Io a fare queste cose non sono capace, e probabilmente non sono proprio capace punto.
Quando le persone mi chiedono scusa io non so cosa fare, non sono abituata, e poi scusa di cosa che neanche m'hai fatto niente, c'è stato questo malinteso enorme alimentato dal mondo e ora te ne salti su con "Scusami".
E io cosa devo fare?
No, qualcuno me lo dica, perché l'unica sinapsi che ha funzionato qui è quella dei lacrimogeni, e non è che sia tanto una bella cosa.
- capiamoci, non mi vengono neanche in mente dei sinonimi di "fare" e "cosa", non so se rendo l'idea.
aprile 26, 2012
aprile 23, 2012
Ciao mamma ciao.
Okay, il titolo non c'incastra niente, ma fondamentalmente fottesega.
Oggi ho con orgoglio comprato un paio di jeans taglia quarantaquattro, che è un traguardo enorme per la sottoscritta e sono molto felice di ciò, anche se non basta a compensare l'incazzatura enorme di quest'oggi.
Le persone che mi dicono "Facciamo una videochiamata" mi mettono un po' d'ansia, ché io poi mi pettino e mi tolgo la matita sbavata fino alla bocca per sembrare meno gattara e per niente, tra l'altro, perché suddetta persona m'ha visto in condizioni certamente peggiori. Però quando poi sto videochiamando sono talmente contenta che mi strofino gli occhi e mi lego i capelli e vanifico tutto, però è bello sentirmi libera di essere impresentabile mentre tento invano di spiegare geometria analitica a chi di matematica non ci capisce niente ma non mi arrabbio se mi chiede per la ventordicesima volta di ripetere perché lo fa con gli occhi tanto dispiaciuti che sorrido e basta e mi sento chiedere se sono stanca e nessuno lo fa mai, quindi mi sento bene.
Comunque ho scoperto che c'è chi potrebbe arrivare a questo blog e non vorrei proprio che leggesse i cazzi miei, ecco. Credo che la bloccherò sull'altro sito e bona, così non può vedere il link al mio blog e al mio tumblr e a tutte quelle cose lì, anche perché di base chi minchia sei? Che cazzo vuoi?
Oggi ho con orgoglio comprato un paio di jeans taglia quarantaquattro, che è un traguardo enorme per la sottoscritta e sono molto felice di ciò, anche se non basta a compensare l'incazzatura enorme di quest'oggi.
Le persone che mi dicono "Facciamo una videochiamata" mi mettono un po' d'ansia, ché io poi mi pettino e mi tolgo la matita sbavata fino alla bocca per sembrare meno gattara e per niente, tra l'altro, perché suddetta persona m'ha visto in condizioni certamente peggiori. Però quando poi sto videochiamando sono talmente contenta che mi strofino gli occhi e mi lego i capelli e vanifico tutto, però è bello sentirmi libera di essere impresentabile mentre tento invano di spiegare geometria analitica a chi di matematica non ci capisce niente ma non mi arrabbio se mi chiede per la ventordicesima volta di ripetere perché lo fa con gli occhi tanto dispiaciuti che sorrido e basta e mi sento chiedere se sono stanca e nessuno lo fa mai, quindi mi sento bene.
Comunque ho scoperto che c'è chi potrebbe arrivare a questo blog e non vorrei proprio che leggesse i cazzi miei, ecco. Credo che la bloccherò sull'altro sito e bona, così non può vedere il link al mio blog e al mio tumblr e a tutte quelle cose lì, anche perché di base chi minchia sei? Che cazzo vuoi?
aprile 14, 2012
Cit. 17
What if I told you who I really was?
What if I let you in on my charade?
What if I told you what was really going on?
No more masks and no more parts to play.
There's so much I want to say, but I'm so scared to give away every little secret that I hide behind.
Would you see me differently?
And would that be such a bad thing?
I wonder what it would be like if I told you.
What if I told you that it's just a front to hide the insecurities I have?
What if I told you that I'm not as strong as I like to make believe I am?
