Mi sto scoprendo gelosa, e non poco, di persone, passioni, musica, film. Ho quasi voglia di picchiare a sangue chiunque si avvicini a determinati soggetti, si azzardi a dire che scrive e adora i miei libri preferiti, ascolta le canzoni che ascolto io e così via.
Sento che sono miei, ci sono io dentro, è roba che mi appartiene, c'è un po' della mia anima in ogni canzone che mi piace e sembra che gli altri non abbiano il diritto di sentire proprie tutte queste cose.
Quel che è mio è mio, e il fatto che una volta sentissi di non avere il diritto di avere niente mi disorienta, mi scombussola.
Non mi riconosco più, e la cosa non mi piace, mi fa paura.
settembre 29, 2011
settembre 24, 2011
Madri dure di comprendonio e altra merda.
Mamma, per quanto le apparenze dimostrino il contrario, detesto dire "Te l'avevo detto".
Tuttavia, che a me mangiare la carne fa letteralmente venire il vomito, io te l'avevo detto.
E niente, stanotte sono stata male e stamattina niente scuola, così adesso ho preso una pausa dal mio intenso processo di memorizzazione del capitolo di scienze, ché odio perder tempo e mi sto mettendo avanti per lunedì, perché se riesco a studiare come si deve guardo se andare volontaria, così sono a posto fino a novembre circa, dato che sono due interrogazioni a quadrimestre.
Per farsi perdonare (spero), quella santa donna che m'ha partorito m'ha comprato le sigarette. Ma non basterà, cara.
Anyway.
Niente, addio, torno ai tessuti e ai muscoli e alle ossa - che beddo!
Tuttavia, che a me mangiare la carne fa letteralmente venire il vomito, io te l'avevo detto.
E niente, stanotte sono stata male e stamattina niente scuola, così adesso ho preso una pausa dal mio intenso processo di memorizzazione del capitolo di scienze, ché odio perder tempo e mi sto mettendo avanti per lunedì, perché se riesco a studiare come si deve guardo se andare volontaria, così sono a posto fino a novembre circa, dato che sono due interrogazioni a quadrimestre.
Per farsi perdonare (spero), quella santa donna che m'ha partorito m'ha comprato le sigarette. Ma non basterà, cara.
Anyway.
Niente, addio, torno ai tessuti e ai muscoli e alle ossa - che beddo!
settembre 19, 2011
Le sigarette sono aumentate e sono nella merda.
Le persone che prendono così seriamente il 'memento mori' mi stanno simpatiche, al contrario degli ottimisti che a lungo andare mi irritano. Non voglio che mi si dica che andrà tutto bene, preferisco chi mi dice 'La vita è una merda, ma sopravviviamo tutti, purtroppo'; sa meno di bugia ed è più in sintonia sul mio stato d'animo degli ultimi mesi.
Mi trovo pienamente a mio agio con chi canticchia i Beatles e i Queen insieme a me, e ancora di più chi canticchia con me gruppi che nessuno conosce, soprattutto se a bassa voce in modo che continuino a non conoscerli.
Alzi la mano chi si è accorto che il titolo non c'entra un cazzo.
Mi trovo pienamente a mio agio con chi canticchia i Beatles e i Queen insieme a me, e ancora di più chi canticchia con me gruppi che nessuno conosce, soprattutto se a bassa voce in modo che continuino a non conoscerli.
Alzi la mano chi si è accorto che il titolo non c'entra un cazzo.
settembre 18, 2011
Please, take me away from here.
Caro te,
da queste parti non è proprio il massimo. Il tempo non è mai uguale per più di dieci minuti, d'estate si soffoca perché c'è un'umidità assurda, la gente non si fa mai gli affari suoi e se esci con un nuovo taglio di capelli hai dieci minuti prima che tutta la città abbia commentato con frasi spesso poco carine.
Però, ecco, se tu ti trasferissi vicino a me, magari in quella casa sul vecchio ponte che cercano di vendere, giusto a due minuti a piedi dal mio portone, forse potremmo farci forza a vicenda e passare le giornate in quel vecchio parco ormai abbandonato a sognare di andarcene da qui, interrogandoci sul nostro futuro, ma al plurale, e a quel punto la domanda non sarebbe più "Cosa farò?", ma "Cosa faremo?"; noi, io e te, tu ed io, insieme, che fa un po' meno paura.
settembre 14, 2011
Karma.
Vorrei dire un paio di cose, posso?
Ovviamente sì.
- Mamma, è inutile che la sera quando sto finendo di ripassare latino mi rompi il cazzo ché 'iniziamo bene!' quando il pomeriggio non ho potuto studiare perché eri tutta un "Mi guardi che fogli sono questi?", "Mi passi le sigarette?", "No, le ho finite, mi dai una delle tue?", "Mi vai fino alla libreria che mi sono dimenticata di chiedere se è arrivato il libro di tua cugina?". Per dire.
