
Studentemaivistoprima: Sì, vabbè. Me ne ricorderò. CIAO.
Ma vaffanculo.
E poi, ogni mattina, c'è quel dannato tizio che mi dice "Ciao Marika!" e mi lascia tutto il giorno con il tormentone Ma chi cazzo è? Come cazzo lo conosco e, soprattutto, lo conosco?
Prof: No, io voglio capire, come cazzo hai fatto a entrare?
P.: *tono ovvio* Ho aperto la porta.
Prof: I papisti tra le varie stronzate ignorano pure che ci sono stati due processi evolutivi.
Tiziascema: Come due?!
Prof: E sì. Caino uccide suo fratello e si riproduce con un altra donna che dev'essere stata creata prima, per forza.
Tiziascema: In che senso?
Prof: Caino uccide Abele e si riproduce. Con chi? CON SO' MA'?
La prof consegna le verifiche di matematica e interroga quelli che hanno il debito d'orale, tra cui A. che nel compito ha preso sette.
Prof: Enuncia il teorema dei seni.
A.: Ehm... allora, il teorema dei... seni, vero?
Prof: Sì, dei seni.
A.: Okay, il teorema dei seni dice che...
Prof: *prende il quaderno di A. con le definizioni e lo mette vicino ad A.* Io mi tolgo gli occhiali che li devo pulire, mi giro di là perché non è educazione. Tu intanto dimmelo.
A.: *legge*
Prof: Bravo, ero sicura tu lo sapessi.
L'interrogazione procede da schifo e si conclude peggio.
Prof: Io non posso affermare ciò che non posso dimostrare, ovviamente, ma... da chi hai copiato?
Prof: Marika, per cortesia, qui manca il fascicolo della C. e lei ha detto che o è qui o ce l'hai tu.
Io: No, è qui. Sono sicura perché gliel'ho consegnato personalmente l'altra volta. Si ricorda che abbiamo anche sistemato tutto in ordine alfabetico e non ne mancavano?
Prof: Ora ricordo. Mi hai dato una brutta notizia.
Qualche minuto dopo.
Prof: Comunque, qui manca ancora quello della C. Fatemi la cortesia di controllare a casa tutt'e due, perché evidentemente non è stato consegnato.
Io: Ma le ho già spiegato che blablabla.
Prof: Oh, sì, giusto. Non importa, le darò di nuovo i fogli bianchi e li ricompilerà, non c'è problema.
La scena si ripete circa sei/sette volte.
Prof: Vabbè, qui abbiamo finito. Adesso tu e la C. dovete solo controllare se avete il suo fascicolo, sennò è un casino.
Io: *scoglionata* Sì, va bene, arrivederci.
Studentemaivistoprima: Scusa bella, hai mica una sigaretta?
Io: No, finite, mi dispiace.
Studentemaivistoprima: Ma guarda che ti offro il caffè, non serve fare la tirchia.
Io: Non faccio la tirchia, sono senza.
Studentemaivistoprima: Sì, vabbè. Me ne ricorderò. CIAO.
Ma vaffanculo.
E poi, ogni mattina, c'è quel dannato tizio che mi dice "Ciao Marika!" e mi lascia tutto il giorno con il tormentone Ma chi cazzo è? Come cazzo lo conosco e, soprattutto, lo conosco?
aprile 10, 2012
Persone confuse -e idiote e che dovrebbero morire eccetera.
- Hai presente "Basket Case"?
- Dei 30 Seconds To Mars?
- Come scusa?!
- ODDIO, no, mi son sbagliata, non so nemmeno io come ho fatto, cioè, io amo i Simple Plan.
Da sottolineare che è la stessa che qualche mese fa indossava la maglia dei Nirvana e m'ha detto che la sua canzone preferita è quella che parla dei teen qualcosa.
Se vuoi morire, dillo, brutta troia ignorante.
- Dei 30 Seconds To Mars?
- Come scusa?!
- ODDIO, no, mi son sbagliata, non so nemmeno io come ho fatto, cioè, io amo i Simple Plan.
Da sottolineare che è la stessa che qualche mese fa indossava la maglia dei Nirvana e m'ha detto che la sua canzone preferita è quella che parla dei teen qualcosa.
Se vuoi morire, dillo, brutta troia ignorante.
aprile 09, 2012
A me aprile non fa bene.