(What if I told you - Jason Walker)
What if I let you in on my charade?
What if I told you what was really going on?
No more masks and no more parts to play.
There's so much I want to say, but I'm so scared to give away every little secret that I hide behind.
Would you see me differently?
And would that be such a bad thing?
I wonder what it would be like if I told you.
What if I told you that it's just a front to hide the insecurities I have?
What if I told you that I'm not as strong as I like to make believe I am?
(What if I told you - Jason Walker)
Mattinata tipo (parte quattro)
La prof. interroga A. -che non è quello di matematica- e gli dà sei e mezzo.
A.: No, scusi, quant'ho preso?
Prof: Sei e mezzo.
A.: QUANTO?!
Prof: Sei e mezzo!
A.: OMMIODDIO *esce e balla la breakdance nel corridoio*
Altroprof: *passando* Attacco epilettico o di demenza?
E.: *mette un piede sulla sedia e canta* C'era una volta uno zainetto che era di un ragazzo con la vagina sul petto!
Prof cheeradietrodiluianchesenonseneeraaccorto: *sgrana gli occhi*
E.: *la vede* Oh caz- ehm, scusi. Stavo scherzando, eh.
G.: Tu che sei una ragazza dalle mille risorse, hai mica una divisa da pompiere da prestarmi?
Io: No, ma se vuoi ho una tuta da meccanico.
G.: Non fa lo stesso effetto che arrivare tutto sudato e a torso nudo, ma va bene uguale.
Io: Cose tipo "Dove devo mettere la mia chiave inglese?"?
G.: No, più "Devo fare la revisione"... Oppure potrei vestirmi da dottore. Lei dice "Mi sento a pezzi" e io le rispondo "Tranquilla, ti monto io".
E poi N. ha fatto finta di essere in bagno a vomitare per un'ora perché aveva paura che la professoressa di storia dell'arte interrogasse, nonostante avesse chiaramente detto che non l'avrebbe fatto.
E quella troia di G. ha di nuovo simulato un attacco d'asma in grande stile per non essere interrogata della stessa materia.
Ammazzatevi.
A.: No, scusi, quant'ho preso?
Prof: Sei e mezzo.
A.: QUANTO?!
Prof: Sei e mezzo!
A.: OMMIODDIO *esce e balla la breakdance nel corridoio*
Altroprof: *passando* Attacco epilettico o di demenza?
E.: *mette un piede sulla sedia e canta* C'era una volta uno zainetto che era di un ragazzo con la vagina sul petto!
Prof cheeradietrodiluianchesenonseneeraaccorto: *sgrana gli occhi*
E.: *la vede* Oh caz- ehm, scusi. Stavo scherzando, eh.
G.: Tu che sei una ragazza dalle mille risorse, hai mica una divisa da pompiere da prestarmi?
Io: No, ma se vuoi ho una tuta da meccanico.
G.: Non fa lo stesso effetto che arrivare tutto sudato e a torso nudo, ma va bene uguale.
Io: Cose tipo "Dove devo mettere la mia chiave inglese?"?
G.: No, più "Devo fare la revisione"... Oppure potrei vestirmi da dottore. Lei dice "Mi sento a pezzi" e io le rispondo "Tranquilla, ti monto io".
E poi N. ha fatto finta di essere in bagno a vomitare per un'ora perché aveva paura che la professoressa di storia dell'arte interrogasse, nonostante avesse chiaramente detto che non l'avrebbe fatto.
E quella troia di G. ha di nuovo simulato un attacco d'asma in grande stile per non essere interrogata della stessa materia.
Ammazzatevi.
Mattinata tipo (parte tre) - Un anno dopo.
P.: *entra alle otto e venti*
Prof: No, io voglio capire, come cazzo hai fatto a entrare?
P.: *tono ovvio* Ho aperto la porta.
Prof: I papisti tra le varie stronzate ignorano pure che ci sono stati due processi evolutivi.
Tiziascema: Come due?!
