febbraio 28, 2011

Stanotte ho dormito tre ore e stamattina ho fatto la verifica di storia, che un po' di cose non me le ricordavo -mi son venute in mente tutte dopo, tra l'altro- e quindi stavo gridando dentro di me "Potere della botta di culo, VIENI A ME!".
Domani ho la verifica sul giornale -distinzioni tra i giornali, titolazione, formato, linguaggio, articoli e bla bla bla- e io 'sta roba l'ho solo letta, ché non me ne frega un cazzo: io sto morendo di sonno e vado a letto, cia'.


Per chi si fosse affezionato alla vicenda: la poesia alla fine non me l'ha chiesta.
Fanculo.

febbraio 25, 2011

E domani porto Pessoa.

Ci sono persone che, qualsiasi cosa tu chieda, non ti rispondono mai.
Io preso tutto da babbo, che quando fai una domanda troppo personale te lo fa capire con uno sguardo che ti fa sentire una merda -anche se in realtà la domanda era più che legittima- oppure tira su le sopracciglia e dice "Sei scema?", come me che alla domanda 'Come stai?' rispondo "Seduta", che sa tanto del "Eh, siam qui" del vecchio incontrato sulle panchine di marmo della piazza dove vado praticamente ogni giorno, quello seduto accanto alla fontanella d'acqua potabile che spruzza strano -quella dove mi bagno sempre- che quando mi son fermata lì accanto mercoledì m'ha chiesto "Ma ve li siete dimenticati, voi giovani, i Beatles?", e poi casualmente m'è suonato il cellulare e s'è sentito Hey Jude, don't make it bad, take a sad song and make it better... e lui mi ha guardato e m'ha rivolto il sorriso più bello che io abbia mai visto, sdentato ma bianco, con gli occhi luminosi pieni di una felicità profumata, antica, vissuta, e di immagini e amici e amori e dolori e pensieri tipici di chi sulla pelle ha migliaia di tatuaggi invisibili che si può solo cercare di leggere con un po' d'aiuto, ma che non saranno mai uguali a quelli di nessuno, perché ognuno si costruisce la sua, di vita. "Sei una ragazza in gamba, come quei quattro". Ed io i Beatles li ho citati pure nel tema il giorno dopo -e devo ancora capire come ho fatto a fare un tema di quattro pagine sulla politica e l'indifferenza con continui (continui!) riferimenti 'Strawberry fields forever'-.
Mia sorella stasera è triste, e la cosa mi fa venire una roba strana all'intestino, come se si fosse ristretto di colpo, e tutto perché la maestra stamattina l'ha fatta sentire come l'ultima delle idiote, e a niente è servito spiegarle che quella donna, se s'è comportata così, non vale niente, perché queste sono cose che ti s'incastrano in testa e non te le dimentichi più, mai più, e lei per sempre nella vita si ricorderà quell'esatto momento di questa mattina, lo so, e quando dimostrerà al mondo (a sé stessa) di poterla tranquillamente metter nel culo a tutti, lei penserà a questa cacchio di maestra di geografia, e penserà "Brutta troia, io quella mattina le colline te le ho dette alla perfezione, e le Murge, quel giorno, avresti dovuto mettertele in culo".
Babbo, quando l'ha raccontato (a fatica) a cena, non le ha detto niente, non una parola, niente, solo uno sguardo durato neanche un secondo che non lasciava trasparire niente, solo freddezza, il suo solito sguardo insomma, e mamma, quando poi la piccola è andata in camera a vedere la televisione, gli ha detto, tra i denti, quasi ringhiando -che se avesse potuto l'avrebbe ammazzato- "Eh, testa di cazzo, tua figlia è dall'inizio dell'anno che ha problemi con quella donna di merda, e stasera non voleva neanche mangiare. Continua a ignorarla, mi raccomando. Sei grande!", ed io mi sono chiesta, per un attimo, quando ho visto il suo sguardo smarrito -e secondo me si è chiesto Ma che ho fatto? e io gli avrei risposto Niente, pa', è quello il punto- se certe cose gliele diceva anche quando io sparivo in camera a leggere un libro. Se mamma gli diceva "Sei grande" con quel tono che farebbe sentire una merda chiunque anche quando all'ennesimo sguardo impenetrabile io mi nascondevo nel mio mondo fatto di parole in cui io, un padre, ce l'avevo, e non astratto.
Stasera mi hanno chiesto come sto in sette, ho risposto "Bene" a tutti.
Cinque m'han risposto "Oh, sono contenta/o!", una m'ha scritto "Sicura?" ed uno m'ha scritto "Se fossi lì t'abbraccerei". Sostanzialmente, cinque non hanno capito un cazzo -e va bene così-, una m'ha scocciato e uno m'ha fatto commuovere.
Che poi, io, un abbraccio, stasera che sto un po' così, che vorrei andare a letto e svegliarmi tra vent'anni, me lo prenderei volentieri.