A me che sono bella lo dicono. Non sempre, ma insomma, abbastanza spesso. Quel che serve.
Il punto è che io non ci credo mai, e non è falsa modestia o chissà cosa, non ci credo e basta.
Io mi ritengo obiettiva - poi magari non lo sono, non sono l'oracolo di Delfi, però oh - e quando mi guardo allo specchio mi vedo obiettivamente non bella.
Diciamo che l'unica cosa che mi soddisfa sono gli occhi, ché ogni volta che li guardo sono diversi ma con una coerenza di base, e la cosa mi affascina. Per il resto, tutto è troppo. I miei piedi sono troppo grandi, le mie gambe troppo larghe, la mia pelle troppo bianca, la pancia è troppa e basta, e insomma, che il troppo stroppia lo sappiamo da sempre. Quindi, dicevo, io non credo di essere bella. Magari sono un tipo, che è il modo carino di dire "Faccio cagare ma non perdo la speranza", però decisamente non sono bella.
(Tutta 'sta ridondanza dà fastidio anche a me, ma qualsiasi sinonimo di "Bello" io usassi cambierebbe tutto, quindi sopportatemi)
Comunque questa premessa era per dire che io oggi ero da sola in casa di nonna, senza computer, e mi annoiavo, quindi ho pensato di leggere un po'. Il problema era che tutti i miei libri li ho in casa mia, ma rovistando tra le mie scartoffie delle medie ho trovato un libro che avevo preso in prestito dalla biblioteca scolastica e che non avevo restituito perché alla fine era arrivato giugno ed io se proprio non sono costretta a scuola col cazzo che ci metto piede.
Vabbè, dicevo.
Ho trovato questo libro che si chiama "Elogio alla bruttezza", ed ho pensato "Di che minchia parlava 'sto libro?" e in mancanza d'altro l'ho iniziato a leggere.
Essendo un libro particolarmente leggero l'ho letto in molto meno di un'ora, ma quasi alla fine mi sono ritrovata a piangere.
Giusto per chiarire, no, non è per la trama, che sostanzialmente è 'na merda (lei è brutta ed ha migliore amica brutta con l'apparecchio che tutti chiamano Enterprise innamorata del fratello strafico della protagonista, il quale ha un amico che un giorno vede questa tizia e PUF, s'innamora a prima vista e poi ci prova, si mettono insieme e lei parlando con la madre scopre di non essere brutta, in realtà è bellissima eccetera), però ci sono alcune parti che sono tanto banali da essere da me condivise, quindi mi sono sentita molto tredicenne speranzosa. E cosa fa una tredicenne speranzosa? Piange, ovvio.
Ad ogni modo ad un certo punto la protagonista, che si chiama Marcella, tra l'altro, dopo aver baciato 'sto tizio va a casa e parla con la madre a cui dice che suddetto tizio l'ha definita bella, e mammà risponde "Vorrei anche vedere", o qualcosa del genere, e segue un dialogo del tipo:
- Quindi anche tu pensi che io sia bella?
- Ma certo, tu sei bellissima.
- E perché nessuno me lo dice mai?
Da qui l'inizio del post, perché ho passato il pomeriggio a riflettere sul fatto che, almeno per quanto mi riguarda, non è tanto il sentirselo dire, è il convincersene, perché a me una mattina d'estate hanno pure detto che appena alzata sono bellissima ed è una cosa rara e blablabla, ma a me veniva quasi da ridere perché mi sentivo presa per il culo e di fatto sono piuttosto autoironica - forse troppo, ma tant'è-, e ogni volta che mi guardo allo specchio continuo a pensare di non essere bella e tutte quelle menate lì.
E un altra cosa a cui ho pensato, dopo aver letto questo libro, è che di fatto a me le persone obiettivamente belle non piacciono. Cioè, mi spiego, non sono scema, se uno è obiettivamente bello lo riconosco e magari mi parte anche l'ormone, tipo con Johnny Depp o quel tizio che s'è diplomato l'anno scorso, però non vorrei mai accanto una persona così, in nessun senso, possibilmente neanche per amico ma poi cosa c'entra, non è certo l'aspetto che conta, questo lo sosterrò sempre.