Prof: E sì. Caino uccide suo fratello e si riproduce con un altra donna che dev'essere stata creata prima, per forza.
Tiziascema: In che senso?
Prof: Caino uccide Abele e si riproduce. Con chi? CON SO' MA'?
La prof consegna le verifiche di matematica e interroga quelli che hanno il debito d'orale, tra cui A. che nel compito ha preso sette.
Prof: Enuncia il teorema dei seni.
A.: Ehm... allora, il teorema dei... seni, vero?
Prof: Sì, dei seni.
A.: Okay, il teorema dei seni dice che...
Prof: *prende il quaderno di A. con le definizioni e lo mette vicino ad A.* Io mi tolgo gli occhiali che li devo pulire, mi giro di là perché non è educazione. Tu intanto dimmelo.
A.: *legge*
Prof: Bravo, ero sicura tu lo sapessi.
L'interrogazione procede da schifo e si conclude peggio.
Prof: Io non posso affermare ciò che non posso dimostrare, ovviamente, ma... da chi hai copiato?
Prof: Marika, per cortesia, qui manca il fascicolo della C. e lei ha detto che o è qui o ce l'hai tu.
Io: No, è qui. Sono sicura perché gliel'ho consegnato personalmente l'altra volta. Si ricorda che abbiamo anche sistemato tutto in ordine alfabetico e non ne mancavano?
Prof: Ora ricordo. Mi hai dato una brutta notizia.
Qualche minuto dopo.
Prof: Comunque, qui manca ancora quello della C. Fatemi la cortesia di controllare a casa tutt'e due, perché evidentemente non è stato consegnato.
Io: Ma le ho già spiegato che blablabla.
Prof: Oh, sì, giusto. Non importa, le darò di nuovo i fogli bianchi e li ricompilerà, non c'è problema.
La scena si ripete circa sei/sette volte.
Prof: Vabbè, qui abbiamo finito. Adesso tu e la C. dovete solo controllare se avete il suo fascicolo, sennò è un casino.
Io: *scoglionata* Sì, va bene, arrivederci.
Studentemaivistoprima: Scusa bella, hai mica una sigaretta?
Io: No, finite, mi dispiace.
Studentemaivistoprima: Ma guarda che ti offro il caffè, non serve fare la tirchia.
Io: Non faccio la tirchia, sono senza.
Studentemaivistoprima: Sì, vabbè. Me ne ricorderò. CIAO.
Ma vaffanculo.
E poi, ogni mattina, c'è quel dannato tizio che mi dice "Ciao Marika!" e mi lascia tutto il giorno con il tormentone Ma chi cazzo è? Come cazzo lo conosco e, soprattutto, lo conosco?
Prof: No, io voglio capire, come cazzo hai fatto a entrare?
P.: *tono ovvio* Ho aperto la porta.
Prof: I papisti tra le varie stronzate ignorano pure che ci sono stati due processi evolutivi.
Tiziascema: Come due?!
Prof: E sì. Caino uccide suo fratello e si riproduce con un altra donna che dev'essere stata creata prima, per forza.
Tiziascema: In che senso?
Prof: Caino uccide Abele e si riproduce. Con chi? CON SO' MA'?
La prof consegna le verifiche di matematica e interroga quelli che hanno il debito d'orale, tra cui A. che nel compito ha preso sette.
Prof: Enuncia il teorema dei seni.
A.: Ehm... allora, il teorema dei... seni, vero?
Prof: Sì, dei seni.
A.: Okay, il teorema dei seni dice che...
Prof: *prende il quaderno di A. con le definizioni e lo mette vicino ad A.* Io mi tolgo gli occhiali che li devo pulire, mi giro di là perché non è educazione. Tu intanto dimmelo.
A.: *legge*
Prof: Bravo, ero sicura tu lo sapessi.
L'interrogazione procede da schifo e si conclude peggio.
Prof: Io non posso affermare ciò che non posso dimostrare, ovviamente, ma... da chi hai copiato?