E domani a scuola porto Pessoa, "Ho pena delle stelle".
La so benissimo, oggi in casa la dicevo meravigliosamente. Poi ho provato a dirla a mamma ed ho scoperto che io, in presenza di altri esseri umani, le poesie non le so recitare.
E la poesia contiene due domande retoriche a cui non so dare un tono a meno che io non sia completamente sola.
Sempre detto, io, che m'han comprato all'Ikea e m'hanno montato male perché le istruzioni erano in finlandese.
Qualche volta penso a te e ho un senso di vertigine. Il ricordo mi fa girare la testa, come per una sbronza di champagne. Tutte le cose che abbiamo fatto. Se qualcuno mi avesse detto che questo era il prezzo da pagare, avrei accettato. E mi sorprende che insieme al dolore e alla confusione giunga la folgore del riconoscimento. Ne valeva la pena. L’amore ne vale la pena.

(Janette Winterson)

febbraio 24, 2011

Andrei a vivere in America solo per potermi chiedere, appena sveglia, "Chissà se anche oggi troverò un orso a girovagare per il mio giardino".

Analisi del periodo.

A me le subordinate piacciono un sacco, indipendentemente dal loro contenuto, perché aggiungono qualcosa alla principale, le danno più senso, l'arricchiscono.

Io ti amo. - Principale.

È meravigliosa, come frase, diciamocelo.
Io ti amo. Dice tutto, “Io ti amo”. Tu ti senti dire una cosa così e crepi, mi spiego?
E infatti si chiama principale, o reggente, perché può stare anche da sé ed ha senso comunque.
È indipendente, non deve niente a nessuno.
Poi ci sono le subordinate.

Io ti amo perché il battito del tuo cuore apre un vaso di Pandora nel mio stomaco. - Principale e subordinata causale esplicita di primo grado.

Io ti amo quando sorridi in quel modo, con gli occhi che brillano. - Principale e subordinata temporale esplicita di primo grado.

Io ti amo anche se l'emozione ti fa balbettare in quel modo orribile. - Principale e
subordinata concessiva esplicita di primo grado.

Non è tutta un'altra cosa, così?
Cielo, okay, la principale è forte e indipendente e figa e tutto quello che vogliamo, ma io vorrei tanto essere la subordinata di qualcuno, un giorno, in modo che quel qualcuno possa sì essere una persona meravigliosa anche senza di me, ma mi necessiti per avere davvero senso, per esprimere ciò che non poteva sintatticamente contenere.

febbraio 22, 2011

Prima c'è stata la cosa che c'è un App per tutto -per mandarti affanculo no?-, poi ogni lentiggine che puoi vedere solo se compri quel fottuto telefono -quando io, le mie, le vedo anche a occhio nudo, per dire-, dopo ancora lo schermo con la rètina che ha solo iPhone -che, razza di idiota, ce l'ho nell'occhio, io, la rètina-.
Adesso, 'sti cagacazzi, han messo pure il tastino in alto nella finestra delle conversazioni di msn, per vincere 'sto maledetto iPhone.

Io ho un fottuto Blackberry, okay Apple di merda? Oh.
Ah, e tra parentesi ho recuperato i miei vecchi libri di poesia comprati con la scusa "Mamma, li vuole la prof." quando in realtà quella brava donna di libri non me n'ha mai chiesti, e adesso le sto leggendo.
La scelta, attualmente, è tra una poesia della Dickinson, una poesia di Neruda, "Mille baci e ancora cento" di Catullo e una di Tennyson, che appena finisco di leggere il libro di Emily -ché noi siamo in confidenza, eh- copio qui, perché rileggendola mi sono ricordata di quanto sia meravigliosa e nel mio blog ci deve essere, toh.

Cose che rompono abbondantemente i coglioni.

Fare i compiti con l'Arbre Magic al limone che diffonde il suo fastidiosissimo odore solo nel metro quadrato in cui ti trovi tu.
E non potersene liberare se non si vuole passare al livello successivo, ovvero come sopra con l'aggiunta della voce petulante di tua madre che ripete quanto tu abbia lo scazzo facile da quando sei andata in "quella scuola di merda".

E potrei pure morire.

Entro sabato devo scegliere una poesia e impararla a memoria, per poi recitarla ad alta voce.
In piedi.
Alla cattedra.
Aiuto.
Non è tanto l'impararla, anche perché ci sono un sacco di poesie di Neruda, Tennyson, Montale e Catullo che conosco come le mie tasche, quanto il doverne scegliere una e recitarla, poi.
In piedi.
Alla cattedra.
Pensavo di portare Montale, inizialmente, ma quei maledetti versi mi fan scoppiare a piangere come una cretina (e io direi che è il momento giusto per iniziare a farmi qualche domanda) e non mi pare il caso.
Allora ho pensato a Tennyson.
Eh.
Ero pure convinta, di 'sta cosa, perché ho detto "Minchia, Tennyson non lo conosce nessuno. Anticonformista fino in fondo".
Solo che quando ho detto tutta contenta che avrei portato Tennyson, m'è stato fatto presente che come recito io Neruda non lo recita nessuno -che a me pare 'na cazzata, però in effetti io e Pablo siamo un po' come l'ape e il miele, dove lui è ovviamente il miele-.
E cazzo, però, allora ditelo che godete come dei ricci a farmi venire 'sti dubbi esistenziali.
Ora le stavo leggendo, tutte, tutte le poesie che mi vengono in mente, e per ognuna cerco di isolare le emozioni che mi fan tremare le pareti dell'intestino come carta velina, concentrandomi sull'immagine di me medesima che la recito sabato mattina a scuola.
In piedi.
Alla cattedra.
Mi sto concentrando per capire quale mi dà più sicurezza, in quale sono certa di non incespicare miseramente, anche se io incespico anche quando devo dire che piove, quindi, per quanto mi sforzi, se deve accadere accadrà comunque.