A me piacciono le persone che sono belle per un particolare, quelle con gli occhi belli o le braccia belle ma tutto il resto che fa storgere un po' il naso, quelle persone che si sentono uno schifo perché hanno l'apparecchio o i denti storti eppure tu li guardi e sorridi perché hanno quel nonsoché che ti fa un po' sentire la testa più leggera, e non puoi fare a meno di pensare 'ddei, se sarà bella/o.
Ora, per esempio, a me Gotye fisicamente piace da morire e quando lo dico mi chiedono tutti se sono idiota. Ha degli occhi meravigliosi e le spalle larghe e delle braccia meravigliose, e chi se ne fotte se ha la testa un po' più piccola del resto e i denti storti, mi piace. Credo sarebbe la classica persona di cui mi innamorerei sull'autobus, o sul treno, o per la strana, il classico ragazzo che noterei in una piazza.
E poi c'è quella persona che leggerà sicuramente che si nasconde sempre con la frangia e fa sempre finta di grattarsi la tempia per non farsi vedere e tutte quelle cose lì, che secondo me è bellissima. Ecco, ora lo sai.
Quindi niente, questo post è inutile, però mi andava di scriverlo.
Pace e amore, cia'.
Il punto è che io non ci credo mai, e non è falsa modestia o chissà cosa, non ci credo e basta.
Io mi ritengo obiettiva - poi magari non lo sono, non sono l'oracolo di Delfi, però oh - e quando mi guardo allo specchio mi vedo obiettivamente non bella.
Diciamo che l'unica cosa che mi soddisfa sono gli occhi, ché ogni volta che li guardo sono diversi ma con una coerenza di base, e la cosa mi affascina. Per il resto, tutto è troppo. I miei piedi sono troppo grandi, le mie gambe troppo larghe, la mia pelle troppo bianca, la pancia è troppa e basta, e insomma, che il troppo stroppia lo sappiamo da sempre. Quindi, dicevo, io non credo di essere bella. Magari sono un tipo, che è il modo carino di dire "Faccio cagare ma non perdo la speranza", però decisamente non sono bella.
(Tutta 'sta ridondanza dà fastidio anche a me, ma qualsiasi sinonimo di "Bello" io usassi cambierebbe tutto, quindi sopportatemi)
Comunque questa premessa era per dire che io oggi ero da sola in casa di nonna, senza computer, e mi annoiavo, quindi ho pensato di leggere un po'. Il problema era che tutti i miei libri li ho in casa mia, ma rovistando tra le mie scartoffie delle medie ho trovato un libro che avevo preso in prestito dalla biblioteca scolastica e che non avevo restituito perché alla fine era arrivato giugno ed io se proprio non sono costretta a scuola col cazzo che ci metto piede.
Vabbè, dicevo.
Ho trovato questo libro che si chiama "Elogio alla bruttezza", ed ho pensato "Di che minchia parlava 'sto libro?" e in mancanza d'altro l'ho iniziato a leggere.
Essendo un libro particolarmente leggero l'ho letto in molto meno di un'ora, ma quasi alla fine mi sono ritrovata a piangere.
Giusto per chiarire, no, non è per la trama, che sostanzialmente è 'na merda (lei è brutta ed ha migliore amica brutta con l'apparecchio che tutti chiamano Enterprise innamorata del fratello strafico della protagonista, il quale ha un amico che un giorno vede questa tizia e PUF, s'innamora a prima vista e poi ci prova, si mettono insieme e lei parlando con la madre scopre di non essere brutta, in realtà è bellissima eccetera), però ci sono alcune parti che sono tanto banali da essere da me condivise, quindi mi sono sentita molto tredicenne speranzosa. E cosa fa una tredicenne speranzosa? Piange, ovvio.
Ad ogni modo ad un certo punto la protagonista, che si chiama Marcella, tra l'altro, dopo aver baciato 'sto tizio va a casa e parla con la madre a cui dice che suddetto tizio l'ha definita bella, e mammà risponde "Vorrei anche vedere", o qualcosa del genere, e segue un dialogo del tipo:
- Quindi anche tu pensi che io sia bella?
- Ma certo, tu sei bellissima.
- E perché nessuno me lo dice mai?
