ottobre 29, 2012


Ciao, sono io.
Sì, lo so, ci siamo salutati neanche un'ora fa, ora farai qualche battuta stupida e io riderò coprendomi la bocca – e tu scosterai la mano perché non vuoi che io mi nasconda, lo dici sempre, ma non è rilevante.
Tutti mi chiedono di te perché sanno che mi avevi fatta arrabbiare, che non mi parlavi e preferivi di gran lunga uscire con una bionda che ti ha sempre preso in giro piuttosto che con me che invece ti rispetto e ti voglio bene – forse un po' di più, ma neanche questo è poi tanto rilevante.
Sei arrivato mentre appunto rispondevo a questa domanda, mi hai abbracciato, ti sei seduto accanto a me e mi hai fatto sedere sulle tue gambe, come se non fosse mai passato questo mese in cui mi dicevi bugie per non vedermi, non mi rispondevi al telefono e mi trattavi male con qualsiasi scusa (come il fatto che cammino lentamente, ad esempio), mi hai dato tanti baci sulla mascella e mi hai detto che hai indovinato cosa ti regalerò per il compleanno. Speravo ti sbagliassi (perché ti sei sbagliato, vero?) come ieri che mentre mi tappezzavi di baci hai fatto sfiorare le nostre labbra, ma non l'hai fatto, però mi hai morso la guancia ed il naso – che naso freddo che hai, madonna, vieni, mettilo sul mio collo che si scalda, tanto io non ho freddo.
Abbiamo riso e scherzato per un'oretta, hai rotto una sedia, hai mangiato metà del mio pancake e mi hai sporcato il naso di Nutella che poi ti sei premurato di mangiare direttamente dalla mia pelle – Come profumi! – come mai avevi fatto.
Ho ricevuto una telefonata che mi ha reso triste, mi hai chiesto chi fosse e non te l'ho voluto dire, così hai appoggiato il tuo naso al mio e me l'hai ridomandato guardandomi negli occhi, io sentivo il tuo fiato sulle mia labbra e volevo sporgermi in avanti, ma non l'ho fatto e in ogni caso non ti ho risposto.
Dopo ero seduta con le gambe accavallate e mentre parlavamo con i nostri amici hai iniziato ad accarezzarmi la coscia, andando sempre più verso l'interno, io ti ho guardato confusa, tu mi hai sorriso ed io ti ho chiesto di smetterla, così hai iniziato a ridacchiare guardandomi negli occhi e, ovviamente, senza togliere la mano – volevo chiarire che non te l'ho chiesto perché mi desse fastidio o che altro, semplicemente perché per me è difficile starti accanto sapendo che tu scherzi ma io no, quindi ti sarei grata se per favore tu fossi chiaro, ecco, e i tuoi gesti corrispondessero alle tue parole.
Mi sono alzata perché dovevo tornare a casa e mi hai accompagnato alla bicicletta, mi hai abbracciata stretta stretta, mi hai detto “Domani ci vediamo?”, io ti ho informato riguardo al mio orario scolastico e tu mi hai promesso che domattina appena torni da Massa mi chiami (ci credo poco, sai?), mi hai toccato le natiche – davanti a te avrei detto 'il culo', ma qui siamo in internet e voglio sembrare una persona fine, ogni tanto – ed io ti ho chiesto chi ti avesse dato tutta quella confidenza.
Ecco, lì, in quel preciso istante, mi è venuto un infarto, qui volevo arrivare, perché tu mi hai toccato anche il seno e mi hai bisbigliato, abbracciandomi e guardandomi negli occhi “Ti tocco perché te sei mia, e solo mia”.

No.
Questo ti volevo dire, con questa pseudo-lettera che non leggerai mai: no. Cioè, sì, ma no.
Io sono tua perché ti voglio un po' più di bene, non ti amo perché no però ci siamo capiti, tuttavia non ti appartengo come intendi tu.
Io e te siamo amici, no? Così hai detto, così dici agli altri, parli di me come si parla di un amico maschio o di una sorella, quindi non puoi dirlo, e soprattutto non puoi dirmelo così, con quegli occhi, con quel sorriso, col cuore che pulsa sotto la felpa e contro il mio orecchio, come se fosse una frase normale, come se fosse scontato, come se fosse vero.

6 commenti:

  1. Lui è tutto tranne che una persona normale e il suo comportamento è tutto tranne che normale per uno che si definisce solo un amico.

    (E detto questo, fammi bere tanto, mettimelo davanti che io gli faccio un discorsetto da ubriaca sul fatto che deve essere chiaro con te)

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    1. Quella meno normale sono io, per inciso.

      (E detto questo, anche no, ché tanto gli faccio cagare e dopo c'è imbarazzo e non va bene)

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    2. Ho dei seri dubbi sul fatto che tu sia "quella meno normale", anzi, secondo me, tra i due, sei quella più normale.

      (Appunto ti dicevo fammici parlare da ubriaca! Se va male, gli si dice "era ubriaca! Ti pare che le devi dare ragione? Già è scema da sobria, figurati da ubriaca!")

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    3. Mh, non ci credo poi molto.

      ("Già è scema da sobria" è la cosa più giusta che tu abbia mai detto in anni e anni che ti conosco. Comunque sto valutando l'idea)

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  2. ''quindi ti sarei grata se per favore tu fossi chiaro, ecco, e i tuoi gesti corrispondessero alle tue parole.''

    questa frase,porcamiseria! un sacco di gente dovrebbe rifletterci sù.

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    1. Dovrebbe essere una di quelle cose che ti insegnano a scuola tra l'alfabeto e i suoni come 'mb' e 'mp'.

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