E sostanzialmente, quello che sto facendo credere sia il problema è in realtà solo un dubbio amletico facilmente risolvibile col vecchio trucco dell'ambarabaciccicoccò, ma la cosa che mi sta facendo venir la caghetta, come dice J., è che devo stare in piedi davanti a ventisette ragazzi che anche a volermi ignorare saranno costretti da quella brava donna di professoressa a prestarmi attenzione, e dovrò stare in piedi, ben in mostra, a recitare dei versi che sicuramente mi faranno tremare la voce, o venire gli occhi lucidi, e farò qualche cosa tipicamente mia, come mettere la lingua in mezzo ai denti alla pronuncia di una 's', e diventerò rossa come un pomodoro maturo e creperò di vergogna e vorrò solo trovare una pala, andare in giardino e seppellirmi.
E invece dovrò andare a casa, in pieno conflitto interiore, mandando definitivamente affanculo il mio ego, e implorando perdono al grand'uomo che ha scritto la poesia che avrò cannato in pieno.



All'Euronics, se continuo con 'sto cazzo di pessimismo, non mi faranno mai entrare.

Riflessioni che sanno tanto di voce fuori campo dei film sui liceali americani.

Al liceo scientifico ci sono principalmente due tipi di adolescenti:
- Gli studiosi, quelli che si sono iscritti perché contano di ottenere buoni basi per l'università o perché sanno che in un'altra scuola si annoierebbero.
- I fighi che ci si sono iscritti per i loro genitori, che se strafottono della scuola e non fanno altro che fumare, bere, girovagare continuamente nei corridoi e far sentire inferiori gli altri.

Generalmente, i primi fanno di tutto per entrare a far parte della seconda categoria.
Ed è una cosa triste.

febbraio 20, 2011

Ho un dolore strano al petto, in alto, a sinistra, che va fino a dietro, e mamma ha detto 'ti verrà un infarto' come se questo avrebbe dovuto farmi smettere di tenerci la mano, ché io faccio sempre così: quando mi fa male qualcosa, ci metto la mano sopra, come se credessi che la mia mano facesse miracolosamente sparire ogni dolore, quando in realtà non è così, non sarà così mai.
E c'ho fatto caso adesso, che la mia mano è esattamente sopra al cuore.

Stasera ho mangiato un pezzetto di carne sotto minaccia, e ho ancora il sapore orribile in bocca.
Voglio un caffè.

febbraio 19, 2011

E con qualcuno questi discorsi li devo pur fare.

- Mamma, ma come fanno i conigli a fare la cacca così perfettamente tonda?
- Avranno il buco del culo tondo.
- Mamma, anche noi abbiamo il buco del culo tondo, ma non caghiamo a palline!
- Loro ce l'avranno più tondo!
- Questa spiegazione non mi convince...
- Magari la fanno tonda perché si concentrano, pensando intensamente a un cerchio, e esce fuori perfettamente sferica.
- Sono furbi, eh! Pensa se si concentrassero... chessò... su un quadrato!
- Che dolore al culo, eh?
- Ma veramente. Sai gli spigoli? Una sofferenza atroce.
- Magari una volta cagavano a cubetti, poi si son fatti furbi e son passati alle palline.
- Evoluzione della specie?
- Esattamente.
-...Mamma, ma dici che se mi concentro riesco a fare la cacca a forma di unicorno?

febbraio 18, 2011

Cit. #7

Non lo sapevi, ma cosa hai sentito quando lo schianto ti ha ucciso, quando anche il cielo da sopra è crollato, quando la vita è fuggita?
Quando la vita è fuggita...
Vorrei sapere a che cosa è servito vivere, amare, soffrire, spendere tutti i tuoi giorni passati se così presto hai dovuto partire.
Se presto hai dovuto partire...
Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi.
Voglio pensare che ancora mi ascolti e, come allora, sorridi.
Che come allora sorridi.


(Guccini).

febbraio 17, 2011

Anarchia di Blogspot che decide da solo quando le righe vuote che metto io son degne d'esser prese in considerazione o meno, col risultato che il post sotto -che già faceva alquanto ibò da solo- ora risulta un ammucchiamento di righe stile scatola di sardine.
E piangere alle dieci e mezza di mattina ascoltando i The Fray,