- Babbo, hai sposato una donna con un rene solo che va a lavorare sette ore al giorno e torna a casa che non si regge neanche sulle sue gambe, se ti chiede di spostare una sedia la sposti e stai zitto, hai capito? Speriamo.
- Nonna, se ti devo fare una foto a qualsiasi cosa, riesco a fartela anche alle sei del pomeriggio quando torno a casa, non è che mi devi scartavetrare i maroni telefonandomi ogni due minuti, ché non è che finisco prima quello che devo fare se te mi tieni al telefono. Siamo a settembre, alle sei c'è ancora luce, e in ogni caso ho un flash che illumina fino in Puglia.
- Razza d'imbecille che ti fai la stradina di casa mia al buio con i fari spenti agli ottanta orari e rischi quindi di stendermi come un lenzuolo, CHE TI VENISSE UN CAGARONE DA FARTI PASSARE TRE SETTIMANE SUL CESSO E I SUCCESSIVI CINQUE MESI COL BRUCIORE AL BUCO DEL CULO!
A presto.
Ovviamente sì.
- Mamma, è inutile che la sera quando sto finendo di ripassare latino mi rompi il cazzo ché 'iniziamo bene!' quando il pomeriggio non ho potuto studiare perché eri tutta un "Mi guardi che fogli sono questi?", "Mi passi le sigarette?", "No, le ho finite, mi dai una delle tue?", "Mi vai fino alla libreria che mi sono dimenticata di chiedere se è arrivato il libro di tua cugina?". Per dire.
- Babbo, hai sposato una donna con un rene solo che va a lavorare sette ore al giorno e torna a casa che non si regge neanche sulle sue gambe, se ti chiede di spostare una sedia la sposti e stai zitto, hai capito? Speriamo.
- Nonna, se ti devo fare una foto a qualsiasi cosa, riesco a fartela anche alle sei del pomeriggio quando torno a casa, non è che mi devi scartavetrare i maroni telefonandomi ogni due minuti, ché non è che finisco prima quello che devo fare se te mi tieni al telefono. Siamo a settembre, alle sei c'è ancora luce, e in ogni caso ho un flash che illumina fino in Puglia.
- Razza d'imbecille che ti fai la stradina di casa mia al buio con i fari spenti agli ottanta orari e rischi quindi di stendermi come un lenzuolo, CHE TI VENISSE UN CAGARONE DA FARTI PASSARE TRE SETTIMANE SUL CESSO E I SUCCESSIVI CINQUE MESI COL BRUCIORE AL BUCO DEL CULO!
A presto.
settembre 13, 2011
Scuola (s.f.)
Luogo in cui adolescenti sfigati si recano ogni mattina eccetto la domenica rovinandosi ogni mattina per nove mesi, capace di rompere il cazzo dopo due giorni.
settembre 11, 2011
I just wanna make you proud - I'm never gonna be good enough for you.
Ciao pa', li hai dieci minuti? Conto di non rubartene di più, promesso, so che sei stanco.
Volevo dirti, per quel che vale, che non ti odio\detesto\quel che ti pare, anzi.
Credo tu sia la persona a cui ho perdonato più cose, fin'ora, ché non si tratta di passare sopra ai malumori di mamma, si tratta di convivere con assenze, silenzi, risposte mancate, urla e sguardi orribili (quelli che ti scuotono dentro, che ti fanno sentire irrimediabilmente sbagliato, come se il più grande errore della tua vita sia stato proprio quello di nascere, come se non esistesse al mondo più ignobile creatura di te) e nonostante tutto, ogni sera, quando torni a casa, sorridere.
Non è facile, te lo garantisco.
Vivere con te vuol dire sentirsi calpestare e non emettere neanche un mugolio di protesta, per non turbare l'equilibrio di te che, davvero, sei capace di demolirmi con una semplice occhiata.
Stasera hai fatto una delle tue solite scenate, quelle che hanno rovinato ogni sacrosanta uscita in famiglia dalla mia nascita ad ora; mamma era arrabbiatissima, io ti guardavo storto e basta.
Non per me, ba', lo sai, te l'ho appena detto, io te le perdono tutte, ma forse (non fraintendermi) a quarant'anni è il caso di crescere. Non puoi far finta d'aver male alla gamba quando vuoi tornare a casa, soprattutto se tornare a casa significa rovinare la serata all'altra tua figlia.