Da qui l'inizio del post, perché ho passato il pomeriggio a riflettere sul fatto che, almeno per quanto mi riguarda, non è tanto il sentirselo dire, è il convincersene, perché a me una mattina d'estate hanno pure detto che appena alzata sono bellissima ed è una cosa rara e blablabla, ma a me veniva quasi da ridere perché mi sentivo presa per il culo e di fatto sono piuttosto autoironica - forse troppo, ma tant'è-, e ogni volta che mi guardo allo specchio continuo a pensare di non essere bella e tutte quelle menate lì.
E un altra cosa a cui ho pensato, dopo aver letto questo libro, è che di fatto a me le persone obiettivamente belle non piacciono. Cioè, mi spiego, non sono scema, se uno è obiettivamente bello lo riconosco e magari mi parte anche l'ormone, tipo con Johnny Depp o quel tizio che s'è diplomato l'anno scorso, però non vorrei mai accanto una persona così, in nessun senso, possibilmente neanche per amico ma poi cosa c'entra, non è certo l'aspetto che conta, questo lo sosterrò sempre.
A me piacciono le persone che sono belle per un particolare, quelle con gli occhi belli o le braccia belle ma tutto il resto che fa storgere un po' il naso, quelle persone che si sentono uno schifo perché hanno l'apparecchio o i denti storti eppure tu li guardi e sorridi perché hanno quel nonsoché che ti fa un po' sentire la testa più leggera, e non puoi fare a meno di pensare 'ddei, se sarà bella/o.
Ora, per esempio, a me Gotye fisicamente piace da morire e quando lo dico mi chiedono tutti se sono idiota. Ha degli occhi meravigliosi e le spalle larghe e delle braccia meravigliose, e chi se ne fotte se ha la testa un po' più piccola del resto e i denti storti, mi piace. Credo sarebbe la classica persona di cui mi innamorerei sull'autobus, o sul treno, o per la strana, il classico ragazzo che noterei in una piazza.
E poi c'è quella persona che leggerà sicuramente che si nasconde sempre con la frangia e fa sempre finta di grattarsi la tempia per non farsi vedere e tutte quelle cose lì, che secondo me è bellissima. Ecco, ora lo sai.
Quindi niente, questo post è inutile, però mi andava di scriverlo.
Pace e amore, cia'.
aprile 06, 2012
Ho un paio di cose da dire.
Alla maggior parte delle mie amicizie (che poi, checcazzo, amicizie cosa?) Facebook che scrivono "Io sono matura": essere mature non vuol dire prenderlo nel culo dal primo che passa.
Alla mia vicina di casa: se io ascolto i Nirvana e tu metti Ai Se Eu Te Pego ocomecazzosiscrive ad un volume sufficientemente alto, io la prendo come una sfida personale, quindi metto Smells like teen spirit ed alzo un pochino. Se poi tu metti Tacatà, io ti metto i Children of Bodom al massimo, e voglio un po' vedere che cazzo fai, visto che tu hai uno stereo dimmèrda e io l'impianto da cinema.
A mia madre: E' inutile che mi chiami ogni cinque minuti per sapere se sono sveglia, porco cazzo, una volta che mi sveglio non dormo più fino alla settimana dopo, e le tue telefonate mi obbligano a fermare la musica, quindi quella gongola e io perdo la mia credibilità d'avversario, hai capito? Speriamo.
E niente, io proprio la pace interiore non riesco a raggiungerla.
Alla mia vicina di casa: se io ascolto i Nirvana e tu metti Ai Se Eu Te Pego ocomecazzosiscrive ad un volume sufficientemente alto, io la prendo come una sfida personale, quindi metto Smells like teen spirit ed alzo un pochino. Se poi tu metti Tacatà, io ti metto i Children of Bodom al massimo, e voglio un po' vedere che cazzo fai, visto che tu hai uno stereo dimmèrda e io l'impianto da cinema.
A mia madre: E' inutile che mi chiami ogni cinque minuti per sapere se sono sveglia, porco cazzo, una volta che mi sveglio non dormo più fino alla settimana dopo, e le tue telefonate mi obbligano a fermare la musica, quindi quella gongola e io perdo la mia credibilità d'avversario, hai capito? Speriamo.
E niente, io proprio la pace interiore non riesco a raggiungerla.
aprile 01, 2012
Sono una persona fondamentalmente scurrile, checcevoletefà?
