dicembre 11, 2010

Do you know you used to be my hero?

E' inutile che cerchi di recuperare adesso un rapporto che non c'è mai stato, sai?
Cosa vorresti recuperare? Spiegamelo, perché io non ci arrivo.
Ti dico che domenica non mi prendo impegni, così se vuoi possiamo andare a comprare i regali di Natale, o comunque stare in casa tutti insieme, e lo sai che lo faccio per te, che preferirei di gran lunga uscire, infilarmi ai giardinetti, sdraiarmi sul muretto e finire il mio pacchetto di Chersterfield senza pensare a tutte le cattiverie che m'hai detto in sedici anni. E tu cosa fai? Dici di no. 'Eh, ho da fare una cosa'. Io sinceramente aspetto domenica per capire cosa, perché se te ne stai tutto il giorno a letto come sempre giuro che ti mando affanculo e sì, è la volta buona che ti urlo addosso tutto quanto.
Torno a casa e metto a posto la spesa, raccolgo i tuoi vestiti da terra, saluto mia sorella e mi siedo al computer. Quando poi dico scherzosamente a lei 'E non romper le palle, dai!' -e lei se n'è accorta che scherzavo, lei s'è messa a ridere; lei mi conosce-, tu te ne salti fuori col discorso che 'tanto tutti mi rompono le palle, no?'.
Se ti senti tanto ganzo a volermi trovare per forza addosso i TUOI difetti per sentirti giustificato fai pure, ma mi 'spiace, non sono il tuo specchio. L'unica cosa che ho di tuo sono gli occhi e il colore della pelle. E sì, volendo di tuo ho il brutto difetto d'esser gelosa marcia delle mie cose. Basta.

Niente, pa'. Stattene pure lì a letto a far finta d'aver la febbre per non andare ad aiutare tua madre col trasloco, sai quanto me ne frega.
Io nel frattempo me ne sto qui a scrivere al computer su questo blog che è una lagna infinita, ché tanto non son cresciuta come volevi tu e ne sono consapevole, come son consapevole del fatto che qualsiasi cosa io faccia per te è una perdita di tempo, no? Sperando tu sia consapevole di quanto faccia male aver te che disapprovi ogni santissima volta, anche quando io ce la metto tutta, ma davvero tutta, per renderti orgoglioso, anche quando faccio cose che detesto solo per renderti fiero di me -e tanto, mai una volta ch'io ci riesca-. Non sarò mai abbastanza, per te, e suppongo io debba continuare a far finta che la cosa mi vada bene, magari cercando di non pensarci come faccio sempre.

Il problema è che abbiamo perso tutto, quel che ci lega è solo quella metà di patrimonio cromosomico con scritto che son figlia tua che il mio DNA custodisce gelosamente. Per il resto, mi dispiace, è troppo tardi. Niente cambierà tutto quello che hai fatto, tutto quello che hai detto e, soprattutto, quello che non hai fatto e non hai detto.
Il bello è che tutto questo mi piacerebbe dirtelo, e invece lo scrivo perché ho paura. A mamma certe cose le urlo in faccia e con te non ci riesco.
Ma tu, ovviamente, non capisci.

Nessun commento:

Posta un commento