Where were you when everything was falling apart?
che poi io non lo so come si faccia a piangere così tanto. Insomma, dov'è che le nascondo tutte 'ste lacrime?
Where were you? Where were you?
Il fatto poi è che piangere mi scoccia il doppio, adesso, per dire, perché ho tutto l'apparato respiratorio funzionante a cazzo, e soffoco.
I'm losing (her), the only one who's ever known
who I am, who I'm not, who wanna be.
No way to know how long (s)he will be next to me.
Poi, insomma, furba io che m'affido alla riproduzione casuale, eh, come se anni d'esperienza non m'avessero insegnato che è assolutamente vietato.
Where did I go wrong? I lost a friend.
Comunque i The Fray li ho tolti. Media Player mi ha passato Daniel Powter, che mi sta tipo schiaffando in faccia la mia vita con un'eleganza invidiabile.
Mi sa che passo ai cari vecchi CD che non deludono mai.
You're faking a smile with the coffee to go.
You tell me your life's been way off line,
you're falling to pieces every time and
I don't need no carryin' on
'cause you had a bad day,
you're taking one down,
you sing a sad song just to turn it around.
You say you don't know,
you tell me "don't lie",
you work at a smile and you go for a ride.
You had a bad day, the camera don't lie.
You're coming back down and you really don't mind.
Well, you need a blue sky holiday.
The point is they laugh at what you say.

febbraio 16, 2011

Secondo me, quando il mio dottore mi guarda con quell'aria che sa molto di 'sì, amore mio, io ti curo, ma tu, cazzo, vai a farti togliere il malocchio', dovrebbe ricordarsi che io sono uno degli unici esseri umani capace di prendersi laringite, faringite e tracheite insieme, a fine ottobre, viaggiando perennemente con foulard/sciarpe al collo, pure d'estate.
Per dire.

Ritrovarsi al buio con una bambina di nove anni (e mezzo).

Salta la luce.
Da specificare che lei ha paura del buio.
- E' IL FANTASMA DI AURELIO SAFFI!
- Ma va là! Figurati se Aurelio Saffi viene a casa nostra.
- ALLORA E' IL FANTASMA FORMAGGINO!


Non fa una piega.

Parlare con una bambina di nove anni (e mezzo).

Dopo aver studiato scienze, parte una lunga discussione sul fatto che gli animali (e noi) ci nutriamo di altri esseri viventi, e su ciò che quindi bisognerebbe mangiare per non essere degli assassini.
- Allora mangeremo patatine fritte!
- Le patate sono le radici di una pianta, quindi parte di un essere vivente! E' come se ti mangiassero i piedi.
- Ma le patatine fritte no!
- Come no?!
- No, le patatine fritte vengono dal freezer!


Io amo mia sorella.

febbraio 14, 2011

Random.

Ho aperto YouTube perché avevo voglia di ascoltare 'Yellow Submarine', e mi son trovata davanti 'The beetles - Yellow submarine'.
Che tristezza infinita.
Non preoccuparti, John, non sono tutti così.

Mamma sta guardando il Grande Fratello, e a me stava venendo l'orticaria.
Fortuna che ho pensato bene di mettermi le cuffie. Che schifezza, cacchio.

Sono senza telefono da due giorni perché ho sbagliato tre volte il PIN e il PUK l'ho perso, quindi devo aspettare di andare domani al punto wind.
Sono un genio, cazzo. Un genio.

Comunque quella storia la sto scrivendo.
Sono già alla seconda pagina di word, e considerando che la dimensione caratteri è otto è una quantità notevole di frasi buttate lì. Speriamo sia qualcosa di anche lontanamente decente.
Bisognerebbe provare a chiudere gli occhi ed ascoltare 'Remembering Sunday' degli All Time Low -magari prima imparando il testo, perché va ascoltata bene-, ché io non so se sono io che mi emoziono così perché la sento così mia o se è proprio che Alex e Juliet ci si son messi d'impegno a sputarci dentro così tante emozioni da non poter fare a meno, ascoltandola, di sentirsele vibrare tutte nell'intestino -tenue e crasso.
Io sto facendo i compiti di biologia, che tra parentesi erano per una settimana fa, ma la prof non c'era ed io li sto facendo adesso, perché è ben noto che io sono per la filosofia 'Non fare oggi quello che puoi fare dopodomani ed eventualmente non fare affatto'. Bei compiti dimmerda, comunque. Copiare una cazzo di mappa concettuale dal libro. Poi si lamenta se mi rifiuto di farli.
Stamattina avevo la febbre a trentanove e tre, e mamma ha pensato che forse (forse) era il caso che io non andassi a scuola. Comunque adesso la febbre è a trentotto e due, quindi domani ci sta che vado a rompermi i coglioni in quel cappero di liceo che mi son scelta per forza, e olè.
Adesso finisco di copiare lo schema dal libro e torno a scrivere su Word, in segreto, dato che son tanto geniale da farmi venire l'ispirazione sempre per le storie sbagliate. Ho venticinque e più shot scritte a metà, un capitolo della long da scrivere e sei long che ho avuto la brillante idea di iniziare (prologo e primo capitolo, in genere), ed il mio brillante cervello cosa fa? Mi fa venire l'idea per un'altra storia.
Zeus, mi odio.
Babbè, vò.
Stasera non cago neanche i vari social network, tanto msn non va e facebook mi sta sul cazzo, twitter è pieno di gente che commenta i Grammy o come si chiamano -di cui a me non importa una cippa- e su Formspring fanno solo domande su San Valentino. Quindi a un certo punto vaffanculo.
Buon lunedì sera.

Ah, e stasera mamma fa la pizza.
Così, tanto per festeggiare che sono più morta che viva.

Piccoli aneddoti familiari.