Sono stanca morta e sono incazzata nera, e questa cazzo di primavera di merda mi sta ostruendo qualsiasi cosa ostruibile (?) presente nel mio corpo e soprattutto nel mio cervello. Vivo di Clenilexx e Kleenex, ed entrambi queste parole portano all'argomento "ex" che è un argomento taboo per definizione, ma dal momento che siamo ad aprile la cosa non mi preoccupa, sono troppo presa dall'allergia per pensare.
Ah, e comunque alla fine di latino ho preso nove.
marzo 27, 2012
Okay che procrastination is the way, ma qui si esagera
Domani sono interrogata di latino e dovrei studiare a memoria le traduzioni di un pacco di versioni di Catullo e Cesare, senza contare le trame di due libri di Plauto e Apollo e Dafne che dopo mesi ancora ignoro chi cazzo l'abbia scritta. Il tutto con relativi paradigmi, s'intende.
Ovviamente, ho studiato solo quattro/cinque versioni di Catullo -tra cui quella dei baci e "Odio et amo", tra l'altro"- e anzi che andare a finire sono qui a sfogare la mia disperazione causata dal mio pensiero fisso, ovvero "Non ho voglia di fare un cazzo".
Qualcuno venga qui domani e si faccia interrogare al posto mio, possibilmente mantenendo la mia media del nove che onestamente vista la mia voglia sto salutando da circa due ore.
EDIT: Il mio cane si è appena mangiato mezza pagina del mio libro.
EDIT: Il mio cane si è appena mangiato mezza pagina del mio libro.
marzo 05, 2012
Riaprite i manicomi. #1
Mia sorella fischia strano per due minuti di fila.
- Sai cosa sembri?
- Il vento?
- No, una balena che chiama altre balene.
- Cattiva. MAMMA! Ha detto che sembro una balena.
- Detta così sembra che io t'abbia detto che sei grassa.
- Ah, pure?! MAMMA! HA DETTO CHE SONO GRASSA!
febbraio 22, 2012
La gente sta male. #2
Ora, io di cose su di me ne ho sentite veramente tante, e mi sono sempre divertita un sacco quando m'arrivavano voci sostenenti ch'io fossi zoccola, ipocrita e con le tette rifatte (sì, anche quello), ma credo fermamente che questa volta si siano tutti superati, tanto che sto ridendo come una matta da stamattina, perché, cari miei, è con immenso stupore che vi riferisco ciò che solo poche ore fa ho appreso:
a quanto pare, io non solo sarei lesbica, ma sarei pure fidanzata con una mia compagna di classe con cui, si dice, ci sarebbe in programma un matrimonio in Spagna o forse in Canada non appena saremo entrambe maggiorenni.
Facciamocene tutti una ragione, dicono addirittura d'avere le prove, quindi non credo ci sia molto altro da dire, se non 'Pazzi! Pazzi tutti!' (cit.).
E 'Fatevi una vita vostra', ovviamente.
a quanto pare, io non solo sarei lesbica, ma sarei pure fidanzata con una mia compagna di classe con cui, si dice, ci sarebbe in programma un matrimonio in Spagna o forse in Canada non appena saremo entrambe maggiorenni.
Facciamocene tutti una ragione, dicono addirittura d'avere le prove, quindi non credo ci sia molto altro da dire, se non 'Pazzi! Pazzi tutti!' (cit.).
E 'Fatevi una vita vostra', ovviamente.
febbraio 13, 2012
Io credo che il problema delle relazioni di qualsiasi natura è che ci facciamo una determinata e oltremodo precisa idea di chi sia l'altro, e quando diciamo "Non sei più tu" in realtà ci stiamo semplicemente accorgendo del fatto che ci siamo sbagliati, l'idea iniziale non era quella giusta, così ce ne andiamo, tentando di dare la colpa all'altro del nostro banale errore di valutazione.
Le persone non cambiano, vengono solo fuori un po' per volta, ecco, e secondo me basterebbe avere un po' di pazienza e concedersi un semplice "Sbagliavo", che è una di quelle cose che, una volta acquisite, puoi usare tutta la vita. Un po' come allacciarsi le scarpe.
- sì, la smetto.
Le persone non cambiano, vengono solo fuori un po' per volta, ecco, e secondo me basterebbe avere un po' di pazienza e concedersi un semplice "Sbagliavo", che è una di quelle cose che, una volta acquisite, puoi usare tutta la vita. Un po' come allacciarsi le scarpe.