Prof: Marika, per cortesia, qui manca il fascicolo della C. e lei ha detto che o è qui o ce l'hai tu.
Io: No, è qui. Sono sicura perché gliel'ho consegnato personalmente l'altra volta. Si ricorda che abbiamo anche sistemato tutto in ordine alfabetico e non ne mancavano?
Prof: Ora ricordo. Mi hai dato una brutta notizia.
Qualche minuto dopo.
Prof: Comunque, qui manca ancora quello della C. Fatemi la cortesia di controllare a casa tutt'e due, perché evidentemente non è stato consegnato.
Io: Ma le ho già spiegato che blablabla.
Prof: Oh, sì, giusto. Non importa, le darò di nuovo i fogli bianchi e li ricompilerà, non c'è problema.
La scena si ripete circa sei/sette volte.
Prof: Vabbè, qui abbiamo finito. Adesso tu e la C. dovete solo controllare se avete il suo fascicolo, sennò è un casino.
Io: *scoglionata* Sì, va bene, arrivederci.
Studentemaivistoprima: Scusa bella, hai mica una sigaretta?
Io: No, finite, mi dispiace.
Studentemaivistoprima: Ma guarda che ti offro il caffè, non serve fare la tirchia.
Io: Non faccio la tirchia, sono senza.
Studentemaivistoprima: Sì, vabbè. Me ne ricorderò. CIAO.
Ma vaffanculo.
E poi, ogni mattina, c'è quel dannato tizio che mi dice "Ciao Marika!" e mi lascia tutto il giorno con il tormentone Ma chi cazzo è? Come cazzo lo conosco e, soprattutto, lo conosco?
aprile 10, 2012
Persone confuse -e idiote e che dovrebbero morire eccetera.
- Hai presente "Basket Case"?
- Dei 30 Seconds To Mars?
- Come scusa?!
- ODDIO, no, mi son sbagliata, non so nemmeno io come ho fatto, cioè, io amo i Simple Plan.
Da sottolineare che è la stessa che qualche mese fa indossava la maglia dei Nirvana e m'ha detto che la sua canzone preferita è quella che parla dei teen qualcosa.
Se vuoi morire, dillo, brutta troia ignorante.
- Dei 30 Seconds To Mars?
- Come scusa?!
- ODDIO, no, mi son sbagliata, non so nemmeno io come ho fatto, cioè, io amo i Simple Plan.
Da sottolineare che è la stessa che qualche mese fa indossava la maglia dei Nirvana e m'ha detto che la sua canzone preferita è quella che parla dei teen qualcosa.
Se vuoi morire, dillo, brutta troia ignorante.
aprile 09, 2012
A me aprile non fa bene.
A me che sono bella lo dicono. Non sempre, ma insomma, abbastanza spesso. Quel che serve.
Il punto è che io non ci credo mai, e non è falsa modestia o chissà cosa, non ci credo e basta.
Io mi ritengo obiettiva - poi magari non lo sono, non sono l'oracolo di Delfi, però oh - e quando mi guardo allo specchio mi vedo obiettivamente non bella.
Diciamo che l'unica cosa che mi soddisfa sono gli occhi, ché ogni volta che li guardo sono diversi ma con una coerenza di base, e la cosa mi affascina. Per il resto, tutto è troppo. I miei piedi sono troppo grandi, le mie gambe troppo larghe, la mia pelle troppo bianca, la pancia è troppa e basta, e insomma, che il troppo stroppia lo sappiamo da sempre. Quindi, dicevo, io non credo di essere bella. Magari sono un tipo, che è il modo carino di dire "Faccio cagare ma non perdo la speranza", però decisamente non sono bella.
(Tutta 'sta ridondanza dà fastidio anche a me, ma qualsiasi sinonimo di "Bello" io usassi cambierebbe tutto, quindi sopportatemi)
Comunque questa premessa era per dire che io oggi ero da sola in casa di nonna, senza computer, e mi annoiavo, quindi ho pensato di leggere un po'. Il problema era che tutti i miei libri li ho in casa mia, ma rovistando tra le mie scartoffie delle medie ho trovato un libro che avevo preso in prestito dalla biblioteca scolastica e che non avevo restituito perché alla fine era arrivato giugno ed io se proprio non sono costretta a scuola col cazzo che ci metto piede.
