giugno 24, 2013

Can we finish what we started? Don't you leave me brokenhearted tonight.

Premessa per tutte le persone che una volta finito di leggere questo post avranno una voglia matta di prendermi a randellate (una di queste è bionda e ha due gatti, già lo so): ho bevuto tantissimi Campari Soda, stasera, e ho preso le goccine per dormire, quindi non credo di essere nel pieno delle mie facoltà mentali e, pertanto, merito la vostra pietà.

In quattro giorni ho mangiato solo due pomodori, tre pennette al sugo e una Kinder Pinguì, ma il mio stomaco ha avuto comunque da ridire e, per dimostrare al mondo che lui è un ribbèlle, ha pensato bene di farmi passare mezzo giovedì a vomitare. Mamma è convinta che sia stata una congestione e credo che la colpa sia mia, perché quando mi ha chiesto se avessi fatto colazione col latte freddo ho annuito per farla stare zitta, ma insomma.
Venerdì c'è stato il primo di una lunga serie di terremoti, e la mia famiglia è andata totalmente nel panico, così mamma ha preso me e mia sorella e ci ha costrette ad andare verso il centro, perché a casa non si sentiva al sicuro - e qui ci starebbe un lungo discorso su come gli edifici cadano in ogni direzione e non solo su loro stessi, ma non mi pare questo il momento.
Comunque io ero seduta fuori dalla gelateria e sorseggiavo il mio frappè, quando alle mie spalle è spuntato L., che ha ben pensato di sedersi accanto a me.

Porcoddio.

Vabbè, insomma, mi ha raccontato un sacco di cose, di come gli ultimi mesi siano stati uno schifo perché suo padre l'ha cacciato di casa e lui ha litigato con quasi tutti i suoi amici e la ragazza che si era trovato in realtà era una stupida (MA DAI?) e al lavoro è una merda e tutto il resto.
Io non ho fiatato, anche se di risposte ne avevo un sacco e la maggior parte riguardavano il karma. Mi ha implorato di rivolgergli parola, ed io l'ho fatto.
Con tutta la calma ed il sangue freddo di cui sono capace - e anche quello di cui non sono capace - gli ho detto che è stato uno stronzo, che ho perso quasi dieci chili per colpa sua, che non ho dormito per mesi cercando di capire dove diamine avessi sbagliato, che non avrebbe dovuto farmi gli auguri di buon compleanno, che ho sobbalzato per settimane quando sentivo il rumore di un motorino perché speravo fosse lui che si degnava di chiedere scusa, e che evidentemente la nostra amicizia io me la sono immaginata dall'inizio alla fine.
"Hai ragione, scusa. È che mi sentivo una merda e avevo vergogna a venire sotto casa tua, quindi non lo facevo e mi sentivo ancora più una merda".
"Perché lo sei".

Abbiamo parlato per quattro ore; lui mi ha comprato una borsa dei Beatles e ha detto che mi chiamerà.
Ieri l'ho incontrato di nuovo, ero seduta accanto ad una fontana e mi è corso incontro sorridendo. Ha detto di essere di fretta e di non potersi fermare, accompagnami alla Vespa. L'ho accompagnato, abbiamo parlato un po', mi ha chiesto perché io e lui non ci siamo mai baciati ed io ho risposto Perché sei un idiota. Ha giurato che si farà sentire ed è andato via.

Io lo so che il mio telefono non suonerà, però forse, l'idiota, alla fine, sono io.
Sono io perché continuo a pensare a quanto sarebbe bello se gli ultimi mesi non fossero esistiti, se io riuscissi ancora a fidarmi di ciò che dice, a cercare i suoi abbracci e non i suoi occhi che non dicono bugie solo per essere certa che stavolta non se ne andrà. Vorrei tanto non odiarlo per essersene andato quando più avevo bisogno di lui, vorrei non averlo (quasi) amato per così tanto tempo e con così tanta forza in modo da essere in grado, adesso, di non salutarlo e mandarlo finalmente affanculo come merita.
E invece non ce lo mando.
Quando (SE) chiamerà, io uscirò con lui, già lo so, e per quanto io ripeta a me stessa che le cose sono cambiate e il rapporto si è ormai guastato, ho una paura fottuta di tornare ad essere per lui l'amica da chiamare quando le altre lo respingono, quella priva di dignità e amor proprio che corre ogni volta che lui ha bisogno d'aiuto, di un abbraccio o di un consiglio - o anche solo di dieci centesimi per poter prendere la Monster Energy al Free Shop.

giugno 18, 2013

Propongo di rendere illegale il lunedì.