- sì, la smetto.
febbraio 02, 2012
gennaio 16, 2012
Tanto per precisare.
Allora, per la cronaca, cara la mia testa di cazzo che telefona con l'anonimo, sono incazzata nera e in piena sindrome premestruale, ergo se poi ti mando affanculo dopo l'ennesima sghignazzata non sono io che sono acida e scorbutica, ma tu che te la cerchi, okay?
Okay.
gennaio 12, 2012
gennaio 10, 2012
Iniziare a scrivere alle 23.23 e finire alle 23.32 mi fa sentire potente. (?)
No, davvero, certe cose io non me le spiego, soprattutto alle ventitre e ventitre, soprattutto dopo aver passato la giornata a studiare latino (domani sono interrogata, ho dovuto), soprattutto in questo stato catatonico che mi accompagna da settimane.
Non mi spiego ad esempio com'è che alcune persone continuino, nonostante l'incessante susseguirsi di secondiminutioregiornimesianni ad essere così, e non so neanche definirlo, io, questo "così", ma sul serio, basta, per favore, io già devo sopportare me, non posso pensare anche a voi che mi parlate e non capite neanche voi tutto quell'ammasso di stupidaggini che fuoriesce dagli argini delle vostre labbra che tra l'altro neanche mi piacciono. Sono giorni che dico ad ognuno di voi di morire male e possibilmente al più presto, e voi come sempre pensate che io scherzi, perché tanto dai, una che me lo dice sempre e così seria e mi manda sempre affanculo e non perde occasione per dirmi che sono idiota/coglione/stupido/imbecille non può che scherzare.
No, cazzo, no.
Sono seria.
Muori.
Male.
Adesso.
Un'altra cosa che non riesco proprio a capire è l'impossibilità della quasi totalità della popolazione mondiale a rispondere alle mie domande che non mi sembrano molto difficili, come ad esempio questa cosa che mi chiedo da giorni, ovvero, ma se (sì, sì, lo so che sono molto coordinati eccetera, ma mettiamo caso che) due uccelli mentre volano si scontrano, cosa succede? Cadono? Volano un po' storti poi si riprendono?
Un ipotesi chiedo, non una risposta certa tipo National Geographic, solo un qualcosa. Dicono "Domandare è lecito, rispondere è cortesia", pertanto io semplicemente chiedo al mondo di essere per una volta cortese e chiudere gli occhi e immaginare la scena e proporre delle teorie, e per quanto mi piacerebbe assai neanche chiedo di fermarsi un pochino lì con me per discuterne, solo, ecco, una risposta, per favore.
E poi, tra l'altro, ultimo appunto: com'è che io riesco a prestare attenzione a tutto ciò che fate, a come muovete la bocca quando parlate e di come suddetto movimento (così come quello degli occhi e delle mani e del corpo in genere) cambi a seconda dell'umore e delle situazioni e riesco a notare tutto e basta e voi neanche vi rendete conto di quando io, ad esempio, lascio appositamente l'ultimo goccio di Alexander perché so che vi piace e niente, neanche dal buco di culo? No, perché, davvero, io a combattere un po' questa acuta forma di misantropia posso anche provarci, sono anche seriamente disposta a rinunciare a un goccio d'alcol tutte le sere, ma se non mi aiutate è tutto un po' vano, non vi sembra? Io non posso cambiare idea da un giorno all'altro, ho bisogno di fatti, non mi bastano le solite illusioni, voglio davvero odiarvi un po' di meno, ma come faccio?
Qualcuno me lo dica.
Non mi spiego ad esempio com'è che alcune persone continuino, nonostante l'incessante susseguirsi di secondiminutioregiornimesianni ad essere così, e non so neanche definirlo, io, questo "così", ma sul serio, basta, per favore, io già devo sopportare me, non posso pensare anche a voi che mi parlate e non capite neanche voi tutto quell'ammasso di stupidaggini che fuoriesce dagli argini delle vostre labbra che tra l'altro neanche mi piacciono. Sono giorni che dico ad ognuno di voi di morire male e possibilmente al più presto, e voi come sempre pensate che io scherzi, perché tanto dai, una che me lo dice sempre e così seria e mi manda sempre affanculo e non perde occasione per dirmi che sono idiota/coglione/stupido/imbecille non può che scherzare.
No, cazzo, no.
Sono seria.