Babbo: Com'è andata oggi a scuola?
Mia sorella: *sguardo assassino* Secondo te?! Come tutte le giornate!
Io: ...dimmerda.
Svegliarsi di soprassalto alle due e trentacinque del mattino perché l'iPod sta passando 'Stellar' degli Incubus, e ricordarsi una cicatrice sul labbro superiore che si tende in un sorriso mentre chiede innocentemente "Posso chiamarti Stellar?". Con dolcezza, mentre un attimo prima stavamo appunto -entrambi- prendendomi per il culo perché ho una fottutissima paura dell'altezza.
E io che corrugo la fronte, stringendo le labbra, e domando, confusa "Stellar come la canzone degli Incubus?".
"Stellar come la canzone degli Incubus". Ché poi lui ce l'aveva di vizio di rispondere ripetendo la domanda, ma senza il punto interrogativo, e l'ha fatto anche quella volta, continuando a sorridere.
"Perché?".
E lui me lo canta, il perché, che lui non era esattamente il Chad Kroeger dei noaltri, ma una bella voce ce l'aveva. "I will hold you close, if you're afraid of heights".
E la sua voce stasera si sovrappone a quella di Brandon Boyd, e ho un groppo in gola così grande che veramente potrei schiattare, viste le condizioni del mio apparato respiratorio.

E mancan pure venti minuti alle tre di San Valentino.
Auguri, amore.

febbraio 13, 2011

Un po' alla Clerici.

Prendete dei biscotti -possibilmente senza cioccolata o segate varie. O secchi, o frollini classici classici. Io in genere uso gli Oro Saiwa o i frollini dell'Esselunga- e tritateli.
Se non avete voglia di faticare, con l'apposito elettrodomestico.
Se preferite mangiare qualcosa fatto interamente da voi, mettetene un po' in una scodella, o in un piatto, e schiacciateli con un bicchiere. -Io da piccola mi mettevo lì e stavo delle ore a tritarli col bicchiere-.
Aggiungete latte condensato (quanto basta) e mescolate -aggiungendo altro latte condensato se necessario- finché il tutto non diventa una poltiglia marroncina dall'aspetto non molto invitante.
Assaggiate.
Benvenuti in paradiso.


(sì, è molto "maccheccazzocenefregaanoidiquelchemangitu", ma mica posso sempre e solo scrivere i miei pensieri molto emo, eh).

febbraio 12, 2011

In Cile sono le otto meno un quarto. Buon appetito, nonna. Salutami tutti.
A Londra sono le undici meno un quarto. Buonanotte, zia. Domani, quando prendi l'autobus, fermati alla fermata giusta, mi raccomando, e salutami M.
Anche a Brighton sono le undici meno un quarto. Buonanotte, Matthew. Presto risponderò alla tua ultima lettera, promesso.
In Quèbec sono le sei meno un quarto. Buona serata, Carl. E provaci, con la famosa lei.
A Berna è mezzanotte meno un quarto. Fai bei sogni, Jaime. Io domani mangerò un po' di mou, pensando un po' a te.
A New York sono le sei meno un quarto. Divertiti stasera, L. E la prossima volta, vengo anch'io.
A Bologna è quasi mezzanotte. Vedi di non combinare altri casini, stasera, G.
A Forlì è quasi mezzanotte. Vai a letto, Mat, ché i cattivi pensieri con l'insonnia si moltiplicano, e tu hai bisogno di quelli buoni. I sogni, a volte, aiutano.

E a te, che dovrei dire? Che ore sono, da te? Dove sei, tu?
La gente sparisce e a me manca anche se non la conoscevo.
Non so se è la febbre o se davvero ho quest'emotività infinita ed infinitamente fastidiosa.

E comunque, almeno una volta nella vita, io devo riuscire ad abbracciare un panda.
IF I DIE TODAY,
TELL JOHNNY DEPP I LOVED HIM.
Riassumendo: ho le tonsille grandi come due palline da tennis, non riesco a parlare -e per il mondo forse è una cosa positiva-, ho la testa che mi scoppia, gli occhi che mi lacrimano, il naso che cola, la pelle che non riesce a esser toccata da niente senza far partire una cosa orribile che s'irradia per tutto il corpo, non riesco a stare in piedi per troppo tempo ed ho i polmoni agonizzanti, il tutto con una febbre a (quasi) trentanove.

....Lourdes?

febbraio 11, 2011

Dicono che quando ti piace la calligrafia di una persona allora ti piace proprio lei come persona -e forse che io sia seriamente convinta di scrivere a cazzo dovrebbe indurmi a farmi qualche domanda-, e sta di fatto che c'è chi continua a dirmi che ama la mia calligrafia, e le mie effe, quelle fatte strane che ho rubato a lui, che tra l'altro le faceva pure meglio, e le mie i maiuscole che "sembrano un incrocio tra un ciliegio e l'orchidea viola di nonna" (cit.), e la cosa mi rende contenta.
E comunque, avrei dovuto capire tutto quando, la prima volta che ho visto una cosa scritta da te, ho pensato "Minchia, questa scrive veramente a cazzo".