Sono stanca di sentire frasi tipo "Dietro ogni ragazza stronza c'è un ragazzo che l'ha ferita".
'Sti cazzi, dietro ogni persona stronza c'è la stronzaggine e basta.
Niente, sono appena tornata da una serata tra ragazze - il chitarrista stava male e mi ha dato buca, probabilmente lo vedrò domani - e sono sempre più convinta che la mia infelicità derivi dal fatto che stronza proprio non lo so essere, ché anche se dico cose scomode alla fine mi comporto sempre in modo fin troppo corretto con tutti, compreso chi non se lo merita, e non importa se la regola sembra essere "Più ti comporti male, meglio ti trattano", sto maturando la convinzione che non si possa andare contro i propri principi.

Che poi ora è ufficialmente il 18 giugno e io sto di merda, quindi vedere gente non è stata proprio una grande idea, soprattutto se questi continuano a chiedermi di persone che se ne sono andate. Io non voglio ricordare, voglio dimenticare gli ultimi quattro anni della mia vita e tornare ad essere una quattordicenne serena e studiosa, hippie e all'oscuro di cose brutte come le partenze improvvise - vorrei solo aver detto addio come si deve, almeno una volta.

giugno 17, 2013

Nonsense is the way, bitches.

Odio i siti tipo Ask.fm perché non ho mai le risposte. In generale, intendo.
È che sono fatta strana, faccio tantissime domande ma difficilmente rispondo con precisione quando tocca a me; anche domande semplici tipo ti piace il gelato? originano periodi lunghissimi pieni di se e di ma. Non parliamo poi di domande complicate come qual è stato il momento in cui ti sei sentito più felice?
Non lo so, okay? Mi risulta particolarmente difficile scegliere, decidere quale sia stato il più. Ci penso per ore, poi rinuncio e va a finire che non rispondo. L'abbandono del mio account Formspring è dovuto a questo.
Che poi ho abbandonato un sacco di account, ma sul serio. EFP in primis.
Una volta ero sempre lì, anche nei miei periodi di profonda crisi in cui anche scrivere la lista della spesa risultava complicato. Leggevo, recensivo, mi scambiavo contatti con persone carinissime e rispondevo a quelle anime pie che avevano il coraggio di leggermi. Poi basta. Non so neanche io perché, a dir la verità. Mi è solo passata la voglia di fare cose, credo, così non ho più recuperato storie che non avevo potuto leggere per mancanza di tempo, non ho mai recensito le poche che invece ho finito di leggere, non ho più pubblicato.
In un certo senso, mi sono isolata anche sul web proprio come sono isolata nella vita reale - anche qui, probabilmente è colpa mia.

E niente, non so perché io stia scrivendo queste cose. Forse perché fa caldo, e stasera esco con un chitarrista carinissimo che aggiunge un sacco di cuoricini alla sua buonanotte ma che è solo un amico, e va bene così, perché un amico è ciò di cui ho bisogno adesso, e forse sempre, però sono comunque un po' agitata perché andiamo in un pub e io ho tipo un euro e ottanta in tasca, devo pensare a qualcosa da dire per giustificare il mio caffè nonostante la promessa di una birra.
Un ragazzo conosciuto da poco mi ha detto che il fatto che alla fine tutti finiscano per vedermi più come una sorella dipende dal mio atteggiamento e che se non cambio quello difficilmente cambierò la situazione. Non so, la cosa mi ha turbato - va da sé che non cambierò un accidente, il mio sarcasmo è troppo avanzato per essere messo da parte, e d'altronde non posso fare a meno di preoccuparmi per tutti. È la mia natura, e contro la natura non si va. Lo diceva anche un qualche filosofo francese di cui ora mi sfugge il nome.

Vabbè, niente, ciao. Regalatemi un unicorno.