Muori.
Male.
Adesso.
Un'altra cosa che non riesco proprio a capire è l'impossibilità della quasi totalità della popolazione mondiale a rispondere alle mie domande che non mi sembrano molto difficili, come ad esempio questa cosa che mi chiedo da giorni, ovvero, ma se (sì, sì, lo so che sono molto coordinati eccetera, ma mettiamo caso che) due uccelli mentre volano si scontrano, cosa succede? Cadono? Volano un po' storti poi si riprendono?
Un ipotesi chiedo, non una risposta certa tipo National Geographic, solo un qualcosa. Dicono "Domandare è lecito, rispondere è cortesia", pertanto io semplicemente chiedo al mondo di essere per una volta cortese e chiudere gli occhi e immaginare la scena e proporre delle teorie, e per quanto mi piacerebbe assai neanche chiedo di fermarsi un pochino lì con me per discuterne, solo, ecco, una risposta, per favore.
E poi, tra l'altro, ultimo appunto: com'è che io riesco a prestare attenzione a tutto ciò che fate, a come muovete la bocca quando parlate e di come suddetto movimento (così come quello degli occhi e delle mani e del corpo in genere) cambi a seconda dell'umore e delle situazioni e riesco a notare tutto e basta e voi neanche vi rendete conto di quando io, ad esempio, lascio appositamente l'ultimo goccio di Alexander perché so che vi piace e niente, neanche dal buco di culo? No, perché, davvero, io a combattere un po' questa acuta forma di misantropia posso anche provarci, sono anche seriamente disposta a rinunciare a un goccio d'alcol tutte le sere, ma se non mi aiutate è tutto un po' vano, non vi sembra? Io non posso cambiare idea da un giorno all'altro, ho bisogno di fatti, non mi bastano le solite illusioni, voglio davvero odiarvi un po' di meno, ma come faccio?
Qualcuno me lo dica.
gennaio 06, 2012
Scleri delle 22.22
Non lo so, boh, sono stanca, in questo momento ho pure il mio solito mal di testa quindi penso vada da sè che proprio di studiare non ce l'ho in culo, neanche domani, pensavo di mettermici dopo Capodanno e invece niente, non ho proprio voglia. Vedo i libri scolastici e mi viene il vomito.
Per Natale mi hanno regalato un sacco di libri e sciarpe e cappelli -pure a forma di panda, che poi la gente mi dice "ma voi due che cazzo continuate 'sto tira e molla che lui si comporta come se non ti conoscesse!" e non si rendono conto che in tutto quello che fa e che dice dimostra chiaramente di essere, al contrario, l'unico al mondo che mi conosce sul serio- e pure un cane, che ufficialmente l'ha portato Babbo Natale ma in realtà l'abbiamo scelto io e mamma.
E' bellissimo e poi mi cerca sempre e vuole venire in braccio e mi dà tanti bacini e basta, niente di che, è tutto normale, ma io sono sempre in carenza d'affetto e lui mi fa benissimo.
Auguri a tutti, eh. Per me siamo ancora nel 2011 ma non importa, spero voi abbiate festeggiato tutti come si deve e che sia un anno quantomeno decente (magari proprio bello, ecco) per tutti.
Personalmente, io mi consolo sapendo che è l'ultimo, o almeno così dicono.
Per Natale mi hanno regalato un sacco di libri e sciarpe e cappelli -pure a forma di panda, che poi la gente mi dice "ma voi due che cazzo continuate 'sto tira e molla che lui si comporta come se non ti conoscesse!" e non si rendono conto che in tutto quello che fa e che dice dimostra chiaramente di essere, al contrario, l'unico al mondo che mi conosce sul serio- e pure un cane, che ufficialmente l'ha portato Babbo Natale ma in realtà l'abbiamo scelto io e mamma.
E' bellissimo e poi mi cerca sempre e vuole venire in braccio e mi dà tanti bacini e basta, niente di che, è tutto normale, ma io sono sempre in carenza d'affetto e lui mi fa benissimo.
Auguri a tutti, eh. Per me siamo ancora nel 2011 ma non importa, spero voi abbiate festeggiato tutti come si deve e che sia un anno quantomeno decente (magari proprio bello, ecco) per tutti.
Personalmente, io mi consolo sapendo che è l'ultimo, o almeno così dicono.
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