Ah, e forse stiamo facendo progressi con il progetto "Convinciamo mamma a mandarmi a Londra quest'estate."
Giusto mezz'ora fa stavo dicendo a CiccioCoccoBello che da domani mi sarei circondata di cose che mi rendono felice, ed avrei sicuramente iniziato con il profumo di caffè.
Mi s'è tappato il naso.
Secondo me è un segno.
Io non lo so perché diamine noi esseri umani siamo fatti così a cazzo, ma, seriamente, bisognerebbe avere uno di quei manuali tanto carini, scritti in almeno cinque lingue, che ci spieghi come far uscire dalla bocca le parole più importanti, quelle che cambierebbero tutto, quelle che ti s'incastrano in gola e in gola restano, per sempre, a rompere le palle, che tu vorresti averle dette subito in modo da non doverti torturare ogni giorno con tutti questi "se" e questi "ma", e tutti questi "macheccazzo, potevi almeno provare".
Ma è così difficile dire “Non andare perché mi mancheresti”?

Cit. #6

Se un piatto o un bicchiere cadono a terra senti un rumore fragoroso. Lo stesso succede se una finestra sbatte, se si rompe la gamba di un tavolo o se un quadro si stacca dalla parete.
Ma il cuore, quando si spezza, lo fa in assoluto silenzio.
Data la sua importanza, ti verrebbe da pensare che faccia uno dei rumori più forti del mondo, o persino che produca una sorta di suono cerimonioso, come l'eco di un cembalo o il rintocco di una campana.
Invece è silenzioso, e tu arrivi a desiderare un suono che ti distragga dal dolore.

(Cecilia Ahern - Se solo fosse vero)

Probabilmente abbiamo finito le cose da dirci e i motivi per abbracciarci.

Sembriamo una di quelle vecchie coppie che stanno insieme solo per abitudine, che si sorridono giusto perché devono, ma hanno completamente dimenticato l'emozione e il formicolìo allo stomaco di una carezza o di un sorriso sincero che esplode negli occhi e non è solo un mostrare denti bianchi o ingialliti, a seconda.
Tu non leggi più niente di mio, perché a te non interessa più ed io ti sento così distante che un po' mi vergogno, io non leggo più niente di tuo perché le scuse da parte tue sono tante, ed io la voglia di smascherarle tutte non ce l'ho.
Su msn parliamo tanto perché sappiamo che dobbiamo, perché è una vita che ci si cerca appena si entra e alla fine, anche se le conversazioni vorticano attorno ai soliti clichet sappiamo che è così che dev'essere, e c'illudiamo che sia tutto spontaneo anche se non lo è.
Fingo di dover studiare per sentirmi giustificata quando non ho voglia di risponderti, e con gli altri parlo di te come se fossi qualcosa che eri e ora non è più, perché ci sei, ci sei anche troppo, ma forse preferirei non ci fossi per me.
E' che a me i vecchietti che si tengono per mano, e poi lui sistema il cappotto a lei e lei sistema la cravatta a lui, fanno una tenerezza infinita.
In noi, di tenerezza, nei sorrisi ostentati e negli abbracci accuratamente evitati -o eventualmente concessi di mala voglia-, non ce n'è.
E sinceramente, non c'è neanche tanta voglia di continuare questa insulsa cosa.

febbraio 10, 2011

Quando si dice che tutto cambia, e nessuno ci crede, e invece dovrebbe.

Io da te ho preso il vizio di sottolineare le frasi dei libri, cosa di cui ti vergognavi un sacco, e invece io ero contenta, perché quando mi prestavi i libri -Hemingway me l'hai fatto amare tu- potevo capire cosa ti era piaciuto, quali parole avevi sentito tue, quali frasi t'avevan fatto innamorare.
Tu da me hai preso il vizio di lasciare l'ultimo goccio di caffè nella tazzina, e non so quale strano universo io ti abbia aperto spiegandoti il perché, ma lasciavamo entrambi sempre quel goccio, cosa che tu non avevi mai fatto.
E' andata a finire che io adesso leggo con la matita in mano, pronta, mentre i tuoi ultimi libri letti sono immacolati, ed ora non so come tu prenda il caffè, ma io lo bevo tutto, e c'aggiungo pure un pochino di latte, quando ho finito, per non lasciare neanche quello che resta attaccato alla tazzina.

Cit. #5

“Mai più!” diceva imperiosa la sua volontà.
“Domani ancora!” supplicava il cuore singhiozzante.

(Herman Hesse - Narciso e Boccadoro)

Mattinata tipo. (parte due).

Prof: -Tu da grande farai l'operatore ecologico.
S. -Io diventerò un grande personaggio, prof!
Prof: -...Peter Pan?

Prof: -How many books have you read in your life?
S. - *sguardo di puro terrore* ...YES!

G. -Un sinonimo di 'lovely' per non sembrare troppo frocio?

Prof: -'Solare' si dice 'Sunny'.
G. -E atmosferico? Come si dice che ha una personalità atmosferica?

Prof: -Okay, the time is over! Ten, nine, eight, seven, six, five, four, three, two, one...
M. -BUON ANNO A TUTTI!

Prof: -'Allora', come intercalare, come si dice in inglese?
Io&G. -'So'.
Prof: -No, 'so' è più tedesco.
G. -Questa è scema.
Prof: -Si dice 'well', o 'okay'.
G: -E se io volessi dirla alla congolese? Tipo 'ogay'?-
Io: -Sarebbe staccato, oh virgola gay.

