Sono le quattro del mattino ed ovviamente io non dormo.
Non so, mamma dice che è il caldo e sebbene io non metta in dubbio che non aiuti per niente quando le sento dire così mi sento tanto sola al mondo che davvero non riesco a spiegarlo, perché se neanche mia mamma che non ha più la scusante di non sapere tutta la storia riesce a capire che è la voglia di piangere e gridare e rompere piatti a tenermi sveglia io boh, non so chi altro possa essere in grado di comprendere come tutto al mondo mi ferisca e sconvolga al punto da scuotermi le viscere fino a farmi passare la forza di mangiare parlare dormire e tutte quelle cose lì. Anche solo respirare mi pare un enorme sforzo che potrei non riuscire presto a fare più.
La gente sembra tutta impazzita, o forse sono io a non capire il mondo esterno, non so, non capisco più niente nell'ultimo periodo, so solo che, a forza di bere in solitudine la notte, la sola vista dell'alcol mi fa venire la nausea, ma non importa, continuo a bere e la gente non capisce neanche questo. E questa volta un po' mi importa.
Vorrei, adesso, prendere un treno ed andare a guardare l'alba da qualche parte lontano da qui, lontano dall'odore del mio letto e delle gocce di valeriana che ormai non mi fanno neanche più dormire, servono solo a regalarmi un torpore dei sensi che mi permette quantomeno di non singhiozzare senza lacrime tutta la notte. Ho deciso di trovarmi un lavoretto ed usare i soldi per idee come questa, sento che se fossi più libera di andare da qualche parte a far finta che questa solitudine sia una scelta potrei dormire almeno un pochino - quel che basta, mi accontenterei, tanto non sono nella condizione d'aver pretese di alcun tipo.
Che poi di certo non userei tutti i soldi così, sia chiaro, la maggior parte andrebbe ai miei genitori per le spese e quelle cose lì, ma non so, voglio dirmi una piccola bugia a fin di bene, bene mio, s'intende, ché qualcuno ci dovrà pur pensare.
(L'ultima volta che ho dormito, qualche giorno fa, ho sognato che andavo in Irlanda e incontravo Giò per la strada e gli urlavo che era un coglione, uno stronzo del cazzo, ma ti sembrano questi scherzi da fare, dio mio, tutto questo tempo a credere che tu fossi morto sotto quella fottutissima macchina e invece sei qui a raccogliere quadrifogli, testa di cazzo, ma vattela a stroncar nel culo, e io che ho anche pianto e smesso di nuovo di mangiare e sono diventata una mezza alcolizzata, diciamo pure tre quarti, fatti inculare a saltelli da una scimmia. Poi gli dicevo altre cose brutte, ma lui mi accarezzava i capelli ed io lo stringevo così forte che al risveglio mi facevano male le braccia e non ricordavo poi molto bene il seguito, sapevo solo che fino a prova contraria al funerale c'ero anche io e che forse era meglio berlo corretto, il caffè.
Ora vado a riempire due bicchieri di vodka e faremo un brindisi a noi, a quello che c'era tra noi e a te, perché a te la vodka piaceva molto e perché la notte è così lunga che se non m'invento qualcosa finisce che mi viene in mente di venirti a prendere per i peli del culo e trascinarti a casa)
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