Hai presente quella bambina di dieci anni con i capelli lunghissimi che gira per casa e dorme con me? E' tua figlia, sì. So che per te è un concetto difficile da accettare, ché probabilmente ancora devi realizzare d'essere mio padre, ma di certo non farla mai contenta una volta non la farà certo diventare un'amante di suo padre.
Lei non è come me, lei non te le perdona. Io lo dico per te, in modo che tu possa comportarti di conseguenza. Lei ancora si ricorda di quella volta che voleva fare le montagne russe e tu le hai detto che non ce l'avresti portata perché con una bimba accanto non te le saresti godute, ed aveva tre anni, fa' i tuoi conti. Neanche io dimentico, ma ti perdono, lo sai.
Tutto questo per arrivare a dirti ciò che segue:
Il mio problema è che io cerco nell'altro sesso tutto quello che non sei tu.
Osservo i ragazzi cercandoti e, non appena ti trovo, li catalogo come persone che possono essere, al massimo, amici. Niente di più.
Credo questo derivi dal fatto che ascolto gli sfoghi di mamma da quando andavo all'asilo. So cosa significa essere moglie di un uomo come te e, fondamentalmente, so che nessun altro riuscirà a farsi perdonare con la tua stessa facilità dalla sottoscritta.
Ignoro il male che mi fai, ma sento bruciare fortissimo quando qualcuno cerca d'infliggermi le stesse ferite. Hai in te un sacco di difetti comune al resto del genere umano, ma ho sviluppato una sorta d'intolleranza. Capisci che la cosa risulta un po' problematica.
Ho pensato, stupidamente, una cosa.
Non è che, così, per caso, almeno una volta, senza fretta (magari prima ch'io entri in menopausa), potresti sorridermi? Giusto un po', eh, non chiedo molto.
Mi basta un accenno di sorriso quando entri, un "ciao", un "com'è andata la giornata", un briciolo -bastano davvero due minuti- d'attenzione a ciò che dico.
Così, tanto per darmi un segno che, nonostante tutto, ne vale la pena.
Scusa, forse t'ho rubato troppo tempo.
Buonanotte, a domani. Dormi bene.
Volevo dirti, per quel che vale, che non ti odio\detesto\quel che ti pare, anzi.
Credo tu sia la persona a cui ho perdonato più cose, fin'ora, ché non si tratta di passare sopra ai malumori di mamma, si tratta di convivere con assenze, silenzi, risposte mancate, urla e sguardi orribili (quelli che ti scuotono dentro, che ti fanno sentire irrimediabilmente sbagliato, come se il più grande errore della tua vita sia stato proprio quello di nascere, come se non esistesse al mondo più ignobile creatura di te) e nonostante tutto, ogni sera, quando torni a casa, sorridere.
Non è facile, te lo garantisco.
Vivere con te vuol dire sentirsi calpestare e non emettere neanche un mugolio di protesta, per non turbare l'equilibrio di te che, davvero, sei capace di demolirmi con una semplice occhiata.
Stasera hai fatto una delle tue solite scenate, quelle che hanno rovinato ogni sacrosanta uscita in famiglia dalla mia nascita ad ora; mamma era arrabbiatissima, io ti guardavo storto e basta.
Non per me, ba', lo sai, te l'ho appena detto, io te le perdono tutte, ma forse (non fraintendermi) a quarant'anni è il caso di crescere. Non puoi far finta d'aver male alla gamba quando vuoi tornare a casa, soprattutto se tornare a casa significa rovinare la serata all'altra tua figlia.
Hai presente quella bambina di dieci anni con i capelli lunghissimi che gira per casa e dorme con me? E' tua figlia, sì. So che per te è un concetto difficile da accettare, ché probabilmente ancora devi realizzare d'essere mio padre, ma di certo non farla mai contenta una volta non la farà certo diventare un'amante di suo padre.
Lei non è come me, lei non te le perdona. Io lo dico per te, in modo che tu possa comportarti di conseguenza. Lei ancora si ricorda di quella volta che voleva fare le montagne russe e tu le hai detto che non ce l'avresti portata perché con una bimba accanto non te le saresti godute, ed aveva tre anni, fa' i tuoi conti. Neanche io dimentico, ma ti perdono, lo sai.
Tutto questo per arrivare a dirti ciò che segue:
Il mio problema è che io cerco nell'altro sesso tutto quello che non sei tu.
Osservo i ragazzi cercandoti e, non appena ti trovo, li catalogo come persone che possono essere, al massimo, amici. Niente di più.
Credo questo derivi dal fatto che ascolto gli sfoghi di mamma da quando andavo all'asilo. So cosa significa essere moglie di un uomo come te e, fondamentalmente, so che nessun altro riuscirà a farsi perdonare con la tua stessa facilità dalla sottoscritta.