Prof: -A fine anno farete una verifica scritta su quello che fate con me.
G.: -Che culo.
Io: -Sinceramente stavo meglio prima.
Prof: -*sguardo assassino*.

Prof: -Come traducete "I couldn't care less"?
Io: -'Non me ne potrebbe fregar di meno'.
E. -'Che me ne fotte a me?'

Prof: -*borbotta qualcosa*
Io: -Ha detto "Fuck fuck"?
G. -Cosa che potrebbe potenzialmente significare "Cazzo cazzo", "Scopare scopare" o "Vaffanculo vaffanculo".
Io: -Che parola meravigliosa.
G. -Cioè, è l'insulto per eccellenza. Anche, hai presente?, la battuta "Ti racconto una barzelletta sporca: cazzo merda vaffanculo"... loro dico "I tell you a sporca barzelletta: fuck". Son dei geni, 'sti inglesi.

Cose da fare oggi.

– Alzarsi.
– Sopravvivere (e possibilmente studiare storia dell'arte).
– Andare a letto.

Odio i moralisti che ti sgridano se fumi.

– Ma lo sai che il fumo uccide?
– Meno male. Pensa che schifo, l'eternità.
– Ti uccide in dieci anni, lo sai?
– E allora? L'amore uccide ogni giorno.

Sembra molto frase da nota di Facebook, ma è veramente accaduto in piazza verso le due.
...Oddei, la mia vita sembra una nota di Facebook. Che schifo.
Mi manca una parte degli appunti di latino, perché li ho sostituiti con quattro righe piene che non riporterò qui, più che altro perché c'è una persona che preferirei non lo sapesse e, guardacaso, è una delle pochissime –cinque– persone che sanno chi effettivamente ci sia dietro questo blog. Pensatèchecculo.
Comunque stamattina che non sono stata benissimo ho avuto i miei momenti di gloria, perché ho un compagno di banco che è una meraviglia e non sa perché sto male, però mi guarda come se lo sapesse -che sto male, non il perché-, ma solo per un secondo, perché poi mi sorride -ed ha un sorriso bello, tra parentesi- e mi fa ridere. Così. Non so neanche bene c0me faccia, in effetti, ma mi fa ridere. E gli voglio bene, sì, anche se lo conosco da sei mesi e basta, che per me è poco tempo per voler così bene a qualcuno, ma tant'è.
Che poi l'altro giorno mi ha visto col pacchetto e mi ha chiesto "Ma è il tuo compleanno?", e io gli ho risposto "No, è che s'è ricordata finalmente il regalo di Natale". E lui mi ha un po' guardato, e m'ha detto "Ah, è vero che te sei nata a maggio. Il cinque, no?". Ho annuito, perché in genere la gente non se lo ricorda dopo una sola volta il giorno del mio compleanno e la cosa m'ha fatto sentire un po' di gioia salire su per l'esofago -e quindi ostruire la via di passaggio per le parole-, e lui ha continuato, sorridendo "E comunque per il regalo sarei in regola, perché ti ho regalato sei mesi di amicizia". E volevo dirgli che era uno dei migliori regali che avessi mai ricevuto -l'amicizia, intendo-, e che era bello che l'avesse detto così esplicitamente, che lui me l'avrebbe regalata, che sarebbe stata per me, per il mio compleanno, e quindi mia, che in genere l'amicizia c'è e basta e non è di nessuno, e sarei stata felice, e che davvero, lo ringraziavo, ma davvero, ché non c'erano altre parole se non 'grazie', e invece gli ho sorriso e gli ho detto "Vedi di continuare a regalarmela anche per i prossimi compleanni, mi raccomando". Più o meno è la stessa cosa.


Che poi, leggere male 'Parachutes', capendo 'Paraculo', è bellissimo.

febbraio 07, 2011

Non è che uno possa mettersi a sindacare sulle canzoni che partono dai cellulari altrui quando si è in sette, però sarebbe carino.
Anche perché, per un pomeriggio, evitare di ascoltare canzoni come How to save a life, When you're gone, The kill, All I need e Decode sarebbe decisamente una bella cosa.
Però niente, via. Quando non sono i funerali a tradimento sono le parole I can hardly breathe I need to feel you here with me.
Per la serie "Mavvatteneaffanculo".
G. mi ha mandato un messaggio con scritto "Chiamami. <3" e io gli ho risposto "No. <3". Quanto sono carina.
Avevo da fare, oh.
Sabato ho visto JC -che chiameremo Warner Bros, dove Warner è il nome e Bros il cognome, e non chiedetemi cosa c'entri ma mi garba chiamarlo così- e m'è venuto mal di stomaco dal nervoso.
Non che di Warner me ne freghi qualcosa, ma a me il passato ha sempre fatto uno strano effetto. Anche se forse è stato più che altro perché neanche un'ora prima era passato il funerale con tanto di banda che suonava "Bella Ciao", e che tristezza.
E tra parentesi, Mr Bros era pure con la sua nuova fiamma, oh yeah.
Credo, fosse la sua nuova fiamma, poi, ché di slinguazzamenti non ne ho visti, ma tant'è.
E comunque, devo ricordarmi di evitare accuratamente i concerti studenteschi, perché i musicisti di sedici/diciassette/diciotto/diciannove/vent'anni hanno una passione per le canzoni che io dovrei accuratamente evitare per non scoppiare a piangere ad effetto immediato, tipo Knockin' on Heaven's door, o Johnny B Goode. La seconda soprattutto, perché mi ricorda Lui che me la cantava accennando qualche passo di twist che non c'entrava un cazzo, ma alla fine lui se lo poteva pure permettere.
E non so se è colpa del funerale, di quel povero Johnny o di Warner Bros, ma ieri ho assunto quantità improponibili di caffeina, mandando a cagare ogni buon proposito di calare le dosi o, quantomeno, di passare al decaffeinato.
La sera però in compenso c'era la luna che sembrava un sorriso, e io le ho sorriso di rimando, perché ho pensato che forse doveva essere una sorta di messaggio dall'Altissimo -che non è Dio, sia chiaro- e all'Altissimo un sorriso non si rifiuta mai.
La sera mi sono addormentata ascoltando Remembering Sunday.