Vabbè, dicevo.
Ho trovato questo libro che si chiama "Elogio alla bruttezza", ed ho pensato "Di che minchia parlava 'sto libro?" e in mancanza d'altro l'ho iniziato a leggere.
Essendo un libro particolarmente leggero l'ho letto in molto meno di un'ora, ma quasi alla fine mi sono ritrovata a piangere.
Giusto per chiarire, no, non è per la trama, che sostanzialmente è 'na merda (lei è brutta ed ha migliore amica brutta con l'apparecchio che tutti chiamano Enterprise innamorata del fratello strafico della protagonista, il quale ha un amico che un giorno vede questa tizia e PUF, s'innamora a prima vista e poi ci prova, si mettono insieme e lei parlando con la madre scopre di non essere brutta, in realtà è bellissima eccetera), però ci sono alcune parti che sono tanto banali da essere da me condivise, quindi mi sono sentita molto tredicenne speranzosa. E cosa fa una tredicenne speranzosa? Piange, ovvio.
Ad ogni modo ad un certo punto la protagonista, che si chiama Marcella, tra l'altro, dopo aver baciato 'sto tizio va a casa e parla con la madre a cui dice che suddetto tizio l'ha definita bella, e mammà risponde "Vorrei anche vedere", o qualcosa del genere, e segue un dialogo del tipo:
- Quindi anche tu pensi che io sia bella?
- Ma certo, tu sei bellissima.
- E perché nessuno me lo dice mai?
Da qui l'inizio del post, perché ho passato il pomeriggio a riflettere sul fatto che, almeno per quanto mi riguarda, non è tanto il sentirselo dire, è il convincersene, perché a me una mattina d'estate hanno pure detto che appena alzata sono bellissima ed è una cosa rara e blablabla, ma a me veniva quasi da ridere perché mi sentivo presa per il culo e di fatto sono piuttosto autoironica - forse troppo, ma tant'è-, e ogni volta che mi guardo allo specchio continuo a pensare di non essere bella e tutte quelle menate lì.
E un altra cosa a cui ho pensato, dopo aver letto questo libro, è che di fatto a me le persone obiettivamente belle non piacciono. Cioè, mi spiego, non sono scema, se uno è obiettivamente bello lo riconosco e magari mi parte anche l'ormone, tipo con Johnny Depp o quel tizio che s'è diplomato l'anno scorso, però non vorrei mai accanto una persona così, in nessun senso, possibilmente neanche per amico ma poi cosa c'entra, non è certo l'aspetto che conta, questo lo sosterrò sempre.
A me piacciono le persone che sono belle per un particolare, quelle con gli occhi belli o le braccia belle ma tutto il resto che fa storgere un po' il naso, quelle persone che si sentono uno schifo perché hanno l'apparecchio o i denti storti eppure tu li guardi e sorridi perché hanno quel nonsoché che ti fa un po' sentire la testa più leggera, e non puoi fare a meno di pensare 'ddei, se sarà bella/o.
Ora, per esempio, a me Gotye fisicamente piace da morire e quando lo dico mi chiedono tutti se sono idiota. Ha degli occhi meravigliosi e le spalle larghe e delle braccia meravigliose, e chi se ne fotte se ha la testa un po' più piccola del resto e i denti storti, mi piace. Credo sarebbe la classica persona di cui mi innamorerei sull'autobus, o sul treno, o per la strana, il classico ragazzo che noterei in una piazza.
E poi c'è quella persona che leggerà sicuramente che si nasconde sempre con la frangia e fa sempre finta di grattarsi la tempia per non farsi vedere e tutte quelle cose lì, che secondo me è bellissima. Ecco, ora lo sai.
Quindi niente, questo post è inutile, però mi andava di scriverlo.
