gennaio 23, 2011

Ritrovarsi in una domenica pomeriggio di gennaio con il mal di pancia e il vomito che sale su e si ferma un po' in gola, come a dirmi “Mi senti? Son vomito, non bile. Magari vediamo se impari la differenza”.
-Che poi, Signor Vomito, io la differenza la conosco. Gli altri no, quindi spesso uno per l'uno il nome dell'altro per farmi capire.-
E comunque, fatto sta che ho 'sto vomito un po' offeso che fa su e giù, s'affaccia sull'epiglottide e quasi quasi volevo proporgli di buttarsi dall'altra parte, per andare a finire nei polmoni, ché dicono tutti che così si muore, e l'epiglottide ogni volta che ingoio qualcosa la odio sempre di più.
Son seduta qui, e fino a poco fa leggevo un libro, ma ora mi son rotta, ché poi quel libro non è tutto 'sto gran che, e all'improvviso m'è venuta voglia di scrivere, chissà cosa, chissà perché.
Di lui nell'ultimo periodo non parlo più, nemmeno con me stessa, sento che non è giusto, e di storie in testa non ne ho più, il che è strano, per me, che in genere qualsiasi cosa accada mi fa venire in mente due persone che esistono solo nella mia testa, e all'occorrenza ne invento, e tutto quel che devo fare è poi andare a casa e scrivere di loro, e non è una cosa per cui io debba sforzarmi, che se non è uno è l'altro, e in ogni caso, anche quando penso a me, penso anche a persone e personalità da plasmare, in qualche modo, su un foglio bianco; e invece adesso niente, non ho più niente in testa. Mi sembra d'esser un sacco di iuta, vuoto. E il periodo in cui mi sentivo così lo ricordo tanto bene che ho una paura fottuta, ma ormai la paura non la sento più. Un po' come quando piove da un mese e non ti stai neanche a premurare di fare una smorfia prima d'aprire l'ombrello quando esci da casa.
Son qui seduta con la testa vuota, e da un lato ammetto che dovrei essere contenta -non che il vomito aiuti-, ma dall'altro io so, perché lo so, che non è un bene. Insomma, ho sempre la testa invasa da pensieri, tanto che spesso non riesco neanche a mantenere il filo, tant'è che mi dimentico quello che volevo dire, perdendomi in digressioni di gran lunga maggiori di quelle manzoniane, oppure come quando d'improvviso un pensiero mi colpisce, e inizia con lunghe parole che mi fan perdere per la strada, e finiscono così con immagini, sensazioni.
Quindi niente. All'inizio, in uno dei primi post, ho scritto che mi piacerebbe istallare in testa un semaforo da far diventare rosso per un po', in modo che i pensieri smettessero di vorticare furiosi per la mia testa, e ora che sembra il mio desiderio sia stato esaudito mi sento così strana che non riesco a gustarmi il momento.
Mi piacerebbe, da un lato, parlare con qualcuno. Dall'altro, temo che questo possa farmi tornare nel vortice di panico in cui sono finita neanche due settimane fa, quando anche dormire, per qualche giorno, è stato impossibile, con le grida che impedivano di dormire anche a mamma, per esempio.
E comunque il discorso sta principalmente nel fatto che anche volendo le parole non ci sono. Anche se chiamassi qualcuno, come intavolerei il discorso? Non mi vengono neanche in mente ipotesi sarcastiche.
Poi forse è meglio così, in ogni caso. Prima di parlarne con qualcuno, dovrei riuscire a pensarci. Finché non ci riuscirò, niente amichevole conversazione con qualsivoglia persona.


Oibò. Nulla, via.
Torno a dedicarmi al Signor Vomito. Magari lo convinco a tornarsene buono buono nello stomaco, o a superare quella maledetta epiglottide per raggiungere l'aria aperta. Forse gli farà bene.
Per quanto riguarda me, la faccenda non è piacevole in nessuno dei due casi.

E comunque, sto seriamente prendendo in considerazione l'idea d'iniziare a tenere un diario cartaceo.

1 commento:

  1. Io credo che tu abbia bisogno di una lunga vacanza, di quelle che ti fan quasi dimenticare d'avere una vita, e penso che tu abbia bisogno di vomitare, e che non devi odiare quella santa epiglottide.
    Credo, inoltre, che il traguardo che avevi raggiunto parlandone non possa essere dimenticato così, e soprattutto che la fatica per raggiungere quel traguardo non debba essere buttata via.
    E sì, penso anche che tu sia incredibilmente ed adorabilmente complessa.

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