dicembre 08, 2010

Come quando una mattina senti la sveglia in lontananza e pensi No, non li voglio aprire gli occhi oggi. Palpebre, guai a voi se v'alzate, capito? State lì dove siete, che se oggi salgo sul ring vince il mondo. Eppure tocca alzarsi comunque, e tu ti alzi, ti lavi, ti vesti ed esci dalla porta di casa tua, ed ecco, lì, proprio lì, capisci che avresti davvero dovuto restartene a letto.
O come quando dormi e senti caldo e sudi, e vorresti svegliarti e non puoi, eppure tu lo senti che stai dormendo e dovresti svegliarti, eppure non trovi il corpo, chissà dove l'hanno messo, porca puttana. E ti svegli chissà quanto dopo, con le coperte aggrovigliate attorno alle caviglie, i capelli che non sembrano più neanche capelli ed i vestiti appiccicati alla pelle, e tu ti rendi conto che magari guardare Ghost la sera prima non è stata proprio un'idea brillante, ché lo sai dove vanno a finire i pensieri quando guardi quel benedetto film.
Oppure come quando una sera a cena fai una domanda a tuo padre e nasce un litigio tra i tuoi genitori, e allora lì capisci che dovresti startene zitta, che non te ne deve fregare un cazzo se quello che ti manca è avere un minimo di dialogo con lui; devi semplicemente chiudere quella cazzo di bocca.
Come quando ti guardi allo specchio e vedi tutti quei chili in più che hai messo negli ultimi due anni, e ti viene in mente quella volta che avevate litigato ed hai passato quasi tutte le vacanze di Natale senza toccar cibo, e tua madre pensava che tu stessi male perché quell'altro idiota del tuo amico t'aveva trattata male, e tu glielo lasciavi credere; poi succede che lui ti chiama, per dirti se vi potete vedere, che ti deve parlare, e tu chiami suddetto idiota per chiedergli dove si vede, quel giorno, coi suoi amici, che devi dargli una cosa quando in realtà non devi dargli niente, e comunque t'inventi qualcosa e continui la tua recita dicendo a mamma che devi vederti con lui, quando in realtà devi vederti con l'altro lui, ma tanto nessuno chiede mai niente, alla fine tu hai tutto sotto controllo, no?, e prima d'uscire mangi pure una porzione di lasagne, che alla fine le costole che sbucano quando tiri su la maglia sono un po' antiestetiche, e tutti in casa tua mentre tu ti lavi i denti dicono 'Eh, è innamorata'. Peccato che credano tu lo sia della persona sbagliata.


Insomma, riassumento è che io senza di te sono una merda, e il mondo senza di te è una merda, però non me ne frega un cazzo e domattina alle sei e mezza mi alzo, porto mia sorella a scuola e vado al Piper a bere un caffè -magari due- e poi vado a scuola a litigare con i professori e a rompermi le palle a far latino, poi torno a casa, faccio finta di pranzare, mi metto a fare i compiti e magari scrivo un po', e così finché non troverò qualcuno che mi faccia sentire importante, perché alla fine tutto dipende dall'elastico della prospettiva, e il mondo per me è una merda perché "il punto d'incontro di tutte le linee", come lo chiamava il mio prof. delle medie, ho deciso di farlo combaciare con te. Quando deciderò di farlo combaciare con qualcun altro, magari mi sembrerà una meraviglia.
E alla fine la speranza è l'ultima a morire.
(altresì vero che chi vive sperando muore cagando, e direi che chi muore cagando ha letteralmente una morte di merda, però chissenefrega, a un certo punto).

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