Pace e amore, cia'.
Il punto è che io non ci credo mai, e non è falsa modestia o chissà cosa, non ci credo e basta.
Io mi ritengo obiettiva - poi magari non lo sono, non sono l'oracolo di Delfi, però oh - e quando mi guardo allo specchio mi vedo obiettivamente non bella.
Diciamo che l'unica cosa che mi soddisfa sono gli occhi, ché ogni volta che li guardo sono diversi ma con una coerenza di base, e la cosa mi affascina. Per il resto, tutto è troppo. I miei piedi sono troppo grandi, le mie gambe troppo larghe, la mia pelle troppo bianca, la pancia è troppa e basta, e insomma, che il troppo stroppia lo sappiamo da sempre. Quindi, dicevo, io non credo di essere bella. Magari sono un tipo, che è il modo carino di dire "Faccio cagare ma non perdo la speranza", però decisamente non sono bella.
(Tutta 'sta ridondanza dà fastidio anche a me, ma qualsiasi sinonimo di "Bello" io usassi cambierebbe tutto, quindi sopportatemi)
Comunque questa premessa era per dire che io oggi ero da sola in casa di nonna, senza computer, e mi annoiavo, quindi ho pensato di leggere un po'. Il problema era che tutti i miei libri li ho in casa mia, ma rovistando tra le mie scartoffie delle medie ho trovato un libro che avevo preso in prestito dalla biblioteca scolastica e che non avevo restituito perché alla fine era arrivato giugno ed io se proprio non sono costretta a scuola col cazzo che ci metto piede.
Vabbè, dicevo.
Ho trovato questo libro che si chiama "Elogio alla bruttezza", ed ho pensato "Di che minchia parlava 'sto libro?" e in mancanza d'altro l'ho iniziato a leggere.
Essendo un libro particolarmente leggero l'ho letto in molto meno di un'ora, ma quasi alla fine mi sono ritrovata a piangere.
Giusto per chiarire, no, non è per la trama, che sostanzialmente è 'na merda (lei è brutta ed ha migliore amica brutta con l'apparecchio che tutti chiamano Enterprise innamorata del fratello strafico della protagonista, il quale ha un amico che un giorno vede questa tizia e PUF, s'innamora a prima vista e poi ci prova, si mettono insieme e lei parlando con la madre scopre di non essere brutta, in realtà è bellissima eccetera), però ci sono alcune parti che sono tanto banali da essere da me condivise, quindi mi sono sentita molto tredicenne speranzosa. E cosa fa una tredicenne speranzosa? Piange, ovvio.
Ad ogni modo ad un certo punto la protagonista, che si chiama Marcella, tra l'altro, dopo aver baciato 'sto tizio va a casa e parla con la madre a cui dice che suddetto tizio l'ha definita bella, e mammà risponde "Vorrei anche vedere", o qualcosa del genere, e segue un dialogo del tipo:
- Quindi anche tu pensi che io sia bella?
- Ma certo, tu sei bellissima.
- E perché nessuno me lo dice mai?
Da qui l'inizio del post, perché ho passato il pomeriggio a riflettere sul fatto che, almeno per quanto mi riguarda, non è tanto il sentirselo dire, è il convincersene, perché a me una mattina d'estate hanno pure detto che appena alzata sono bellissima ed è una cosa rara e blablabla, ma a me veniva quasi da ridere perché mi sentivo presa per il culo e di fatto sono piuttosto autoironica - forse troppo, ma tant'è-, e ogni volta che mi guardo allo specchio continuo a pensare di non essere bella e tutte quelle menate lì.
E un altra cosa a cui ho pensato, dopo aver letto questo libro, è che di fatto a me le persone obiettivamente belle non piacciono. Cioè, mi spiego, non sono scema, se uno è obiettivamente bello lo riconosco e magari mi parte anche l'ormone, tipo con Johnny Depp o quel tizio che s'è diplomato l'anno scorso, però non vorrei mai accanto una persona così, in nessun senso, possibilmente neanche per amico ma poi cosa c'entra, non è certo l'aspetto che conta, questo lo sosterrò sempre.
