gennaio 08, 2013

La befana non mi porta mai il carbone. (?)

Volevo dire ai giornalisti e a tutti quelli che lavorano in televisione che il bullismo non esiste solo una volta l'anno, e che ridurre tutto a numeri - spaventosi, tra l'altro, cristiddio, provate a dare un volto e un nome ad ogni unità, provate a dare ad ogni singola cifra il volto del vostro vicino di casa, di vostro fratello, di quel ragazzo carino che ogni tanto seguite con lo sguardo, e poi provate a dire che non vi viene da piangere - è oltremodo squallido.
Le vittime di bullismo non sono solo quelle che creano più interesse mediatico, le vittime di bullismo sono tutti quei ragazzi che la mattina hanno mal di pancia e sperano che metà della classe abbia l'influenza, che vanno a letto la sera e si chiedono se è vero che hanno il culo grosso, o i denti storti, o i capelli stopposi, e che anche se all'inizio non ci credono molto se ne convincono comunque, perché a forza di ascoltarle le cose diventano vere.
Volevo poi dire ai genitori che non importa quanti anni abbia il proprio figlio, perché che siamo tutti uguali e che prendere in giro gli altri è sbagliato bisognerebbe insegnarlo da subito, prima ancora che il figlio sia in grado di parlare, e che non sono mai ragazzate,  neanche in terza elementare, se poi questi di anni non ne hanno otto sarebbe il caso di fare qualcosa, magari in fretta.
Volevo dire a tutte le persone come me, quindi sì, magari anche tu, che non sono sole. Non sei solo. E non lo dico perché è una frase di una canzone o perché va di moda, è così. Almeno, io ci sono.
Io ci sono perché lo so cosa vuol dire, essere lì ed essere presi per il culo e sentirsi uno schifo e voler solo che si apra una voragine nel pavimento ed essere risucchiati così da non dover mai più provare una cosa del genere, fidatevi, so cosa vuol dire avere nomignoli orridi - queste persone hanno pure un gusto pessimo, tra l'altro - e quasi dimenticare il proprio nome, so cosa vuol dire piangere la notte, so cosa vuol dire sentirsi soli, ed è perché lo so che vi dico che soli proprio non lo siete. Io non so quante persone leggano questo blog, però se tra voi c'è qualcuno che ha voglia di parlare io ci sono, nel mio profilo c'è un indirizzo email, usatelo. Scrivetemi una frase, un poema, un libro, quanto vi pare, ma se ne avete voglia, fatelo. Per favore.
Io mi sentivo come se non potessi parlarne con nessuno, e stavo di merda. Sul serio. Anche adesso che gli amici li ho, non parlo mai liberamente di queste cose. Io non vi conosco, non potrei mai giudicarvi, scrivetemi. Se siete qui mi conoscete e siete un po' amici miei, e io i miei amici li voglio aiutare come posso.
C'è questo ragazzo, non lo conosco benissimo, ma insomma, è in quarta superiore e sono quattro anni che viene preso per il culo dai suoi compagni di classe.
Ecco, io a loro invece voglio dire un'altra cosa: mi fate schifo.
Non me ne fotte un cazzo se i vostri genitori sono separati o se quando avevate due mesi v'è morto il pesce rosso, stiamo male tutti, la vita è una merda, questo ce lo insegnano da sempre, ma questo non vi giustifica.
Siete degli assassini, e basta. E mi fate schifo. Non importa se poi quello non si uccide fisicamente - o meglio, importa, certo che importa, cazzo, ma capitemi -, voi lo avete ammazzato lo stesso. Non sarà mai più lo stesso, e io mi chiedo solo con che cazzo di coraggio vi guardiate ancora allo specchio, ce ne vuole di fegato. 
Ah, e un'ultima cosa.
Se assistite ad una qualsiasi forma di bullismo e state zitti, be', siete bulli anche voi, guardate qualche riga sopra.



Ho finito la predica. Detto questo, ho freddo, mi scappa la pipì e non ho voglia di andare in bagno. Un classico.

1 commento:

  1. Questa cosa dovrebbe essere letta in ogni cazzo di classe, in ogni cazzo di scuola, fino dalla prima elementare, M., e non lo dico perché l'hai scritta tu, sia ben chiaro.

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