Ignoro il male che mi fai, ma sento bruciare fortissimo quando qualcuno cerca d'infliggermi le stesse ferite. Hai in te un sacco di difetti comune al resto del genere umano, ma ho sviluppato una sorta d'intolleranza. Capisci che la cosa risulta un po' problematica.
Ho pensato, stupidamente, una cosa.
Non è che, così, per caso, almeno una volta, senza fretta (magari prima ch'io entri in menopausa), potresti sorridermi? Giusto un po', eh, non chiedo molto.
Mi basta un accenno di sorriso quando entri, un "ciao", un "com'è andata la giornata", un briciolo -bastano davvero due minuti- d'attenzione a ciò che dico.
Così, tanto per darmi un segno che, nonostante tutto, ne vale la pena.
Scusa, forse t'ho rubato troppo tempo.
Buonanotte, a domani. Dormi bene.
settembre 10, 2011
settembre 07, 2011
So why do I feel like it's all just a show?
Non mi risulta molto semplice questa continua sceneggiata della famiglia felice, perché credo che saremmo tutti più felici se non fossimo affatto una famiglia.
E' inutile che ce la stiamo a raccontare, insieme non ci sappiamo stare, non siamo fatti l'uno per l'altra e tutte queste gite e cene all together non fanno altro che farmi venire la nausea.
Io e mio padre non abbiamo un rapporto, mamma e babbo o s'ignorano a vicenda o si scannano, e mia sorella ancora non sa orientarsi in questo circo. Non sappiamo gestire la rabbia, ce la prendiamo con il ragazzo del McDonald's a cui chiedo scusa con lo sguardo, ché alla fine quella che si scusa con tutti sono sempre io, anche (e soprattutto) quando la cafona è mamma.
Ma va bene così, non importa, ormai ho diciassette anni e ad avere una famiglia un po' meno disastrata ho rinunciato da un po'.
Solo, per favore, smettetela di obbligarmi a recitare la parte della figlia perfetta; mi costa già tanto fare l'essere umano.
E' inutile che ce la stiamo a raccontare, insieme non ci sappiamo stare, non siamo fatti l'uno per l'altra e tutte queste gite e cene all together non fanno altro che farmi venire la nausea.
Io e mio padre non abbiamo un rapporto, mamma e babbo o s'ignorano a vicenda o si scannano, e mia sorella ancora non sa orientarsi in questo circo. Non sappiamo gestire la rabbia, ce la prendiamo con il ragazzo del McDonald's a cui chiedo scusa con lo sguardo, ché alla fine quella che si scusa con tutti sono sempre io, anche (e soprattutto) quando la cafona è mamma.
Ma va bene così, non importa, ormai ho diciassette anni e ad avere una famiglia un po' meno disastrata ho rinunciato da un po'.
Solo, per favore, smettetela di obbligarmi a recitare la parte della figlia perfetta; mi costa già tanto fare l'essere umano.
settembre 05, 2011
La gente che mi cerca solo per comodità mi sta altamente sul cazzo, soprattutto se aggiunge cuoricini e fa di tutto per farmi impietosire.
No, cara, non m'impietosisco più, mi sono rotta il cazzo di te e della tua amica di merda, non ci casco più, e vuoi sapere una bella cosa? Anzi in prima fila con quel demente che mi sta sul culo piuttosto che tua compagna di banco, perché quando io avevo bisogno di te hai smesso di parlarmi ed ora non ho la più pallida intenzione di farti un favore sedendomi accanto a te solo perché non conosci nessun altro.
Non è che non conosci nessun altro, è che non conosci proprio nessuno, perché io e te non siamo amiche, non più. E se sei bocciata non me ne strabatte una beata minchia
Non è che non conosci nessun altro, è che non conosci proprio nessuno, perché io e te non siamo amiche, non più. E se sei bocciata non me ne strabatte una beata minchia
Quindi, cortesemente, vaffanculo.
Cia'.
settembre 02, 2011
Cose scritte male. #4
Ho fatto un sogno bellissimo (strano come sempre, eh; tipo che vedevo una signora per strada con un cane al guinzaglio e le chiedevo se me lo prestava cinque minuti per farci un giro), ma di cui mi vergogno un po'.
Eppure a ripensarci mi viene da sorridere e stamattina non ho ancora fumato.
Eppure a ripensarci mi viene da sorridere e stamattina non ho ancora fumato.
Caro Blogger,
NO, non la voglio provare la tua interfaccia di merda!
L'ho provata giusto due minuti e mi fa fatto talmente schifo che m'è pure toccato andare a sciacquarmi la bocca.
Con affetto,
M.
L'ho provata giusto due minuti e mi fa fatto talmente schifo che m'è pure toccato andare a sciacquarmi la bocca.
Con affetto,
M.
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