A me piacciono le persone che sono belle per un particolare, quelle con gli occhi belli o le braccia belle ma tutto il resto che fa storgere un po' il naso, quelle persone che si sentono uno schifo perché hanno l'apparecchio o i denti storti eppure tu li guardi e sorridi perché hanno quel nonsoché che ti fa un po' sentire la testa più leggera, e non puoi fare a meno di pensare 'ddei, se sarà bella/o.
Ora, per esempio, a me Gotye fisicamente piace da morire e quando lo dico mi chiedono tutti se sono idiota. Ha degli occhi meravigliosi e le spalle larghe e delle braccia meravigliose, e chi se ne fotte se ha la testa un po' più piccola del resto e i denti storti, mi piace. Credo sarebbe la classica persona di cui mi innamorerei sull'autobus, o sul treno, o per la strana, il classico ragazzo che noterei in una piazza.
E poi c'è quella persona che leggerà sicuramente che si nasconde sempre con la frangia e fa sempre finta di grattarsi la tempia per non farsi vedere e tutte quelle cose lì, che secondo me è bellissima. Ecco, ora lo sai.
Quindi niente, questo post è inutile, però mi andava di scriverlo.
Pace e amore, cia'.
aprile 06, 2012
Ho un paio di cose da dire.
Alla maggior parte delle mie amicizie (che poi, checcazzo, amicizie cosa?) Facebook che scrivono "Io sono matura": essere mature non vuol dire prenderlo nel culo dal primo che passa.
Alla mia vicina di casa: se io ascolto i Nirvana e tu metti Ai Se Eu Te Pego ocomecazzosiscrive ad un volume sufficientemente alto, io la prendo come una sfida personale, quindi metto Smells like teen spirit ed alzo un pochino. Se poi tu metti Tacatà, io ti metto i Children of Bodom al massimo, e voglio un po' vedere che cazzo fai, visto che tu hai uno stereo dimmèrda e io l'impianto da cinema.
A mia madre: E' inutile che mi chiami ogni cinque minuti per sapere se sono sveglia, porco cazzo, una volta che mi sveglio non dormo più fino alla settimana dopo, e le tue telefonate mi obbligano a fermare la musica, quindi quella gongola e io perdo la mia credibilità d'avversario, hai capito? Speriamo.
E niente, io proprio la pace interiore non riesco a raggiungerla.
Alla mia vicina di casa: se io ascolto i Nirvana e tu metti Ai Se Eu Te Pego ocomecazzosiscrive ad un volume sufficientemente alto, io la prendo come una sfida personale, quindi metto Smells like teen spirit ed alzo un pochino. Se poi tu metti Tacatà, io ti metto i Children of Bodom al massimo, e voglio un po' vedere che cazzo fai, visto che tu hai uno stereo dimmèrda e io l'impianto da cinema.
A mia madre: E' inutile che mi chiami ogni cinque minuti per sapere se sono sveglia, porco cazzo, una volta che mi sveglio non dormo più fino alla settimana dopo, e le tue telefonate mi obbligano a fermare la musica, quindi quella gongola e io perdo la mia credibilità d'avversario, hai capito? Speriamo.
E niente, io proprio la pace interiore non riesco a raggiungerla.
aprile 01, 2012
Sono una persona fondamentalmente scurrile, checcevoletefà?
Sono stanca morta e sono incazzata nera, e questa cazzo di primavera di merda mi sta ostruendo qualsiasi cosa ostruibile (?) presente nel mio corpo e soprattutto nel mio cervello. Vivo di Clenilexx e Kleenex, ed entrambi queste parole portano all'argomento "ex" che è un argomento taboo per definizione, ma dal momento che siamo ad aprile la cosa non mi preoccupa, sono troppo presa dall'allergia per pensare.
Ah, e comunque alla fine di latino ho preso nove.
Iscriviti a:
Post (Atom)