febbraio 05, 2011

Cit. #4

– Allora non v'importa più di nulla?
– M'importa tanto, che ho la nausea di tutto.

febbraio 04, 2011

Che, davvero, io sono stufa di questo magone e questa voglia di piangere pazzesca che diventa pianto singhiozzante -ed imbarazzante, tanto per mettere qualcos'altro che finisca in 'ante'- con banali scuse tipo 'Ho visto la tredicesima puntata della seconda stagione di The Vampire Diaries e Damon dice che non può più fidarsi di se stesso ora che è innamorato e in più non può averla'.
Cioè, mi sento troppo gli emo di Zelig, che piangono a vedere la pubblicità dell'antimosche.

Ma un bel pianto-day? Tipo che ci si riunisce tutti in piazza e si piange sulle spalle degli sconosciuti che non ti giudicheranno mai perché anche loro stanno piangendo per i loro cazzi?
...perché non ci ha mai pensato nessuno? Io parteciperei.

febbraio 02, 2011

Mezzanotte in punto e m'è venuta voglia di scrivere sul blog, perché alla fine il diario non lo inizio ancora. Non so cosa io aspetti esattamente, ma tant'è.
Prima stavo scrivendo una storia di una Juliet e un Matt, che non sono innamorati,
-ultimamente la gente innamorata mi fa venire il prurito. Forse perché ricordo cosa si prova, non lo so.
E insomma, mentre scrivevo pensavo al campo di grano e alla vespa color verde acqua lasciata sul ciglio della strada, e alla sciarpa rossa che faceva molto primavera che avevo al collo e che è volata lontano, e lontano l'ho lasciata. "Mah, magari dall'alto la vede John Lennon e ci scrive una canzone. Secondo te le possono scrivere le canzoni in paradiso?", che ora me lo chiedo con ancora più curiosità.
Che poi insieme ai campi di grano con lui ho pensato subito alle pannocchie rubate a Bologna, che porca miseria quanto odio fare il palo. Però poi mangiate la sera in giardino col burro mentre si guardano le stelle e inventandosi quelle cadenti erano la cosa più buona che io abbia mai mangiato.

Domani nonno e nonna partono, che se ne vanno a trovare la famiglia in Sud America, e con loro va anche zia, quindi per un mese a Bologna non ci vado di sicuro, che a pensarla così mi mette tristezza.
Nonna ha iniziato con le solite catastrofi che lei si sente accadranno, e stasera era lì a dire che di sicuro l'aereo precipita o loro saltano in aria, e io che ero tranquilla ho un'ansia che non ne posso più. E poi lei insiste, porca miseria, a dire che lei se lo sente.
E l'ultima volta che lei si sentiva qualcosa io mi sono mezza rotta un polso.
Il mio stomaco qualche giorno manda tutti affanculo.



E poi, 'dei, Piuma dei Verdena mi mette una tristezza...

Cit. #3

Non piaci a qualcuno? Fottitene.
Hai avuto una brutta giornata? Fottitene.
Non hai ottenuto quel lavoro, o quel voto, o quella promozione che volevi? Fottitene.
Hai litigato con la tua fidanzata? Fottitene.
Ti senti grassa oggi? Fottitene.
Stai perdendo il controllo di tutto e di tutti? Fottitene.
Quello che importa adesso smetterà presto d'importare; la cosa veramente importante è che tu sei vivo, e che hai la capacità di fare assolutamente qualsiasi cosa con questa meravigliosa, pazza coincidenza di essere su questa terra.
Alza semplicemente il dito medio e pensa, ‘Diamine, mi sta andando bene.’


(che poi magari qualcun altro l'ha tradotta meglio, ma quel che conta è il concetto).
Esiste un simbolo (?) cinese che significa letteralmente un giorno, tre autunni, che si usa quando senti così tanto la mancanza di una persona che un giorno sembra lungo quanto tre anni.
Che, voglio dire, se uno disegna quel simbolino su un foglio a quadretti te ne occupa al massimo nove, in tutto, mentre noi occidentali per spiegare il concetto dovremmo utilizzare tutta una riga, banalizzando al massimo il concetto.

Pensa te quanto sono avanti questi cinesi.